“Porno bambolina in carrozzina, molto sensuale, età indefinita, pronta a soddisfare ogni tuo desiderio erotico”. Un annuncio su internet apre la porta a esperienze innovative e trasgressive; una provocazione che ribalta la percezione del corpo e dell’eros nei confronti della persona disabile, demolendo l’immagine angelicata e asessuata che la morale comune impone alle persone con handicap. Un’autoaffermazione spudorata che passa attraverso il web, luogo in cui s’intrecciano relazioni virtuali, a volte reali.
Sulla scena, la “porno bambolina” si prepara ad incontrare il suo primo cliente, in un clima d’attesa che è, al tempo stesso, eccitante e inquietante.
Tanto inconsueto è il soggetto dell’annuncio, quanto misterioso è l’eventuale cliente, in un rapporto trasversale dei ruoli: normale/diverso, femminile/maschile, cacciatore/preda. La prostituzione diventa così pretesto e metafora; non è motivata da bisogni economici, ma da un’esigenza di esplorare nuovi spazi di libertà emotiva. Canale di liberazione dalle proprie barriere fisiche e mentali?
“Piacerò al mio primo cliente? Mi piacerà…?” Su queste domande aleggia tutta la suspense di ciò che la realtà, nella sua ricchezza, ci può restituire.