mercoledì 16 settembre 2009

decstruction

Ho messo a fuoco il problema
Principe.
Il problema non esiste.

rex tremendae


centralità




sola sola tutta sola

in un vasto vasto vasto

mare

Ineziessenziali


la vita è fatta di punti - mi spiega Crisiu Wulfe -

Punti che alla fine, se hai avuto fortuna,

sono congiunti da una linea.


16


Ma penso anche che possono disgregarsi in un accumulo insensato di tempo passato, e che solo un costante, fermo, sforzo dà senso alle piccole unità di tempo in cui vivi

Poco a poco


LA PIOGGIA CADE FITTA
E OGNI COSA
E' AVVOLTA NELLA FOSCHIA.

tempo scomparso

Mi è caduta una goccia ‘inchiostro
Che la sabbia ha inghiottito.
Dov’è ora?

circolarità



Invenzione a tre voci
Achille (il guerriero greco, il più veloce di tutti i mortali) e una tartaruga si trovano su una pista polverosa sotto il sole. Molto più avanti sulla pista, su una lunga asta, vi è una grande bandiera rettangolare. La bandiera è tutta rossa, a parte un sottile buco a forma d'anello, attraverso il quale si vede il cielo.
Achille: Che cos'è quella strana bandiera all'altro lato della pista? Mi ricorda in qualcosa una stampa del mio artista preferito, M. C. Escher.
Tartaruga: Quella è la bandiera di Zenone.
Achille: Il foro che c'è non somiglia a quelli disegnati da Escher in un suo nastro di Möbius? Qualcosa non va in quella bandiera. Ne sono certo.
Tartaruga: L'anello che è stato ritagliato nella bandiera ha la forma di un numero zero, che è il numero preferito di Zenone.
Achille: Ma lo zero non è stato ancora inventato! Verrà inventato tra qualche millennio da un matematico indiano. E quindi, signorina T., ciò prova che quella bandiera è impossibile.
Tartaruga: Il suo argomento è convincente, Achille, ed io devo convenire che una simile bandiera è davvero impossibile! Comunque è bella, non è vero?
Achille: Oh, si, non c'è dubbio alcuno sulla sua bellezza.
Tartaruga: Mi chiedo se la sua bellezza non sia connessa con la sua impossibilità. Non lo so; non ho mai avuto il tempo di analizzare la Bellezza. La Bellezza è una Essenza Maiuscola, e sembra che io non abbia mai tempo per le Essenze Maiuscole.
Achille: Parlando di Essenze Maiuscole, signorina T., si è mai interrogata sullo Scopo della Vita?
Tartaruga: Cielo, no!
Achille: Non si è neanche mai chiesta come mai siamo qui, chi ci ha inventati?
Tartaruga: Oh, questa è una cosa del tutto diversa. Noi siamo invenzioni di Zenone (come presto scoprirà) e la ragione per la quale siamo qui è che dobbiamo misurarci in una gara podistica.
Achille: Una gara podistica? Che insolenza! Io, il più veloce di tutti i mortali, misurarmi con lei, l'essere più lento di tutti i lenti! Questa gara non può che essere priva di senso.
Tartaruga: Lei potrebbe darmi un po' di vantaggio.
Achille: Dovrei darle un grossissimo vantaggio.
Tartaruga: Non faccio obiezioni.
Achille: Ma la raggiungerò, prima o poi; molto probabilmente, prima.
Tartaruga: No, se le cose andranno secondo il paradosso di Zenone. Zenone spera di usare la nostra gara podistica per dimostrare che il moto è impossibile, capisce? Secondo Zenone, il moto sembra possibile solo nella mente. In verità, il Moto è Inerentemente e Intrinsecamente Impossibile. Ed egli lo dimostra in maniera davvero elegante.
Achille: Oh, mi ricordo adesso: il famoso kòan Zen sul Maestro Zen Zenone. Come lei dice, è davvero molto semplice.
Tartaruga: Kòan Zen? Maestro Zen? Che cosa dice?
Achille: Dice: Due monaci stavano discutendo di una bandiera. Uno disse: "La bandiera si muove". L'altro disse: "È il vento a muoversi". Zenone, il sesto patriarca, stava passando per caso da quelle parti. Egli disse loro: "Non il vento, non la bandiera; è la mente che si muove>".
Tartaruga: Ho l'impressione che lei faccia un po' di confusione, Achille. Zenone non è un maestro Zen; tutt'altro. Egli è, in verità, un filosofo greco della città di Elea (che sta a metà strada fra il punto A e il punto B). Nei prossimi secoli sarà famoso per i suoi paradossi sul moto. In uno di questi paradossi la gara podistica che lei e io dovremo affrontare ha il ruolo centrale.
Achille: Sono veramente perplesso. Mi ricordo perfettamente che mi ripetevo di continuo i nomi dei sei patriarchi Zen, e dicevo sempre: "Il sesto patriarca è ZZ...enone, il sesto patriarca è ZZ...enone..." (Improvvisamente si leva una leggera, tiepida brezza). Oh, guardi, signorina Tartaruga, com'è bella la bandiera che ondeggia! Che bei giochi di luce vi producono quelle increspature che scivolano lungo il morbido tessuto! Ed anche l'anello che vi è ritagliato ondeggia!
Tartaruga: Non sia ridicolo. La bandiera è impossibile, quindi non può ondeggiare. Il vento ondeggia.
(Compare Zenone).
Zenone: Salve, salve. Che succede? Che c'è di nuovo?
Achille: La bandiera si muove.
Tartaruga: È il vento a muoversi.
Zenone: Oh amici, amici, ponete fine alle vostre diatribe! Fermate la vostra ira! Cessate le vostre discordie! Poiché io risolverò il problema per voi in un attimo. E poi in un giorno così bello!
Achille: Questo è un po' suonato.
Tartaruga: No, aspetti, Achille, vediamo che cosa ha da dire. Oh, sconosciuto, deh, fa' noi partecipi del tuo pensiero su questo argomento.
Zenone: Con estremo piacere. Non il vento, non la bandiera: nessuno dei due si muove. Né altro si muove. Perché io ho scoperto un grande Teorema che dice: "Il Moto è Inerentemente e Intrinsecamente Impossibile". E da questo Teorema consegue un Teorema ancora più grande, il Teorema di Zenone: "Il Moto Unesiste".
Achille: "Il Teorema di Zenone"? È lei, per caso, il filosofo Zenone di Elea?
Zenone: Ebbene, sì, Achille.
Achille (grattandosi il mento con un'espressione di stupore): Come fa, questo, a sapere il mio nome?
Zenone: Posso persuadere voi due ad ascoltarmi sul perché è così? Ho fatto tutta la strada dal punto A fino ad Elea questo pomeriggio, proprio per tentare di trovare qualcuno disposto a prestare un po' di attenzione alla mia inattaccabile argomentazione. Ma qui sono tutti indaffarati, e non hanno tempo. Non potete immaginare quanta amarezza si prova quando si riceve un rifiuto dopo l'altro. Oh, mi dispiace di annoiarvi con i miei guai, ma vorrei chiedervi solo una cosa: sareste disposti voi due a compiacere un vecchio, ridicolo filosofo ascoltandolo per pochi attimi, solo pochi davvero, appena il tempo necessario per esporre le sue eccentriche teorie?
Achille: Oh, ma certo! Prego, ci illumini! Io so che parlo per entrambi, poiché la mia amica Tartaruga stava proprio parlando di lei poco fa con grande venerazione e ha accennato in particolare ai suoi paradossi.
Zenone: Grazie. Vedete, il mio Maestro, il quinto patriarca, mi ha insegnato che la realtà è una, immutabile ed eterna; tutta la pluralità, il divenire e il moto sono mere illusioni dei sensi. Alcuni si sono presi gioco delle sue idee; ma io mostrerò l'assurdità di questo atteggiamento irriverente. Il mio argomento è molto semplice. Lo illustrerò con due personaggi di mia Invenzione: Achille (il guerriero greco, il più veloce di tutti i mortali) e una Tartaruga. Nel mio racconto, essi vengono convinti da un passante a fare una gara podistica lungo una pista verso una
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