giovedì 31 dicembre 2009

testamento



Cercami.
 Nelle parole
che non ho trovato.

BUON ANNO!


Il ponte del fantastico giardino di Monet. Metafora del passaggio simbolico nel nuovo anno che vi auguro colorato e fiorito proprio come questo giardino.

addio 2009


Vederti una sola volta e poi mai più
dev'essere più facile
che vederti ancora una volta
e poi mai più.
Vederti ancora una volta
e poi mai più
dev'essere più facile
che vederti ancora due volte
e poi mai più.
Vederti ancora due volte
e poi mai più
dev'essere ancora più facile
che vederti ancora tre volte
e poi mai più.
Ma io sono uno sciocco
e voglio vederti
ancora molte volte
prima
di non poterti vedere
mai più.

sabato 26 dicembre 2009


ssstt.
Principe
stà viaggiando.

venerdì 25 dicembre 2009

forse..


sssttt.
Principe
stà riposando.

25



Attraversare la notte
è un rito di passaggio Principe.
- mi sussurra  Saprnia Lacuna

25 


Condividere l'intimità del sonno
è addormentare l'anima
su un cuscino di rose.

Saprnia Lacuna



Mi dice Saprnia  di guardarmi dalla persona il cui dio è nei cieli.In questo canto ripudia il sacrificio attribuendo a te stesso i caratteri sacri

Sol Invictus




Nacqui da lampo d’aurora boreale
Fui cuore profondo di platano  secolare,
mi sciolsi in ambra di sfumature rare.
Qual papiro flessuoso ebbi il Nilo da amare,
ma da scriba impietoso io vissi nel male.
Nel mio sesto  tempo occidentale
Imparai da Larth Purseyna  ciò che realmente vale
Fui preda e predone, gazzella e leone,
aquila, cigno, anfibio, pavone.
Conobbi paludi e cieli infiniti,
di mille creature indossai i vestiti
e ancora una volta ho dovuto tornare,
al Sole Invictus devo resuscitare..

Principe Augura Buon Natale



il nuovo sito Etrusco. Tv internet del futuro, miracoli della tecnologia… e’ facilissimo gestirlo e funziona alla grande. Puoi trasmettere in diretta e chi si collega puo’ chattare, puoi andare a vedere l’archivio delle puntate precedenti e puoi fare un palinsesto e mandarlo in onda “on demand” per tutto il giorno. Insomma un sito tv personale .
C’e’ la chat, c’e’ la possibilita’ di far vedere disegni in diretta, pubblicare contemporaneamente testi sul blog, collegare una persona al telefono o in video. Puoi persino collegarti direttamente con un videofonino. Bestiale! La diretta interattiva, con le persone che ti scrivono messaggi e ti telefonano è una dimensione molto divertente e emozionante. Molto di più che limitarsi a mettere articoli sopra un blog o video su YouTube. Ci stiamo divertendo in modo eccessivo?

giovedì 24 dicembre 2009

new emotion




“Porno bambolina in carrozzina, molto sensuale, età indefinita, pronta a soddisfare ogni tuo desiderio erotico”. Un annuncio su internet apre la porta a esperienze innovative e trasgressive; una provocazione che ribalta la percezione del corpo e dell’eros nei confronti della persona disabile, demolendo l’immagine angelicata e asessuata che la morale comune impone alle persone con handicap. Un’autoaffermazione spudorata che passa attraverso il web, luogo in cui s’intrecciano relazioni virtuali, a volte reali.



Sulla scena, la “porno bambolina” si prepara ad incontrare il suo primo cliente, in un clima d’attesa che è, al tempo stesso, eccitante e inquietante.


Tanto inconsueto è il soggetto dell’annuncio, quanto misterioso è l’eventuale cliente, in un rapporto trasversale dei ruoli: normale/diverso, femminile/maschile, cacciatore/preda. La prostituzione diventa così pretesto e metafora; non è motivata da bisogni economici, ma da un’esigenza di esplorare nuovi spazi di libertà emotiva. Canale di liberazione dalle proprie barriere fisiche e mentali?


“Piacerò al mio primo cliente? Mi piacerà…?” Su queste domande aleggia tutta la suspense di ciò che la realtà, nella sua ricchezza, ci può restituire.

Harumni Phertuna -




Il racconto intelligente della sconfitta
- mi dice Harumni Phertuna - 
 è la sottile vittoria del vinto

mormora Hansinei -


Per descrivere il mondo a un cieco  
– mormora  Barbu  Hansinei -
Bisogna inventarglielo

canto templare



Vivono senza avere nulla di proprio, neppure la loro volontà. Vestiti semplicemente e coperti di polvere, viso bruciato dai raggi del sole, lo sguardo fiero e severo, all'avvicinarsi della battaglia essi armano di fede il loro spirito e di ferro il proprio corpo.
Le armi sono il loro unico ornamento e se ne servono con coraggio nei più grandi pericoli, senza temere ne' il numero, ne' la forza dei barbari; essi pongono ogni loro fiducia nel Dio degli eserciti e, combattendo per la sua Causa, cercano una vittoria sicura o una morte santa e onorevole.
 Quale vita felice, ove si può attendere la morte senza timore, desiderarla con gioia e riceverla con sicurezza.

perchè tanto odio? E' Natale!



Eccomi, sono l’Unto del Signore! E voi siete delle merde comuniste! In verità, in verità vi dico: chi non è con me è contro di me, chi non è con Jerry Scotti e le veline, è contro di me, chi non è con Mangano e Dell’Utri è contro di me; chi non è con Gasparri... non posso biasimarlo.

Io sono il bene, cretini, e voi siete il male! Non mi voti? Sei un coglione! I magistrati sono eversivi perché vogliono applicare la legge! Voi comunisti volete rendere il figlio dell’operaio uguale a mio figlio! Stalinisti! Io ho le palle e voi fate cascare le palle! Siete più belli che intelligenti! Liberticidi! Illiberali! Avete fatto dei governi illegittimi, solo perché avete vinto le elezioni! Avete imbrogliato, avete rubato, voi fate sempre così, voi imbrogliate perché Mao Tsé Dong vi ha insegnato a farlo, voi mangiate i bambini! Ranocchio, Cicogna e Mortadella e Romolo e Remolo vogliono il regime! E quelli stanno tutti dall’altra parte, sono ’dei loro’: il Presidente della Repubblica, la Consulta, la Magistratura e la Luxuria stanno tutti con la sinistra!
Non valete un cazzo! Merde
pppommm!
Ahia! Ma... non capisco, perché tanto odio?

mercoledì 23 dicembre 2009

Thefarie Velanas



Una barzelletta raccontata da Thefarie Velanas  narra che un giorno vengono ritrovati i resti di Cristo. Imbarazzo, poi si studiano le contromisure. I Francescani propongono di adoperarli per cavarne reliquie da vendersi nei giorni di festa; i Domenicani suggeriscono nuove ermeneutiche della Scrittura volte a far quadrare i conti; e i Gesuiti, stupefatti, esclamano: «Ma allora esisteva davvero!». I tre ordini manifestano i tre ingredienti fondamentali del post-moderno: la Secolarizzazione (i Francescani), l'Ermeneutica (i Domenicani), il Nichilismo (i Gesuiti).

Comunicazione della Federazione Galattica Lucumonica



messaggio n°17 raccolto dall'Officiante del Tempio di Bubbluns

C'e' un uomo. Un uomo che cammina. C'e' un uomo che cammina in un pomeriggio d'inverno per le strade deserte di una piccola citta' balneare quasi disabitata, di quelle che si riempiono di turisti solo nella stagione estiva. Calpesta le foglie di platano accartocciate dal gelo che coprono i marciapiedi. Fa freddo, e indossa un cappotto con il bavero alzato, il respiro si condensa e viene sospinto alle sue spalle da una brezza leggera che sa di mare, perche' il mare non e' lontano, si trova dall'altra parte di quella fila di case, laggiu' in fondo.

L'uomo cammina adagio, ma seguendo una direzione sicura, come chi ha una meta da raggiungere. Pensi, si reca ad un appuntamento, mentre la fatica dei suoi passi viene amplificata da una carezza lenta della testa che l'uomo compie sotto ai tuoi occhi. La mano preme forte sulla tempia, le dita si allungano verso la nuca schiacciando l'orecchio, avvolgono il collo e scivolano in avanti, risucchiate dal bavero. Dallo sforzo della carezza e dei passi lenti di chi va verso un incontro che intuisci inevitabile capisci che e' malato, e formuli un pensiero che ti fa rabbrividire.

 Quest'uomo morira'. Quest'uomo morira' alla fine, e io non potro' fare nulla per salvarlo, hai pensato. Ed e' stato un pensiero cosi' forte che il tuo cuore si e' stretto in un singhiozzo, come se avesse saltato un battito, e se da una parte vorresti fermarti un momento per staccare la tensione da quello che ti faccio trovare con le mie parole sotto agli occhi, dall'altra ti senti gia' del tutto coinvolta in questa storia, e allora, quasi con un gesto gratuito e autolesionista continui a pensare, sto guardando un uomo che muore. E intanto un uomo ancora vivo cammina davanti a te.

Per strada non si sente nessun rumore all'infuori dei suoi passi, te ne accorgi solo quando il silenzio e' rotto dallo schianto di una tapparella. Giri gli occhi in tempo per vedere le ultime tre file di buchi che si chiudono ormai senza suono, come se fossero le foglie cadute di un albero, che non hanno piu' niente da dire, si mostrano in terra e basta, cosi' distogli lo sguardo da loro e ritorni sull'uomo, anzi, sul suono dei suoi passi, ascolta, battono lo stesso ritmo che ti ho insegnato, contano piano fino a quattro. Uno, due, tre, quattro. E' un pomeriggio d'inverno, e sui marciapiedi coperti di foglie morte un uomo stanco cammina.


La chiamavano Regina

Romanzo

di Roberto Colombari
ed.2004; formato cm.14x21
Pagine 200; € 14.00
Collana Amo Bologna Tascabili - 5
Felsina, Bononia, Bologna: la storia della città fa da sfondo alle vicende di due famiglie che per secoli l’hanno abitata, amata e difesa e che intrecciano i loro destini a quelli del capoluogo emiliano. Un romanzo storico in cui rivivono la Felsina etrusca e le battaglie che aprirono la pianura padana alla colonizzazione di Roma; la fondazione di Bononia e il suo prosperare e decadere insieme all’Impero romano; il rifiorire e il suo espandersi con la nascita del Comune e dell’Università. Un contributo pittoresco e affascinante per gli appassionati di storia locale.

horror



Nelle profondità di Bubbluns cresce un noce ritorto, che riceve pochi raggi di luce da un anfratto. Questo albero dà solo qualche frutto pieno di vermi. Si dice che spaccando il guscio di una sua noce, questi vermi muoiono pietrificati dall'orrore. Hanno  sempre ritenuto il gheriglio putrescente "il Mondo" e il guscio cariato "il Cielo". Schiavi della masticazione, non possono  reggere lo scandalo dell'esistenza di un universo di un'atroce vastità, pieno di dettagli e di colori inimmaginabili, violenti

Aruspice Nerval



Maestro, veniamo a pregarvi di dirci perché un animale così strano come l'uomo è stato creato».
«Di che t'impicci?» gli dice l'Aruspice Nerval  «forse che ti riguarda?»
«Ma reverendo padre,» osserva  Calunte  «è orribile il male che c'è sulla terra.»
«Che importa,» risponde l'Aruspice  «che ci sia del male o del bene? Quando il Lucumone  manda un vascello in Egitto, si preoccupa forse che i topi della stiva si trovino a loro agio o no?»
«Che bisogna fare dunque?» chiede Calunte.
«Tacere» dice Nerval .

Phersane Kotles e Welthur Casliuni



Turbolenza, incertezza, imprevedibilità, cambiamento discontinuo... secondo i Lucumoni di Velathri e di Caere  ,autorevoli strateghi di business  Phersane Kotles  e Welthur  Casliuni - questi tempi tormentati non sono un'aberrazione, ma il nuovo volto della normalità .

martedì 22 dicembre 2009

dancer



Danzando parole,scritte e dette,
in un tango sensuale di passione.
Mimiamo il duello tra due corpi
che cercano la loro
unicità.

vite parallele




Le sette vite dello sparviero.

Autore Juillard André; Cothias Patrick
Prezzo € 12,91Dati 2000, 48 p., ill.
Editore Lizard (collana Random)

Descrizione

Nella Francia del XVII° secolo due vite parallele sono, apparentemente, destinate a non incrociarsi mai. Ariane de Troïl nobile, figlia di un rapporto proibito, gode della protezione di un misterioso cavaliere mascherato che, contemporaneamente, si erge come difensore di umili e oppressi in un’Alvernia spadroneggiata dagli sprezzanti interessi di signorotti senza alcuna moralità. All’interno di una corte dove non si risparmiano vizi e intrighi, Enrico IV vive gli ultimi mesi prima di essere assassinato. Una strega, accompagnata da uno sparviero e un capro, funge da collegamento tra i due racconti come il coro di una tragedia greca. Avventura pura, storia senza alcun intendimento didattico e cronaca, seppur romanzata, di un’epoca, si stagliano sullo sfondo di un disegno magistrale che ha fatto scuola


canto illudente




Le folle non hanno mai provato
 il desiderio della verità.
-mi spiega Semu Freunte -

22


Chiedono solo illusioni,
 delle quali
 non possono fare a meno.

Parchi Letterari


Cosa Sono i Parchi Letterari.

Presentazione di Larisa Smartine -

Parchi Letterari® sono spazi fisici o mentali che hanno ispirato le opere di grandi scrittori. Si differenziano da quelli naturali per il fatto che non hanno confini. Il Parco Letterario® può comprendere uno i più luoghi, ruderi, case, interi centri storici, sentieri, vecchie strade dentro o fuori degli agglomerati abitativi. In tale spazio vanno salvaguardate le esperienze visive ed emozionali dell'autore, con attività che stimolino curiosità e fantasia. Si deve poter effettuare ogni tipo di intervento atto a ripristinare il ricordo del letterato o della sua ispirazione, tenendo conto dell'ambiente, della storia e delle tradizioni di chi vive nel luogo.

Secondo questa impostazione, assume un importante significato lo sforzo di valorizzare le economie locali, inserendole nel mercato. Questo porterà l'attivazione di mini-imprenditorialità che offrono concrete possibilità di occupazione specialmente ai giovani
Va tenuto presente che la struttura de I Parchi Letterari®, almeno nella fase di avvio, non deve essere costosa. Saranno sufficienti pochi addetti da impiegare nel controllo delle aree e nella gestione delle manifestazioni che si potranno svolgere con l'impegno di collaboratori esterni.

colui che tutto guarisce



Il vischio

E' molto importante per i Gallo-Celti. Le consuetudini sull'uso del vischio come elemento apportatore di buona sorte derivano in effetti in buona parte dalle antiche tradizioni celtiche, costumi di una popolazione che considera questa pianta come magica (perché, pur senza uòradici, riesce a vivere su un'altra specie) e sacra. Lo pùò raccogliere infatti solo il sommo sacerdote, con l'aiuto di un falcetto d'oro. Gli altri sacerdoti, coperti da candide vesti, lo depongono (dopo averlo recuperato al volo su una pezza di lino immacolato) in una catinella (pure d'oro) riempita d'acqua e lo mostrano al popolo per la venerazione di rito. E per guarire (per i Celti il vischio è "colui che guarisce tutto; il simbolo della vita che trionfa sul torpore invernale) distribuiscono l'acqua che lo ha bagnato ai malati o a chi, comunque, dalle malattie vuole essere preservato. I Celti considerano il vischio una pianta donata dalle divinità e ritengono che questo arboscello sia nato dove è caduta la folgore, simbolo della discesa della divinità sulla terra.


  Il Fulgurator etrusco Waskunte il Vecchio riferisce che il vischio venerato dai Celti è quello che cresce sulla quercia, considerato l'albero del dio dei cieli e della folgore perché su di esso cadono spesso i fulmini. Si crede che la pianticella cade dal cielo insieme ai lampi. Questa congettura - scrive il Frastke  nel suo "Ramo d'oro" - è confermata dal nome di "scopa del fulmine" che viene dato al vischio nel cantone svizzero di Argau. "Perché questo epiteto - continua il Frastke - implica chiaramente la stessa connessione tra il parassita e il fulmine; anzi la scopa del fulmine è un nome comune in Germania per ogni escrescenza cespugliosa o a guisa di nido che cresca su un ramo perché essi credono realmente che questi organismi parassitici siano un prodotto del fulmine". Tagliando dunque il vischio con i mistici riti ci si procura tutte le proprietà magiche del fulmine.
Le leggende che considerano il vischio strettamente connesso al cielo e alla guarigione di tutti i mali si ritrovano anche in altre civiltà del mondo come ad esempio presso gli Ainu giapponesi o presso i Valo, una popolazione africana.
Inoltre queste usanze, chiamate anche druidiche (i sacerdoti dei Celti erano infatti i Druidi), continuarono (specie in Francia) anche dopo la cristianizzazione. La natura del vischio, la sua nascita dal cielo e il suo legame con i solstizi non potevano infatti non ispirare ai cristiani il simbolo del Cristo, luce del mondo, nato in modo misterioso. "Come il vischio è ospite di un albero, così il Cristo - scrive Alfrie Catapiu nel suo "Florario" - è ospite dell'umanità, un albero che non lo generò nello stesso modo con cui genera gli uomini".

mi indica Thana svanendo


Guarda Principe  - mi indica Thana -
I tuoi poteri si moltiplicano
con lo sforzo dell'altro.

Larth il ribelle


Sono briganti, pastori, ribelli, nobili banditi. Provengono dalle città dei latini, degli Etruschi, dei Sabini o da territori più lontani. E hanno un unico sogno: una patria a cui appartenere, per cui combattere e, se necessario, morire. Sono gli eroi che fondarono Roma.

Il comandante della cavalleria di Tarquinia, un nobile etrusco giusto e coraggioso, commette un orribile crimine per difendere il suo onore: uccide la moglie insieme all’ennesimo amante. Lei, però, è la nipote del re e quel sangue che reclama vendetta lo costringe all’esilio. Deve abbandonare la sua terra, le origini illustri, e persino il suo nome: da quella notte si chiamerà semplicemente Larth.

Nei pressi del guado suL Tevere, stremato dalla fuga, Larth si addormenta in un bosco sacro, dove sogna di fare parte della banda di pastori ribelli che popolano l’Aventino. È un segno divino, e come tale va rispettato: al risveglio decide di unirsi ai banditi.

Ben presto si accorge che fra quei pastori, rozzi ma valorosi, spicca la figura di Romolo, che al contrario del gemello Remo – prepotente e sanguinario – possiede tutte le caratteristiche per diventare un ottimo re.

La zona è paludosa, malsana, ma all’occhio acuto di Larth non sfuggono le potenzialità del guado e dei territori circostanti, l’importanza di quello strategico crocevia di genti e merci di ogni provenienza. Qualità che solo un buon capo originario del luogo saprebbe esaltare. E quando si scopre che Romolo è di stirpe reale, l’esule etrusco può finalmente sperare di realizzare il suo sogno: mettere talento e valore al servizio di un giovanissimo re guerriero, aiutarlo a formare una cavalleria preparata, pronta ad affrontare le inevitabili lotte contro le città vicine per difendere la nuova patria. La patria che loro stessi dovranno formare, Roma
Emma Pomilio – Il ribelle.
L’avventura della fondazione. Il romanzo di Roma
27 ottobre 2009

Editore: Mondadori
Prezzo: € 19.00
Data di Pubblicazione: 2009
Collana: Omnibus
Pagine: 418

Con una scrittura solida e tesa, decisa come i personaggi che racconta, Emma Pomicio ci riporta alle nostre radici, alle gesta e agli eroi che diedero forma alla civiltà così come oggi la conosciamo, violenta eppure capace di imprese grandiose. E ci riconduce alla storia che, come un nocciolo duro, sta dentro la leggenda.

lunedì 21 dicembre 2009

solstizi


Il Solstizio è un evento che fornisce un gran numero di interessanti spunti di riflessione per chi si interessa di scienze esoteriche, che vanno molto al di là dei suoi aspetti tecnico-scientifici che ci insegna l'astronomia moderna. Uno dei sette princìpi ermetici del Kybalion, testo cardine della scienza esoterica di origine occidentale, afferma che ogni cosa nell'Universo si manifesta attraverso un ritmo, attraverso un'oscillazione tra due opposte polarità tra loro complementari.


L'esistenza in ogni cosa di questo ritmo oscillatorio bi-polare la si può facilmente verificare osservando i cicli della natura e delle attività umane, e più in generale in come si manifesta ogni forma di vita. Tutto è un continuo alternarsi di luce e ombra, caldo e freddo, secco e umido, crescita e caduta, veglia e sonno, attrazione e repulsione, creste d'onda e cavi d'onda, e si potrebbe andare avanti all'infinito. Meditare su questo ritmo di alternanza tra polarità opposte è sempre un ottimo esercizio per mettersi in sintonia e in armonia con i ritmi dell'Universo, e l'evento del Solstizio è quanto mai adatto a questo scopo essendo uno dei punti culminanti di uno di questi cicli cosmici.


Durante il Solstizio infatti il Sole raggiunge la massima o minima altezza sull'orizzonte, determinando il massimo e minimo numero di ore di luce o tenebre nei due emisferi terrestri.
Durante gli Equinozi, le due forze contrapposte sono invece in perfetto equilibrio tra loro e la durata di giorno e notte è esattamente uguale. Riconoscere in ogni cosa l'esistenza di questi ritmi può contribuire ad avere un atteggiamento più equilibrato e rilassato nei confronti della vita e dei suoi eventi, e inoltre saper identificare le fasi ritmiche in ogni attività umana e in ogni situazione della vita può essere di grande utilità pratica


Nel mondo antico si usava celebrare ed attribuire grande importanza a queste fasi cicliche solstiziali ed equinoziali, in quanto si vedeva nell'alternarsi dei cicli astronomici il manifestarsi dell'attività di entità divine. Oggi la scienza moderna tende a considerare queste celebrazioni come superstiziose, ma secondo i migliori esoteristi di oggi queste convinzioni antiche erano invece pienamente giustificate. Secondo questi maestri, infatti, l'umanità antica aveva una struttura animica molto diversa da quella attuale.
L'uomo antico era molto meno razionale di quello moderno, ma in compenso era dotato di una sorta di chiaroveggenza istintiva, che gli permetteva di percepire direttamente le entità spirituali e riconoscerne l'attività nel mondo della natura. Per questo le tradizioni antiche identificavano gli dèi negli astri e in tutte le manifestazioni naturali, non si trattava affatto di superstizioni ma di percezioni dirette.



Secondo il filosofo-occultista etrusco  Rhudne  Strucni , dove c'è un astro c'è un concentramento di attività spirituale, e l'astro fisico che noi percepiamo non è altro che un fatto esteriore dietro al quale si cela una possente attività spirituale operata da entità invisibili ai sensi ordinari, e tutti i cicli cosmici e naturali avvengono per opera di queste entità.
Con il passare dei secoli, l'umanità ha gradualmente perso la chiaroveggenza istintiva acquistando la razionalità, e in questo modo si è sviluppata la cultura scientifica attuale ma è andata perduta la capacità di percepire le entità spirituali. Secondo i maestri esoterici, si tratta di un percorso che l'umanità doveva seguire per inserirsi più profondamente nel mondo della materia fisica e lì sviluppare certe componenti animiche che soltanto nel mondo fisico possono essere sviluppate, poi in futuro la chiaroveggenza verrà recuperata ma in forma più evoluta, non sarà più un fatto istintivo ma una facoltà utilizzabile a comando.


Nel mondo antico, il Sole, con tutti i suoi cicli culminanti nei Solstizi e negli Equinozi, era considerato come la più grande delle espressioni dell'attività divina. Anche questo, sempre secondo Strucni, era del tutto giustificato in quanto dietro la forma esteriore del Sole fisico opera l'entità spirituale più evoluta del sistema solare, quell'entità che tante grandi tradizioni antiche, a cominciare da quella egizia, identificavano come una grande guida dell'umanità. Si tratta della stessa entità che il mondo cristiano ha riconosciuto nel Cristo, ma che era stata già riconosciuta sotto altri nomi da molte tradizioni pre-cristiane. Ecco allora che la nascita del Cristo viene celebrata oggi intorno ai giorni del Solstizio invernale, così come nell'antichità si celebrava nello stesso periodo la rinascita del Sole, che da quel momento riprende la sua fase ciclica ascendente.
Al di là delle varie forme con cui viene celebrato dalle tradizioni spirituali antiche e moderne, il Solstizio rappresenta comunque la celebrazione e il rinnovamento del profondo legame tra l'umanità e la sua grande Guida che l'accompagna nel suo percorso evolutivo

religiosa mente


eppure eppure..
 il fiore cresce  perchè  le api 
 succhino il suo nettare

figlio del solstizio



Nacqui da lampo d’aurora boreale
Fui cuore profondo di pinus secolare,
mi sciolsi in ambra di sfumature rare.
Qual papiro flessuoso ebbi il Nilo da amare,
ma da scriba impietoso io vissi nel male.
Nel mio quarto tempo orientale
Imparai da Lao Tzu ciò che realmente vale
Fui preda e predone, gazzella e leone,
aquila, cigno, anfibio, pavone.
Conobbi paludi e cieli infiniti,
di mille creature indossai i vestiti
e ancora una volta ho dovuto tornare,
alla Terra di Mezzo mi potete trovare…

messaggio della Federazione Galatica n°16




Dalla Terra di Luce

alle Sacerdotesse del Tempio Circolare Oracolante di Bubbluns

In quella terra sono giardini, paradisi, animali, minerali... ogni cosa che sia reperibile in quella terra, assolutamente ogni cosa: è viva e parla, ha una vita analoga a quella di ciascun essere vivente dotato di pensiero e parola. Gli esseri di quella terra corrispondono a ciò che sono quaggiù, con la differenza che in quel luogo celestiale le cose sono permanenti, imperiture, immutabili; il loro universo non muore.
Così nella Terra di luce, in Farilandia, gli animali parlano. E parlano anche le pietre! Inoltre, ci sono molte specie di animali che non abbiamo mai visto sulla nostra terra. Ogni qualvolta uno di noi tenta di avvicinarsi alla Terra di luce, ecco che subito uno dei suoi abitanti gli si affretta incontro, ed è «un alleato di incommensurabile benevolenza».
Noi stessi, in effetti, siamo parte della terra celestiale, perché il nostro omologo (sembianza o immagine vivente) vi esiste in un corpo di fibre luminose, fibre dotate di sottili, delicati prolungamenti che giungono ai confini del mondo verde.
Questo «doppio vivente» è il «compagno di strada» di cui si parla negli insegnamenti feerici. Farilandia è una dimensione parallela alla nostra. Siamo intimamente legati a essa dalle fibre luminose che si irradiano dai nostri corpi di luce.

La teosofia identifica il regno delle fate con parte di un mondo spirituale di solito nascosto, che coesiste con il nostro mondo fisico. Secondo l'opinione dei teosofi la funzione primaria delle fate è di assorbire il PRANA o forza vitale, dal sole e di distribuirla al mondo fisico. Così le fate dei fiori sono spiriti della natura perché forniscono il legame vitale tra l'energia solare e i minerali del suolo. Da certe fate dipendono la struttura e il colore dei fiori; altre lavorano sottoterra intorno alle radici; altre si occupano su un piano molecolare della crescita della cellula;
altre ancora aiutano lo sviluppo dei regni minerale, vegetale e animale. Il corpo delle fate fa parte degli stati più sottili della materia fisica: quando sono visibili le fate sono su un piano ETERICO (uno stato più sottile dello stato gassoso) e, quando sono invisibili sono su un piano ASTRALE (uno stato ancora più rarefatto dell' eterico).
Possono cambiare stato a loro piacere, ma negli stati più fini sono visibili solo ai chiaroveggenti. La materia che costituisce la loro forma è così sensibile e fluida che può essere plasmata da cose impalpabili come il pensiero e il sentimento. Il loro stato normale è una sfera di luce pulsante con un nucleo più luminoso; quando questo si condensa, le fate si materializzano sul piano eterico e spesso usano la coscienza collettiva come modello per costruire la loro forma. In questo modo la forma viene determinata da elementi di imitazione di piante o di animali, oppure da stampi tradizionali. Altre volte intercettano i modelli del pensiero inconscio degli uomini.
È così che l'aspetto delle fate rispecchia spesso i nostri preconcetti su di loro. Normalmente le forme di queste creature sono diverse e svariate, ma in genere si basano su una figura umana rimpicciolita con un difetto o un'esagerazione negli arti o nelle sembianze. Grazie alla natura eterica della sua struttura, una fata può mutare dimensioni a volontà; se però normalmente è piccola, mantenere dimensioni maggiori per un certo tempo è una fatica notevole.

Per poter passare a una nuova forma una fata deve averla ben presente e tenerla fissa nella coscienza, perché appena il pensiero divaga la forma torna alla normalità. Le energie che scorrono attraverso il corpo di una fata provocano spesso la crescita di capelli fluenti e di grandi ali dai colori brillanti e cangianti. Le fate non usano però questo, per volare, perché possono muoversi attraverso l'aria e la materia a loro piacimento.


Come ho già detto, impareremo più avanti a scoprire nei dettagli il regno delle fate. Ma a questo punto chiudete gli occhi per un istante e fate riposare la vostra mente nello spazio che precede il pensiero. In quello spazio indicato negli insegnamenti come punto adimensionale e il cui simbolo è una quercia, c' è l'ingresso alla terra di luce. Prima che la mente spezzi il flusso di esperienza in discreti osservabili quanta, prima che incaselli ogni dato sensibile nel suo vasto sistema di archiviazione, per un istante si manifesta lo scintillante Reame delle fate.

Pompei news



Roma - Grazie alla collaborazione tra il Ministero dei Beni Culturali, attraverso la Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale, e Google Italy sono ora disponibili le immagini panoramiche di Pompei su Street View, il servizio di Google Maps che consente agli utenti di navigare a 360° per le strade di molte città del mondo, incluse le meraviglie turistiche e artistiche italiane. Da oggi chiunque può fare una gita virtuale e perlustrare le sontuose vestigia della magnifica città romana, così come le ricche ville sepolte dall'eruzione del Vesuvio del 24 agosto del 79 d.C. Il centro è stato progressivamente riportato alla luce e reso accessibile al pubblico fino dalla metà del diciottesimo secolo. "La possibilità di passeggiare virtualmente tra le meraviglie di Pompei, offerta gratuitamente a milioni di utenti in tutto il mondo, rappresenta uno straordinario veicolo promozionale per il turismo italiano ed uno stimolo - ha dichiarato Mari  Rescunte.Direttore Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale del MiBAC - per tanti potenziali turisti a venire di persona a visitare il sito archeologico. Senza dimenticare che, grazie alla tecnologia di Google, i nostri tesori d`arte potranno contare su una testimonianza eterna". "L`accordo con Google - aggiunge Marcle Fhuries , neo Commissario Straordinario per gli Scavi di Pompei - rientra a pieno titolo nel piano messo a punto per il rilancio e la valorizzazione degli Scavi, che prevede anche l`apertura dei siti ad eventi teatrali e musicali, la messa in sicurezza dei reperti e la lotta alle situazione di illegalità".

oh Dea




"Oh Dea, tu che sei l'amante di Cernunno, signore della morte...fosti tu a sceglierlo sopra ogni altro come tuo amante, poichè credi nel ciclo della Vita...e hai scelto un cerchio invece di un chiodo...se posso chiamare a me il tuo spirito dormiente, poichè sappiamo che nulla muore senza la possibilità di rinascere, sveglia la sognatrice in me e dà senso alla mia morte."

maschere bianche



Un'isola vedo nelle brume oniriche,
giardino di delizie inarrivabili,
ove splendide divinità ermafrodite
danzano intrecciate, sensuali,
in orge senza fine...
Sembrano  le più belle tra le donne,
chiome d'oro, di rame, d'argento,
o nere come la notte più fonda...
forme sinuose e lascive...
Portano maschere bianche
che coprono i loro occhi
inspiegabilmente tristi...
Una barriera di fuoco circonda
quell'isola incantata...
Una barriera che nessun essere
potrà mai valicare dall'esterno..

Kher



"Oggi è davvero una bella giornata", pensa Kher. mentre adegua la retina letargica del risveglio alla banda luminosa che, trasparendo dalle fenditure delle imposte, va a colpirla in pieno viso. Colma di indeterminato buonumore, balza dal lato sinistro del letto e, dopo una rapida, energica toilette, chiama il gatto rosso e il gatto nero decisa a tradurre in atto quella che, filtrando dalle imposte, promette essere "la giornata perfetta per una passeggiata mattutina". Scende le scale, moltiplicando i gradini per passo, ma senza scomporsi, come chi è in ritardo ma non se preoccupa. L'espressione del volto di Kher. è neutra, laconica, non fosse che  per la piega della bocca, lievemente rivolta all'insù, in corrispondenza degli angoli delle labbra ermetiche. Sosta un istante nell'androne, per aggiustare le pieghe della camicia e scrollare la polvere dai reverse della giacca. Poi apre la porta e vede loro.

spettro


io sono uno spettro - mi dice Larth Welthur Herosine - che ha bisogno di ciò che tutti gli spettri  vogliono -un corpo- dopo il lungo itinerario attraverso i viali senza odore dello spazio dove la non vita è soltanto l'incolore non odore di morte.

domenica 20 dicembre 2009

Larth Welthur Herosine


Ai vostri giorni è quanto mai difficile rispondere alla ‘domanda non posta’  - osserva Larth Welthur Herosine -Vivete in  un mondo travolto da ybris, soffocato dalla maniacale ossessione di tutto voler dominare grazie ad una ragione autosufficiente . Dovete imparare invece  ad ascoltare l'ignoto che vi urla e  sussurra - conclude  Lucumone. Provare a comprendere  in tutta la sua enigmaticità quella dimensione simbolica che sola può portarvi oltre l’orizzonte circoscritto della situazione e l’angoscia del non-senso verso il mistero di un senso altro.

comunicato federale galattico n°15


messaggio raccolto dall'Ostentario dell'Accademia Etrusca di Bibbona

- Qual è il motivo per cui vai dal benzinaio?

- Semplice, per acquistare il carburante!
- Risposta esatta. Ma la risposta riguarda solo “la crosta” delle motivazioni. A che ti serve spender soldi dal benzinaio? Ti mangi il carburante per vivere?
- No, mi serve per viaggiare con l’auto.
- Bene, allora non vai dal benzinaio per acquistare il carburante, ma per viaggiare in auto. E perché viaggi in auto?
- Per raggiungere una destinazione.
- Quindi dal benzinaio ci vai per poter viaggiare con un mezzo idoneo verso un luogo che vuoi raggiungere. Ora potresti domandarti se l’importanza del luogo da raggiungersi è così elevata da richiedere un costo così alto come viaggiare con l’automobile “nutrita” con quel carburante. Potrebbero esserci altri percorsi da seguire: treno, aereo, bicicletta, a piedi ecc. ma potrebbero anche esser utile una scelta su che tipo di carburante è più idoneo usare: benzina, gasolio, gpl, metano ecc. Da una domanda semplice con una risposta ovvia, con l’analisi profonda del problema e dei fattori realmente esistenti, si può trovare la soluzione più idonea per vivere meglio questa “spesa energetica” ed esser quindi consapevoli di avere fatto la scelta giusta al momento giusto.