martedì 13 ottobre 2009

come vorrei che fossi qui



pensi di saper distinguere il paradiso dall'inferno?
I cieli azzurri dal dolore?
Sai distinguere un campo verde da una fredda rotaia d'acciaio?
Un sorriso da un pretesto?
Pensi di saperli distinguere?
E ti hanno portata a barattare i tuoi eroi fantasmi?
Ceneri calde con gli alberi?
Aria calda con brezza fresca?
Un caldo benessere con un cambiamento?
e hai scambiato un ruolo di comparsa nella guerra
con il ruolo di protagonista in una battaglia?
Come vorrei, come vorrei che fossi qui .

Siamo solo due anime sperdute
Che nuotano in una boccia di pesci
Anno dopo anno
Corriamo sullo stesso vecchio terreno
E cosa abbiamo trovato?
Le solite vecchie paure .
Vorrei che fossi qui ...

Bilancia e i suoi cristalli


La Bilancia è un segno d’aria, settimo dello zodiaco, governato da Venere. Questo pianeta, simbolo della femminilità, è legato all’infanzia e regola l’apprendimento e la comprensione del mondo che ci circonda. Conferisce grande immaginazione, una mente fertile e buona memoria. Dona fascino e bellezza, piacere per l’amicizia, la comodità ed il lusso. I suoi colori sono il rosa e il verde.La Bilancia è connessa con il chakra del cuore e dal punto di vista fisico governa i reni, la vescica e gli organi sessuali interni. Le caratteristiche del segno sono la ricerca della giustizia, l’equilibrio, la socievolezza, l’amore per l’arte e la bellezza. Stabilisce buone relazioni d’amore e di amicizia con Acquario, Sagittario e Gemelli.È un segno a cui si addicono tutti i cristalli di colore rosa o verde, che lavorano sul chakra del cuore, ma anche alcune pietre azzurre o bianche trasparenti. Secondo gli esperti dei cristalli, il quarzo rosa con la sua dolce vibrazione, la nutre emotivamente e la sostiene negli affetti. La kunzite rosa potrebbe alleviare la Bilancia che soffre di disturbi del sistema nervoso, rinforzare la memoria e donarle vitalità. La giada, potrebbe essere utile per i reni e per la ritenzione dei liquidi, ponendo i nativi della Bilancia in sintonia con le energie positive della natura. Gli studiosi delle pietre affidano alla malachite i disturbi dello stomaco e quelli legati agli organi genitali femminili. Promuove lo spirito d’amicizia, l’amore per le cose belle e la giustizia. Lo smeraldo potrebbe, invece, stimolarne la crescita interiore, la sensibilità e l’armonia, l’aiuta a superare i momenti difficili e “rafforza” il cuore ed il fegato. L’opale nobile con le sue tonalità verdi, azzurre e rosate la fa sentire rilassata e in pace con sé stessa. Lo zaffiro ne amplia conoscenza e saggezza. Potrebbe inoltre avere un effetto calmante e rassicurante, rafforzare la volontà e rigenerare il sistema nervoso. Il turchese l’aiuta nei rapporti di amicizia e le dona armonia, conferendole anche un effetto rilassante. L’acquamarina le dona fiducia in sé e la rende perseverante. Le regala un senso di leggerezza e di tranquillità. Il diamante infine ne incoraggia la libertà di pensiero, sostiene il suo senso morale e la voglia di giustizia. La aiuta se deve affrontare importanti cambiamenti nella vita.I nativi del segno potranno scegliere uno di questi cristalli da portare secondo le necessità. Per periodi più o meno lunghi fino a raggiungere gli scopi prefissati. Si ricorda l’importanza di purificarli al momento dell’acquisto e durante l’uso e di ricaricarli ogni 15-20 giorni.

Ekatlos,eroe etrusco armato d'aratro



Sulla rivista Krur, diretta da Julius Evola, nel dicembre 1929 apparve un enigmatico articolo dal titolo: La Grande Orma: la scena e le quinte. In esso erano narrate le vicende di un gruppo esoterico che, dall’inizio del Novecento, con le “armi“ della magia aveva tentato di influenzare i destini d’Italia: dall’esito della Grande Guerra al carattere romano assunto dal nascente fascismo.Lo scritto, esemplificativo delle attività dei circoli iniziatici italiani, suscitò negli studiosi molta curiosità e una profusione di scritti. Ma un punto è rimasto sinora insoluto: quale significato si celava dietro l’enigmatico pseudonimo di Ekatlos attribuitosi dall’autore?Molto si è discusso sul significato di questo nome, ricollegandolo, a volte con un inesistente corrispondente maschile di Hecate (la dea della magia), a volte con un epiteto dato ad Apollo, nella sua manifestazione distruttrice, Ekatabolos (letteralmente “colui che lungi saetta”); o, infine, ad un’interpretazione errata data ad una parola, Kalatorem, iscritta sul Lapis Niger1. Tutte queste congetture si sono rivelate inesatte.Un passo di Pausania (II secolo e. v.) sembra ora gettare una nuova luce sulla spinosa questione. Lo storico anatolico, nella sua Periegesi della Grecia, si soffermò, infatti, a descrivere la Stoà Poikile di Atene con le sue pitture narranti le gesta eroiche degli ateniesi. Di fronte al dipinto rievocante la famosa battaglia di Maratona contro i Persiani, egli menzionava un eroe armato di aratro, chiamato dagli Elleni Echetlos.Nel prosieguo dell’opera, descrivendo il demo di Maratona, Pausania tornò su questo eroe, fornendo maggiori ragguagli sulle sue gesta:
“Dicono anche che in quella battaglia si trovò presente un uomo rozzo d’aspetto e vestito da contadino, il quale, dopo aver ucciso molti barbari brandendo un aratro, finita la battaglia non fu più visto. E quando gli ateniesi chiesero all’oracolo chi egli fosse, il Dio non diede chiarimento sul suo conto, ma li invitò a onorare come eroe Echetleo (quello della stiva dell’aratro)”.(XXXII, 5 ).
Echetlos, nel mito ellenico, avrebbe svolto, dunque, una funzione soterica, arrestando l’avanzata del nemico e salvando la patria dall’invasione straniera. Un ruolo analogo, quindi, a quello che i Romani attribuivano ai Castores, allorquando, come narra lo storico Dionigi d’Alicarnasso nelle sue Antichità Romane (VI, 13), nella battaglia del Lago Regillo, i due Gemelli Divini combatterono a fianco delle legioni, contro i Latini e i loro alleati, determinandone la vittoria.Ma vi è un’ulteriore dato interessante riguardo la figura di Echetlos, ovvero la sua ricorrente apparizione, come tema iconografico, sulle urne cinerarie etrusche.Queste urne, provenienti in larga parte da Chiusi e Volterra, sono in numero considerevole, tanto da spingere alcuni studiosi a considerare quello dell’“eroe armato di aratro” uno dei motivi iconografici etruschi più ricorrenti.In sintesi, la scena si compone, al di là di numerose varianti, di un eroe seminudo in atto di colpire con il timone di un grosso aratro un nemico inginocchiato o steso a terra; alla scena assistono altri personaggi in armi, interpretabili ora come nemici, ora come compagni di Echetlos. In alcune urne appare, a volte, anche un’entità alata, Vanth, la quale poggia una mano sul guerriero soccombente ad indicarne, in questo modo, la morte ormai prossima.L’identificazione dell’“eroe armato di aratro” delle urne etrusche con l’Echetlos del mito greco la si deve allo storico dell’arte tedesco Johann Joachim Winckelmann (1717–68). Dopo di lui, molti sono stati gli studiosi che hanno seguito un così autorevole parere. Ma già dall’Ottocento alcuni archeologi hanno messo in discussione tale opinione, ipotizzando, sulla base di minute ricerche, che su questo gruppo di urne fosse rappresentato un mito nazionale etrusco. In particolare, si sottolineava come in nessuna delle urne etrusche i nemici dell’eroe armato di aratro fossero caratterizzati dai costumi tipici dei persiani.A nostro avviso le due interpretazioni non si escludono a vicenda, in quanto è possibile che l’“eroe armato di aratro“ etrusco e l’Echetlos ellenico rappresentino differenti manifestazioni di un medesimo archetipo mitologico: un eroe primordiale, legato alle forze della terra, che interviene a difesa della patria contro l’invasore straniero. Ma torniamo all’articolo dal quale siamo partiti, chiedendoci se il misterioso scrittore conoscesse la raffigurazione etrusca.Un piccolo indizio ci permette di rispondere in maniera affermativa: una di queste urne con l’“eroe armato di aratro“ era, infatti, esposta nel museo Kircheriano di Roma, museo che l’esoterista, nell’ambito del suo articolo, dimostra di conoscere bene.Seguendo tale interpretazione, poi, risulterebbero maggiormente intelligibili alcuni tra i passi più controversi dello scritto di Ekatlos, in particolare il punto in cui viene narrato il ritrovamento di alcuni oggetti rituali romani e una benda contenente la prescrizione di un rito:
“Ed il rito fu celebrato – narra l’esoterista – per mesi e mesi, ogni notte, senza sosta. E noi sentimmo, meravigliati, accorrervi forze di guerra e forze di vittoria e vedemmo balenar nella sua luce figure vetuste ed auguste degli “eroi” della razza nostra romana“.
Ekatlos metteva, poi, in relazione il ridestarsi di tali forze occulte con gli avvenimenti occorsi all’Italia durante la Prima Guerra Mondiale:
“1917. Vicende varie. E poi il crollo. Caporetto. Un’alba. Sul cielo tersissimo di Roma, sopra il sacro colle Capitolino, la visione di un’Aquila; e poi, portati dal suo volo trionfale, due figure corruscanti di guerrieri: i Dioscuri. Un senso di grandezza, di resurrezione, di luce. In pieno sgomento per le luttuose notizie della grande guerra, questa apparizione ci parlò la parola attesa: un trionfale annuncio era già segnato negli italici fasti”.Il nome di Ekatlos non fu, dunque, scelto a caso ma doveva indicare, a chi era in grado di interpretarlo, che una forza arcaica, primordiale, era stata destata in quel tragico frangente a difesa del suolo patrio, fermando, ancora una volta, il barbaro invasore

Sheep - Pink Floyd


http://youtube.com/watch?v=F5njyzcqeOo
PECORE
Innocuamente trascorrendo il tempo in un lontano pascolo
Solo vagamente consapevole di un certo disagio nell'aria
E' meglio che tu stia attento
Ci potrebbero essere dei cani in giro
Ho guardato oltre il Giordano,
e ho visto
Che le cose non sono quello che sembrano
Cosa ottieni facendo finta che il pericolo non è reale?
Mite e obbediente segui il capo
Lungo sentieri ben battuti nella valle d'acciaio
Che sorpresa!
Uno sguardo di shock nei tuoi occhi
Ora le cose sono proprio quello che sembrano
No, questo non è un brutto sogno
Il Signore è mio pastore,
non avrò bisogno di nulla
Egli mi fa giacere
In verdi pascoli,
mi conduce presso calme acque
Con luccicanti coltelli
Egli libera la mia anima
Mi fa penzolare dall'alto,
appeso a ganci
Mi trasforma in braciole d'agnello
Perchè Egli ha grande potere,
e grande fame
Quando viene il giorno noi esseri inferiori
Attraverso calme riflessioni,
e grande impegno
Padroneggiamo l'arte del karate
Sì, noi ci rialzeremo
E faremo lacrimare gli occhi di quel bastardo
Belante a balbettante
mi sono precipitato sul suo collo con un grido
Ondate e ondate di vendicatori impazziti
Marciano allegri fuori dall'oscurità dentro il sogno
Avete sentito la notizia?
I cani sono morti!
E' meglio che stiate a casa
E facciate quello che vi viene detto
Levatevi dalla strada
se volete arrivare alla vecchiaia

Sapevate di questa canzone dei Pink Floyd?

acqua alla gola


la Nasa ha bombardato la Luna per cercare l’acqua.
Appena la “vita” percepisce che da qualche parte nel cosmo
vi è qualcosa che può farle gola
si comporta sempre nello stesso modo:
attacca, distrugge, saccheggia.
Un satellite inanimato subisce un attacco missilistico
da un pianeta animato.
Ciascuno ne tragga le sue conclusioni

preghiera in etrusco

UNA PREGHIERA IN ETRUSCO

epnsvalanthuichthismczfumlecacias epesccvevalanthucenverzlvemnclimiznlaneiumslelanhvun csansulilehvsanlansenvmesafmirethura amn

cattedrali gotiche


Basta trovare la pietra giusta e rimuoverla: l'intera cattedrale si affloscerà come un castello di carte. Questa è una delle numerose leggende a proposito delle Cattedrali Gotiche, strutture svettanti verso il cielo ed architettonicamente arditissime, sostenute da un gioco di spinte, controspinte e "chiavi di volta" tanto bilanciato da far pensare, appunto, che togliere un solo elemento la chiave di tutte le chiavi provocherebbe un'i narrestabile reazione a catena. C'è chi afferma che i loro costruttori fossero gli eredi spirituali di Hiram, il mitico architetto dell'antico Tempio di Gerusalemme: sarebbero stati i Cavalieri Templari a indagare sugli antichi segreti ebraici nascosti nel sottosuolo di quel paese, a scoprire, in qualche nascondiglio sopravvissuto alla distruzione del Tempio, le "Leggi Divine dei Numeri, dei Pesi e delle Misure" che governano questo tipo di costruzioni.
[Le cattedrali gotiche] cominciarono a sorgere "d'improvviso" attorno al 1128, proprio quando i
Templari ritornarono in Francia, e risulta molto difficile considerarlo una logica evoluzione del pre cedente stile romanico; i loro edificatori appartenevano a delle corporazioni con fortissime componenti esoteriche (i Compagnons e i Maçons ). La maggior parte delle cattedrali sorgono su luoghi sacri precedenti, so prattutto quelli in cui si praticava il culto della Grande Madre, oppure su punti tradizionalmente considerati "nodi" di correnti terrestri; le decorazioni delle loro facciate, le statue che adornano i transetti e le navate, le vetrate, i disegni dei pavimenti sono letteralmente gremiti di simboli magici, esoterici, alchemici.
..La precisa disposizione delle cattedrali gotiche le trasformerebbe in veri e propri ricevitori della potenza solare (proveniente dal Cielo) e di quella lunare (proveniente dalla
Grande Madre nascosta nelle viscere della Terra); in tal modo le due forze percorrerebbero "la colonna vertebrale dei fedeli, aprendoli all'illuminazione". Nei sotterranei di molte cattedrali gotiche si trovano pozzi la cui profondità corrisponderebbe all' altezza della guglia più alta, in modo di creare una sorta di simmetria tra Cielo e Terra. ..