Armanda Donatella Bertolina Sancasciani nasce il 7 Gennaio del 1950 a Torino ,lo stesso giorno 100 anni dopo di S.Bernadette da Lourdes.
Cresciuta nel capoluogo piemontese, sin dall'età adolescenziale si mette alla ricerca di una propria identità che ben presto la porterà a conoscere aspetti inusuali del mondo. Capisce ben presto che per andare alla ricerca della verità, non solamente fisica, metafisica, sociale o artistico, deve accumulare una serie di esperienze in grado di creargli un bagaglio culturale, capace di aprirgli la strada futura per ogni sua ricerca e sperimentazione.
Misteriosa è la vita di questa donna, che si è sempre mossa con passo svelto e silenzioso tra le vie di una città come in mezzo ai campi della campagna, protagonista spesso di importanti eventi mondani, ha sondato con occhio attento e curioso, molto spesso ironico, ogni possibile aspetto della natura umana, traendone linfa vitale per la sua intera esistenza. Durante la sua vita ha intrapreso innumerevoli quanto mai a volte singolari mestieri: ballerina, modella, cartomante, colf, disegnatrice, pittrice, segretaria, fotografa, ecc. In ogni lavoro ha sempre messo impegno, amore e dedizione, cercando di sviscerarne i contenuti, modificandoli al suo estro creativo personale, lasciando un impronta per quanto indelebile del suo passaggio.
Personaggio eccentrico e poliedrico è quello che nasce da tutte queste esperienze, personaggio talmente cosmopolita da rendere vana ogni teoria sulla globalizzazione, in quanto lei stessa è diventata l'idea globalizzante (totale) per eccellenza. Da tutto questo non poteva che nascere un idea evanescente, impalpabile, ma talmente presente e non quantificabile come la sabbia fine di un deserto.
Una personalità così ampia che sembra sempre uguale, ma come ogni deserto che si rispetta ha al suo interno sterminate lunghezze per meditare con la calma necessaria e microcosmi dove si avverano i più miracolosi esempi di vita. In questi ultimi anni la sua inesauribile sperimentazione, si è affinata maggiormente attraverso l’installazione e la fotografia. Ma è soprattutto in quest’ultima dove ha raggiunto gli esiti più alti, riportando la fotografia stessa a dei livelli di primordialità tali, da ribaltare ogni regola del fotografare. Per Armanda fotografare diventa un esigenza interiore immediata, istantanea come il momento in cui in un semplice scatto, si ferma il tempo di azione dell’immagine che diventa fotografia. Volutamente si dimentica anche delle più elementare nozioni, la luce, i chiaroscuri, i contrasti, l’inquadratura non sono mai attentamente studiati, ma frutto della più disparata casualità, lasciando all’incertezza il compito di esprimere ciò che in questo mix di sana incoscienza si è creato. Gli esiti in più di un caso sono sconvolgenti, il fotografare diventa un esperienza unica, la creazione “pura”. Qualsiasi concetto filosofico, ogni regola canonica del fotografare o più in generale del fare Arte, viene rimessa in discussione, lasciando che l’immagine si esprima da sola e che diventi “Arte” per una serie di coincidenze. Per quanto inaspettata, sono presenti tutti i germi per una vera rivoluzione artistica, perché è il concetto di base che viene scardinato lasciando che il “tutto” sia manifestazione del creato. Nelle sue fotografie l’Arte è insita nella quotidianità, nell’essere normale, anche banale, ma con dietro celata tutta la complessità di un mondo, che non sarà mai completamente svelato.
Conoscere l’opera di Armanda Bertolina è come intraprendere un viaggio appassionante tra i meandri più misteriosi della natura umana, un viaggio che si concluderà ad una meta dagli esiti incommensurabili.