domenica 8 novembre 2009

DA DIONISO A JACKSON : IL TRANSESSUALE MOLTIPLICA L'IDENTITA'



Umpre Calurni
Fonte: La Repubblica

Se questo è l´uomo nuovo che stiamo creando, si tratta della più grave di tutte le regressioni
Bisessuali erano le divinità egiziane e greche, perchè il dio rappresenta l´unità primordiale
Più o meno tutti sappiamo che nessuno è "per natura" relegato in un sesso. Oggi, sia la biologia sia la psicologia ci dicono che attività e passività sono iscritte nel corpo di ogni individuo e non come termine assoluto legato a un determinato organo sessuale. Ma questa ambivalenza sessuale profonda deve essere ridotta, perché altrimenti sfuggirebbe all´organizzazione genitale e all´ordine sociale. Tutto il lavoro della cultura ha cercato, dall´origine dei tempi, di dissolvere questa realtà irriducibile, per ricondurla alla grande distinzione del "maschile" e del "femminile", intesi come due sessi pieni, assolutamente distinti e opposti l´uno all´altro.


Bisessuali erano le divinità indiane Dyaus e Parusa, egiziane come il dio Bes, greche come Dioniso, Attis, Adone. A differenza dell´uomo, infatti, il dio rappresenta quell´unità primordiale di cui la bi-sessualità è un´espressione. L´unità degli opposti è il suo tratto distintivo che gli umani collocano nel "sacro" (che in sanscrito vuol dire "separato"), da cui gli uomini sono attratti e al tempo stesso si tengono distanti, perché la confusione dei codici non consente la creazione di una società ordinata.


Questa differenza è ben segnalata da Eraclito che in proposito scrive: «Il dio è giorno e notte, inverno e estate, sazietà e fame, guerra e pace, e si mescola a tutte le cose assumendo di volta in volta il loro aroma». «L´uomo invece ritiene giusta una cosa e ingiusta un´altra e non si confonde con tutte le cose». L´indifferenziato è tratto divino da cui l´umano si separa instaurando le differenze che, sole, consentono un ordinato vivere sociale. Di questa evoluzione Platone ce ne dà in proposito una bellissima descrizione nel Simposio.


Da questo punto di vista non possiamo escludere che il transessuale con la sua con-fusione dei codici sessuali, possa costituire un richiamo archetipico a questa unità originaria segretamente custodita nel fondo della nostra natura, e opportunamente rimossa per costruire identità il più possibile definite in cui riconoscersi. Ma oggi abitiamo l´età della tecnica, dove la realtà tende sempre meno a ospitare l´antica differenza tra "natura" e "artificio", perché quando il mondo che abitiamo è il prodotto della nostra costruzione, solo un ritardo linguistico, può chiamare le scene del mondo che abitiamo "artificiali", tenendole distinte da quelle "naturali".


La "natura" e in particolare la "natura umana" hanno cessato da tempo di avere un contenuto preciso, e quindi di valere come referente e come limite. E il corpo del transessuale, prima di essere una deviazione dalla norma, è una conferma della caduta di questo referente. Ma là dove non c´è referente, dilaga la confusione dei codici, dove non è più ravvisabile un limite, una norma, un orizzonte, una misura, un´identità da salvaguardare, differenze da mantenere, per orientarsi in quell´universo di segni che l´immutabilità della natura rendeva possibili discernere e che l´avvento della tecnica, dal modo di nascere al modo di morire, dal modo di essere uomo o donna, persino dal modo di apparire giovani da vecchi, via via cancella, rendendo indiscernibili le differenze, le stagioni della vita umana, e quindi anche le identità sessuali.


Perché l´androginia di Madonna negli anni Ottanta e la più recente androginia di Michael Jackson hanno attratto così tanti fans? Solo per la loro musica o anche per l´oltrepassamento dell´identità sessuale che, a parere di Jean Baudrillard «accompagna l´oltrepassamento dell´identità politica, per cui è solo per una finzione che si continua a distinguere una destra o una sinistra, quando in verità lo specchio più fedele è la mutazione in atto che ha fatto del politico un transpolitico e del sessuale un transessuale?».


«L´uomo è un animale non ancora stabilizzato», diceva Nietzsche, e Pascal dal canto suo: «L´uomo supera infinitamente l´uomo». Nessuna obiezione quando il contesto era il mondo dello spirito, ma oggi tutto questo è diventato "corpo" e "carne". Per questo il transessuale ci inquieta, per questo lo teniamo ai margini e ai bordi. Ma la città è già assediata e attraversata da quella direzione e da quel senso che il transessuale indica con il suo stesso corpo: l´abolizione di ogni misura, di ogni limite, di ogni identità, e il progressivo avanzare dell´indifferenziato, da cui l´umanità, temendolo, si era distanziata, relegandolo nel mondo del sacro e del divino, a cui offriva sacrifici, non tanto per propiziarsi i favori degli dèi, quanto per tenerli lontani. Quando Dioniso entra nella città, ci racconta Euripide nelle Baccanti, tutto l´ordine viene sconvolto e ogni misura oltrepassata.


Moltiplicando i segni sessuali, il transessuale moltiplica i giochi, smantella il sesso come primo segno di identità per offrirlo come eccedenza di possibilità, e così configura quella nuova nozione di "individuo", tipico del nostro tempo, che si riconosce solo nella libertà illimitata, senza argini, senza confini, per poi finire col naufragare in quell´indifferenziato che gli uomini hanno immaginato all´origine del mondo, e da cui si sono distanziati per costruire il loro mondo, fatto di volti riconoscibili, per non implodere nella confusione dei codici e dei segni. Se questo è lo scenario, se questo è l´uomo nuovo che stiamo creando, la regressione implicita in questa creazione è la più grave di tutte le regressioni.

dedicato




Sai Katli,
Smettere per un pò di essere me
e diventare noi
è un sentimento fantastico

deliri

Non sarà la paura della follia a costringerci a tenere a mezz'asta la bandiera dell'immaginazione


Vi segnaliamo il libro “Deliranti” il destino della razza edito da MJM Editore
Un romanzo in stile fantasy che narra le vicende di un ragazzo che vive in un mondo post apocalittico, all’ interno di cupole costruite da un’ elite di potenti.
Una avvincente storia che ci trasporta in un futuro in cui l’ unica cosa importante e’ sopravvivere.

vorrei che in Etruria....




 Vorrei che l'Etruria 
 fosse ancora abitata da persone,
 invece che da automi.

Da gente che cammina per le strade
 parlando al vicino,
 invece che al telefonino.
Da gente che non ti chiede "scusa"
se ti tocca inavvertitamente.
Da gente che ha milioni di dei,
 invece di uno solo.
Da gente che mette nei suoi templi
 statue di coppie che fanno l'amore,
 invece che di vergini.
Da gente che da vecchia
 si prepara alla morte,
 invece di rimuoverla.



Termina Ctlina Smurtine e svanisce





solo chi non comprende
è veramente cieco
anche se passa
per le vie del mondo

Ctlina prosegue



L’eclisse sensato e sentito

non è nella febbre dei sensi

che si logorano e si consumano

Non è nel possesso del corpo

Ma nella passione completa

 

di tutto il proprio soffio vitale

 

Nel sacrificio

 

di tutto il proprio essere

 

Nell’annientamento

 

di tutto se stesso egoista

 

in favore anche dell’altro

 

Ctlina Smurtine


Per vivere una vita vera, completa,- mi spiega  Ctlina Smurtine - bisogna avere la possibilità di dar forma ed espressione ai propri mondi privati, ai propri sogni, pensieri e desideri; bisogna che il Tuo mondo privato possa sempre comunicare con il mondo di tutti. Altrimenti come facciamo a sapere che siamo esistiti?




firenze segreta


Non è facile inquadrare una chiesa se non ne conosci l’architettura, la storia, le ragioni della sua fondazione e il santo o la santa cui è stata dedicata. Ancora più difficile il compito di filmare una città, perché il tempo è sempre scarso, gli alberghi troppo cari e così il cibo. Il buon documentarista deve quindi fare presto e bene oppure affidarsi all’esperienza, filmare tutto il possibile ed aspettare poi che, in moviola, la città decida di rivelare la sua natura e suggerire i modi del montaggio e la scelta della musica. Firenze è una di queste città, forse la più terribile, perché tutti noi pensiamo di conoscerla e riteniamo di poterla filmare a cuor leggero. Purtroppo non è così; tutti conoscono Firenze, pochi sono i padroni della sua anima. Perché Firenze è un tutt’uno con i suoi abitanti, e le “storie” di un ponte o di una chiesa o di una statua, non sono mai storie semplici ma intrecciate più che alla leggenda, al carattere dei fiorentini. Così, se volete filmare Firenze, dovete farvi accompagnare da un fiorentino oppure leggere questo bel libro di Giuliano Cenci, fiorentino doc, professionista dei cartoons ( ha inventato e animato anche personaggi di altri autori, come il Lupo Alberto, Grisou, la Gabbianella e il gatto, la Pimpa e tanti altri) realizzatore nel 1970 del primo Pinocchio in disegni animati – sua la sceneggiatura, la regia, suoi i disegni e gran parte delle animazioni ! – che con maggior fortuna e più onestà dei distributori avrebbe potuto rappresentare l’inizio di una vera e propria industria italiana della “full animation”. In questo libro, Giuliano Cenci mette la sua fiorentinità a disposizione del viaggiatore attento; quello che non si limita a guardare un monumento e filar via, ma capace di lasciarsi prender un poco dalla sindrome di Stendhal e immergersi nelle cose che sta vedendo. Leggetelo, e scoprirete cose straordinarie non solo sulla storia di un monumento o sulla ragione di una colonna ma quel mistero incredibile che è l’anima di un fiorentino; quel loro essere cittadini italiani, certo, ma soprattutto cittadini di Firenze, quel loro essere crudeli talvolta anche fra di loro venando sempre la crudeltà con una sorta di fantasia e di ironia, quel loro sentirsi diversi persino dai fiesolani che sono a lì a due passi. E non vi stupirà venire a sapere che a Firenze, i diavoli “cantano” e leggere che Dio stesso – nella cronaca di Cenci sotto forma di sangue raggrumato in un calice benedetto – tratti il vescovo fiorentino con un famigliarissimo “ Tu mi hai ricevuto nudo, e nudo mi riporti”. Il che fa presupporre per i fiorentini una dimestichezza con il Padreterno non concessa agli altri abitanti della terra.




Non è strano,Principe, che gli uomini combattano tanto volentieri per una religione e vivano così malvolentieri secondo i suoi precetti?