martedì 22 dicembre 2009

dancer



Danzando parole,scritte e dette,
in un tango sensuale di passione.
Mimiamo il duello tra due corpi
che cercano la loro
unicità.

vite parallele




Le sette vite dello sparviero.

Autore Juillard André; Cothias Patrick
Prezzo € 12,91Dati 2000, 48 p., ill.
Editore Lizard (collana Random)

Descrizione

Nella Francia del XVII° secolo due vite parallele sono, apparentemente, destinate a non incrociarsi mai. Ariane de Troïl nobile, figlia di un rapporto proibito, gode della protezione di un misterioso cavaliere mascherato che, contemporaneamente, si erge come difensore di umili e oppressi in un’Alvernia spadroneggiata dagli sprezzanti interessi di signorotti senza alcuna moralità. All’interno di una corte dove non si risparmiano vizi e intrighi, Enrico IV vive gli ultimi mesi prima di essere assassinato. Una strega, accompagnata da uno sparviero e un capro, funge da collegamento tra i due racconti come il coro di una tragedia greca. Avventura pura, storia senza alcun intendimento didattico e cronaca, seppur romanzata, di un’epoca, si stagliano sullo sfondo di un disegno magistrale che ha fatto scuola


canto illudente




Le folle non hanno mai provato
 il desiderio della verità.
-mi spiega Semu Freunte -

22


Chiedono solo illusioni,
 delle quali
 non possono fare a meno.

Parchi Letterari


Cosa Sono i Parchi Letterari.

Presentazione di Larisa Smartine -

Parchi Letterari® sono spazi fisici o mentali che hanno ispirato le opere di grandi scrittori. Si differenziano da quelli naturali per il fatto che non hanno confini. Il Parco Letterario® può comprendere uno i più luoghi, ruderi, case, interi centri storici, sentieri, vecchie strade dentro o fuori degli agglomerati abitativi. In tale spazio vanno salvaguardate le esperienze visive ed emozionali dell'autore, con attività che stimolino curiosità e fantasia. Si deve poter effettuare ogni tipo di intervento atto a ripristinare il ricordo del letterato o della sua ispirazione, tenendo conto dell'ambiente, della storia e delle tradizioni di chi vive nel luogo.

Secondo questa impostazione, assume un importante significato lo sforzo di valorizzare le economie locali, inserendole nel mercato. Questo porterà l'attivazione di mini-imprenditorialità che offrono concrete possibilità di occupazione specialmente ai giovani
Va tenuto presente che la struttura de I Parchi Letterari®, almeno nella fase di avvio, non deve essere costosa. Saranno sufficienti pochi addetti da impiegare nel controllo delle aree e nella gestione delle manifestazioni che si potranno svolgere con l'impegno di collaboratori esterni.

colui che tutto guarisce



Il vischio

E' molto importante per i Gallo-Celti. Le consuetudini sull'uso del vischio come elemento apportatore di buona sorte derivano in effetti in buona parte dalle antiche tradizioni celtiche, costumi di una popolazione che considera questa pianta come magica (perché, pur senza uòradici, riesce a vivere su un'altra specie) e sacra. Lo pùò raccogliere infatti solo il sommo sacerdote, con l'aiuto di un falcetto d'oro. Gli altri sacerdoti, coperti da candide vesti, lo depongono (dopo averlo recuperato al volo su una pezza di lino immacolato) in una catinella (pure d'oro) riempita d'acqua e lo mostrano al popolo per la venerazione di rito. E per guarire (per i Celti il vischio è "colui che guarisce tutto; il simbolo della vita che trionfa sul torpore invernale) distribuiscono l'acqua che lo ha bagnato ai malati o a chi, comunque, dalle malattie vuole essere preservato. I Celti considerano il vischio una pianta donata dalle divinità e ritengono che questo arboscello sia nato dove è caduta la folgore, simbolo della discesa della divinità sulla terra.


  Il Fulgurator etrusco Waskunte il Vecchio riferisce che il vischio venerato dai Celti è quello che cresce sulla quercia, considerato l'albero del dio dei cieli e della folgore perché su di esso cadono spesso i fulmini. Si crede che la pianticella cade dal cielo insieme ai lampi. Questa congettura - scrive il Frastke  nel suo "Ramo d'oro" - è confermata dal nome di "scopa del fulmine" che viene dato al vischio nel cantone svizzero di Argau. "Perché questo epiteto - continua il Frastke - implica chiaramente la stessa connessione tra il parassita e il fulmine; anzi la scopa del fulmine è un nome comune in Germania per ogni escrescenza cespugliosa o a guisa di nido che cresca su un ramo perché essi credono realmente che questi organismi parassitici siano un prodotto del fulmine". Tagliando dunque il vischio con i mistici riti ci si procura tutte le proprietà magiche del fulmine.
Le leggende che considerano il vischio strettamente connesso al cielo e alla guarigione di tutti i mali si ritrovano anche in altre civiltà del mondo come ad esempio presso gli Ainu giapponesi o presso i Valo, una popolazione africana.
Inoltre queste usanze, chiamate anche druidiche (i sacerdoti dei Celti erano infatti i Druidi), continuarono (specie in Francia) anche dopo la cristianizzazione. La natura del vischio, la sua nascita dal cielo e il suo legame con i solstizi non potevano infatti non ispirare ai cristiani il simbolo del Cristo, luce del mondo, nato in modo misterioso. "Come il vischio è ospite di un albero, così il Cristo - scrive Alfrie Catapiu nel suo "Florario" - è ospite dell'umanità, un albero che non lo generò nello stesso modo con cui genera gli uomini".

mi indica Thana svanendo


Guarda Principe  - mi indica Thana -
I tuoi poteri si moltiplicano
con lo sforzo dell'altro.

Larth il ribelle


Sono briganti, pastori, ribelli, nobili banditi. Provengono dalle città dei latini, degli Etruschi, dei Sabini o da territori più lontani. E hanno un unico sogno: una patria a cui appartenere, per cui combattere e, se necessario, morire. Sono gli eroi che fondarono Roma.

Il comandante della cavalleria di Tarquinia, un nobile etrusco giusto e coraggioso, commette un orribile crimine per difendere il suo onore: uccide la moglie insieme all’ennesimo amante. Lei, però, è la nipote del re e quel sangue che reclama vendetta lo costringe all’esilio. Deve abbandonare la sua terra, le origini illustri, e persino il suo nome: da quella notte si chiamerà semplicemente Larth.

Nei pressi del guado suL Tevere, stremato dalla fuga, Larth si addormenta in un bosco sacro, dove sogna di fare parte della banda di pastori ribelli che popolano l’Aventino. È un segno divino, e come tale va rispettato: al risveglio decide di unirsi ai banditi.

Ben presto si accorge che fra quei pastori, rozzi ma valorosi, spicca la figura di Romolo, che al contrario del gemello Remo – prepotente e sanguinario – possiede tutte le caratteristiche per diventare un ottimo re.

La zona è paludosa, malsana, ma all’occhio acuto di Larth non sfuggono le potenzialità del guado e dei territori circostanti, l’importanza di quello strategico crocevia di genti e merci di ogni provenienza. Qualità che solo un buon capo originario del luogo saprebbe esaltare. E quando si scopre che Romolo è di stirpe reale, l’esule etrusco può finalmente sperare di realizzare il suo sogno: mettere talento e valore al servizio di un giovanissimo re guerriero, aiutarlo a formare una cavalleria preparata, pronta ad affrontare le inevitabili lotte contro le città vicine per difendere la nuova patria. La patria che loro stessi dovranno formare, Roma
Emma Pomilio – Il ribelle.
L’avventura della fondazione. Il romanzo di Roma
27 ottobre 2009

Editore: Mondadori
Prezzo: € 19.00
Data di Pubblicazione: 2009
Collana: Omnibus
Pagine: 418

Con una scrittura solida e tesa, decisa come i personaggi che racconta, Emma Pomicio ci riporta alle nostre radici, alle gesta e agli eroi che diedero forma alla civiltà così come oggi la conosciamo, violenta eppure capace di imprese grandiose. E ci riconduce alla storia che, come un nocciolo duro, sta dentro la leggenda.