Wasichu , abituato alla vita all’aria aperta, aveva preferito imitare Ctli ed era uscito a cavalcare con Thane . Gli Accademici non avevano avuto niente da ridire. Macna , la donna che li guidava, non era l’unica normale tra loro e quel ristretto gruppo che non era stato contaminato dalle tare ereditarie vedeva di buon occhio la permanenza dei cinque stranieri. La cometa apparsa nel cielo era per loro il segno che qualcosa stava per cambiare. Il mondo si sarebbe svegliato dal suo letargo e l'Accademia sarebbe tornata allo splendore di un tempo. Gli stranieri avrebbero potuto aiutarli a essere all’altezza del compito che li attendeva. Se rimanevano di loro spontanea volontà era meglio e Macna, dotata di un forte spirito pratico, aveva lottato contro l’ormai connaturata gelosia per i libri e aveva incoraggiato il Principe Straniero a consultare la sezione scientifica che sembrava interessarlo particolarmente.
“Dov’è Khaile?” chiese Clillu a uno degli Accademici. Era un ragazzo, uno dei figli di Macna e non era più stupido della media.
“Dov’è Khaile?” chiese Clillu a uno degli Accademici. Era un ragazzo, uno dei figli di Macna e non era più stupido della media.
“Nella sezione scientifica. Vuoi che ti accompagni?”
Si chiamava Vinnai e da un paio di giorni le ronzava intorno ogni volta che poteva. La madre gli avrà ordinato di fecondarmi, pensò con amara ironia.
“Conosco la strada” rispose.
“Lo so, ma potrebbe essere pericoloso. Quelle creature che vi hanno assalito potrebbero ancora aggirarsi nel palazzino.”
“Non credo proprio. Ma se insisti...”
Vinnai sorrise e le camminò accanto, con la balestra imbracciata.
“Tu sai leggere?” le chiese, mentre percorrevano il corridoio del piano terra, diretti alle scale.
“Si. Nella mia città ero addetta alla biblioteca reale.”
“Allora anche tu sei una Accademica.”
“In un certo senso. Amo molto i libri.”
“Anch’io, moltissimo.”
“E non sai leggere.”
Vinnai sentì un rimprovero in quelle parole.
“Solo il capo-Accademico deve saper leggere” si difese.
“E se tua madre morisse, chi la sostituirebbe?”
Il ragazzo le lanciò un’occhiata.
“Potresti sostituirla tu.”
“Io?”
“Sì. Di regola il successore dovrebbe essere mia sorella. Ma è stupida e per insegnarle a leggere ci vorranno anni. Mia madre lo dice sempre. Tu invece sai già leggere. Certo, c’è il problema dell’età. Sei vecchia e rimarrai fertile ancora per poco. - La guardò come per soppesarla. - Cinque, forse sei figli. Ma potrebbero bastare.”
Vinnai doveva aver visto circa sedici o diciassette anni di guerra. Secondo le regole vigenti a Fuflunia avrebbe potuto esserle figlio.
“Non ho alcuna intenzione di succedere a tua madre, Vinnai. Tua sorella può stare tranquilla.”
“Oh, a lei non importa. Ma importa a me. L’ho fecondata già un paio di volte e ha perso tutti e due i figli. Mia madre dice che succede perché siamo fratelli. Ma tu non sei mia sorella e credo che fecondare te mi piacerebbe moltissimo.”
Erano arrivati alle scale.
“Sono troppo vecchia per te, Vinnai. Ora, se non ti dispiace, posso continuare da sola.”
Il ragazzo sembrò non averla sentita.
“Mia madre dice che essere fecondata da un ragazzo è molto piacevole per una donna anziana. Per questo mi preferisce ai miei fratelli.”
“Hai... hai fecondato anche tua madre?”
Vinnai annuì, orgoglioso e aggiunse con malizia: “Non vorresti anche tu un po’ di carne giovane?”
Le venne da ridere, tutta quella situazione era assurda.
“Ci penserò Vinnai, e ti farò sapere” rispose, poi salì le scale, continuando a ridere. Carne giovane. Lei si sentiva giovane, ma Vinnai non aveva tutti i torti. Macna non doveva aver visto più di trentacinque anni di guerra e quindi aveva solo cinque anni più di lei. In un mondo dove la vita media era sui cinquanta anni, erano anziane, tutte e due. Carne giovane. Fra se e se sorrise e tirò avanti.