venerdì 30 aprile 2010

stregata mente


Mi piace ascoltare il silenzio oggi ;
voglio sentire il mormorìo delle fronde degli alberi,
il suono del vento, che mi accarezza,avvolgendomi  dolcemente
quasi fosse una tenera,sfrenata  strega amante.

Valpurga night


Principe Etrusco di Pisa chiede all'Aruspice Zilunte di parlargli della notte più magica e potente dell'anno,la notte detta "di Valpurga".
"Anticamente fra i Celti la notte fra il 30 aprile e il 1° maggio segnava il passaggio alla bella stagione- mi spiega Zilunte . Una notte di veglia, una specie di capodanno primaverile, durante la quale si susseguivano danze e banchetti in un'atmosfera orgiastica aspettando il nuovo giorno che segnava l'inizio del trionfo della luce sulle tenebre e quando si sarebbe celebrata la festa di Beltane da cui sarebbe derivato il Calendimaggio medievale. Sulla notte, si diceva, vegliava la Grande Madre della fertilità che governava il destino dei viventi e dei morti. Con la cristianizzazione dell'Europa centrale la notte del 30 aprile subì una metamorfosi perché si raccontava che vi si dessero convegno spiriti inferi, streghe e stregoni che si dovevano espellere grazie all'intercessione di santa Valpurga: una monaca inglese (710-778), diventata badessa del monastero tedesco di Heidenheim presso Eichstatt, dove fu sepolta il 1° maggio 871 nella chiesa di Santa Croce, che ha ereditato le funzioni della Grande Madre e ha dato il nome alla notte, chiamata popolarmente «la notte di Valpurga».
La coincidenza calendariale l'ha trasformata dunque nella santa che protegge dalle streghe: dalle pietre dove le sue ossa furono sepolte, sgorgava il miracoloso «olio di santa Valpurga» che fra le tante virtù avrebbe avuto anche quella di proteggere dalle stregonerie. Il 1° maggio, cacciate le streghe, ovvero ricacciati i morti negli inferi, si portava e si porta ancora, dove la tradizione è sopravvissuta, un albero dal bosco collocandolo in mezzo al paese: è l'Albero di Maggio o semplicemente il Maggio.
«Nella Svezia, il 1° maggio - continua Zilunte  - si soleva portare nei villaggi un gran pino che veniva adornato di nastri e drizzato in piedi; poi il popolo vi danzava allegramente intorno a suon di musica. L'albero verde restava nel villaggio sostituito da uno fresco il 1° maggio seguente...». Sull'albero sfrondato, cui rimaneva soltanto una corona di foglie, venivano posti salsicce, dolci, uova e altri cibi oltre a nastri variopinti. I giovani vi si arrampicavano per impossessarsene: una sopravvivenza di queste usanze si ritrova negli Alberi della Cuccagna delle vostre fiere. Quell'albero - termina l'Aruspice Etrusco  -  altro non era che il simbolo dell'Albero Cosmico, le cui fronde si trovano di là dal visibile, nel non manifestato, analogo alla scala di Giacobbe, asse del mondo grazie al quale si può giungere alla comunione divina".

giovedì 29 aprile 2010

prove


 Dice Omne Maghi di essere sistematicamente ascetici o eroici in piccole cose superflue  .Fare ogni giorno qualcosa soltanto perché non se ne avrebbe voglia, così che quando arrivi il giorno del bisogno non ci trovi impreparati ad affrontare la prova.

mi spiega Omne Maghi


Nessuna carovana ha mai raggiunto il suo miraggio,Principe, 
mi spiega  l'Etrusco  - 
ma sono sempre stati i miraggi a far muovere le carovane.

mercoledì 28 aprile 2010

oggi Wezak,plenilunio del Toro


Principe Etrusco di Pisa chiede a Masne Hapsnei di parlargli del Wezak di oggi  e della corrispondenza con il Plenilunio del Toro.
" Anche rispetto la data del Wesak in corrispondenza del plenilunio del Toro vanno fatti alcuni chiarimenti per sgombrare il campo da ogni tipo di fraintendimento - mi spiega Masne .
La scelta di far corrispondere il Wesak al plenilunio del Toro, corrisponde ad un'esigenza del calendario occidentale, che non è lunare ma bensì solare. Il segno del Toro, che cade nel periodo tra il 21 aprile e il 20 maggio, è quello che maggiormente corrisponde al mese di Vaisakha indiano  (maggio), e d'altra parte rispetto alla flessibilità delle date di celebrazione etrusche  derivanti dai calendari lunari (vedi Quando viene celebrato il Vesak nella sezione Vesak Buddista etrusca ), assicura una data certa.
Quando il plenilunio del Toro si verifica nel mese di maggio avanzato allora corrisponde con il plenilunio del rituale buddista, se invece cade in aprile o ai primi di maggio è generalmente disgiunto da tale rituale commemorativo etrusco.
Tuttavia, dato che anche nella tradizione buddista etrusca  esistono diverse date per la celebrazione del Vesak e che comunque, in ogni caso viene ritenuto sacro l'intero mese di Vaisakha, direi che si può tranquillamente considerare come momento adeguato per la celebrazione del Vesak-Wesak il periodo che va dal primo plenilunio del segno del Toro alla festa del Saka Dawa ai primi di giugno.


Secondo l'insegnamento esoterico del Lucumone Hansnai , la celebrazione del Wesak Acquariano ha luogo durante il plenilunio del Toro e costituisce un momento privilegiato per un lavoro rituale di collegamento tra l'umano e il divino.
I pleniluni, come anche i solstizi e gli equinozi, rappresentano dei punti salienti del ciclo soli-lunare, e sono numerose le tradizioni che hanno collocato le principali feste religiose in queste particolari situazioni di allineamento astronomico.
Il plenilunio costituisce un allineamento perfetto tra il Sole, la Terra e la Luna; è il momento di massimo afflusso di energia solare sul nostro pianeta.
Schema astronomico delle fasi lunari: un ciclo lunare dura circa 29 giorni. Si nota che al momento del plenilunio la Luna è opposta al Sole e non ostacola quindi l'afflusso di energia solare sulla Terra.
Dal punto di vista esoterico al momento del plenilunio è come se una porta venisse aperta fra il Sole e la Luna. La fascia di luce dorata, che si estende fra i due corpi celesti irradia la superficie della Luna completamente, rendendo possibili alcune rivelazioni e trasformazioni della coscienza dell'umanità.
Il rito del plenilunio è una meditazione di gruppo che si sviluppa secondo un percorso fisico e simbolico preciso. E' caratterizzato da varie tappe e serve a coordinare il lavoro dei singoli individui affinché possano partecipare in modo ottimale all'opportunità offerta dall'apertura di questa porta spirituale a livello planetario.
Secondo me conclude Masne, tra i dodici pleniluni che corrispondono ai segni dello zodiaco, il Wesak, il plenilunio del Toro, rappresenta l'apice dell'invocazione a livello planetario.

Ramthie,il Pershu - 8 -


Una folata improvvisa spazzò via le ultime foglie secche e fece mormorare gli alberi già vestiti del verde manto primaverile. Suoni o fruscii? Solo il vento o l’ umano vociferare di una moltitudine percorrevano l’aria? Si guardarono intorno per cercare di capire l’incomprensibile ma non avevano paura, ora che l’eterno varco si era riaperto. Per sempre ? Per uno solo e per l’ultima volta?

martedì 27 aprile 2010

surrround

Tutto quello che è passato, e già passato e non posso cambiarlo.
Quando sono nei vostri occhi , che cosa ho bisogno?
C'è qualcosa di più grande di quello?
Non ho mai sognato che avrei mai potuto vivere una vita in questo modo
Restiamo nel presente, non abbiamo tempo da perdere , i secondi sono preziosi per me
Non posso pensare al passato, la mia vita è ancora davanti a me
Ora io sono con voi e con voi voglio vivere.

domenica 25 aprile 2010

smile

25
La vita è un gioco.
Per vincere devi prenderlo molto sul serio
senza prenderti troppo sul serio.

Sorridi ogni volta che ti ricordi di essere divino
e che tutto ciò che attraversi
in fondo sei stato tu a causarlo.

Quando imparerai a conoscere la tua potenza
ti amerai profondamente.

Non sottovalutare la potenza che risiede nei tuoi compagni di viaggio.
Anche loro stanno giocando una partita
a te ignota.

Mira al perfezionamento di te stesso
in ogni istante della tua vita.
E' l'unico modo perché anche gli altri facciano altrettanto.


La vita è un gioco di squadra.
Rispetta le regole,
dai il meglio di te,

Aspettati sempre il meglio dai tuoi compagni,
e gioisci di ogni tuo successo.

E sorridi.
La vita è un gioco che ricomincia sempre.

Finché non taglierai il traguardo
e voltandoti indietro sarai felice...
Buon compleanno!

venerdì 23 aprile 2010

- mi consiglia Larth Clisna Sepu


Mai prendere tutto  per scontato Principe
- mi consiglia Larth Clisna Sepu .
Tieni  tutte le persone vicino al tuo cuore
perché potresti  svegliarti un giorno e  renderti conto che hai perso un diamante
mentre eri troppo occupato a raccogliere pietre.

- chiedo a Sepu -


Perché i desideri non si realizzano e i sogni non si avverano?
 - chiedo a Sepu -
 Per far sì che ciò avvenga, bisogna sapere come fare, mi risponde l'etrusco  . E per farlo devi  imparare ad ascoltare  il “fruscio delle stelle del mattino”, la voce senza parole, la riflessione senza pensieri, il suono senza volume.

giovedì 22 aprile 2010

Ramthie, Il Phersu - 7 -

Belva divorante.
Artigli,lunghi e pericolosi,
mortali al semplice tocco...
Occhi,occhi rossi come brace ardente,
sguardo malefico e bramante di sangue...
Zanne,affilate come rasoi,
pronte a penetrare, a strappare la carne viva,
a mordere con tutta la loro forza.
Sangue,
sangue che schizza dalla giugulare recisa,
sangue copioso del rosso più  acceso,
sangue dolce e puro...
Sangue e carne, notte di nutrimento...

folle


Sogno un magnifico palmizio,
laggiù,
 nei paesi del sole.
22
M'intristisco,
cupo e solitario.
 Qui c'è solo un bosco bruciato.

mercoledì 21 aprile 2010

Turan,dea dell'amore e della vitalità


L'aruspice Zilunte mi dice. "Il  naufragio che ha sommerso la letteratura etrusca ha trascinato con sé la maggior parte dei miti dell’antichissima nostra  religione tirrena. Così, ben poco sapete  sulle originarie divinità etrusche, quali erano prima che venissero accostate a quelle greche, subendone l’influenza. Una sorte che è anche toccata a Turan, la dea dell’amore e della vitalità. Il nome, che ha  la stessa radice di "torre" e "tiranno", rivela che Turan è  considerata "la Signora".

diversa mente

Un pianeta il cui cielo
ospita nuvole
sempre diverse.

osservante


Qui si Canta dell'occhio
che non può vedere se stesso
se non nel mentre che osserva.

martedì 20 aprile 2010

Ramthie, il Phersu - 6 -


Ramthie lotta con l'ombra della bestia.
Fuori la luce, e il mundus,
dentro la luce, la pura luce.
Sente l’apertura in bilico,
 la timidezza allo specchio,
e ride, sa che resisterà nulla al suo furore.
 la madre
lo guarda, e si vede,
si china su di lei .
i fianchi son grassi, e i seni,
anche loro granulosi,
pendono come melagrane.
Su un trono di fango
 ora gode della luce,
gode vergando la terra,
gode dei semi e dei frutti. sa,
 e ciò gli basta.
Sa che il sole si leva a oriente,
 che la terra lo nutre,
sa che per questo deve rendere grazie.
Porta  oltre per le sue ceneri.

interviene Mania Veltune


Pensate  di essere vivi, Principe - interviene Mania  Veltune - volete  illudervi che sia così.
L'illusione estrema non è poi un male per la sopravvivenza in un mondo ostile ... ciononostante rimanete  solo delle ombre,
ombre che si illudono di avere una parvenza di essere... siete sogni angoscianti e angosciati, memorie che in eoni continuano a sopravvivere come echi quantistici
che si propagano come periodiche oscillazioni disperate, ossessive e sbiadite ...vite perennemente reiterate

canto fluttuante


deboli fluttuazioni
appena superiori
ad un livello di vuoto
20
 nella fibra il sospetto
che vi siano contenute
 memorie intrappolate

lunedì 19 aprile 2010

Certe volte Larisa Matuta


Certe volte Larisa Matuta corre.
Abbreviando i tempi 
Perde il gusto di scoprire dove và.

canto mutante

ù
19
solo ciò che è vivo
può mutare
– ghigna Persne -

sostiene Persne Avluna -


Il fascino - sostiene Persne Avluna -  
è la sola bellezza che non sfiorisce mai.
 Tutto il resto passa.

aplomb

Nella stanza, accesa la lampada notturna, niente dorme: la mosca della sera prima ha ripreso a volare, i ragni la spiano, le pagine dei libri lasciati aperti aspettano di essere voltate, la lama della sveglia taglia in due le quattro.

domenica 18 aprile 2010

confesso all'Aruspice Zilunte,


Non so cos'abbia di diverso nel mio aspetto ora - confesso all'Aruspice Zilunte, ma quello che avverto è la sensazione di un cambiamento profondo, come di un alone rosso fuoco che mi abbraccia e mi rende consapevole di ciò che sono. Mi sento forte, mi sento uragano, mi sento vulcano aperto al mondo.

endurance


La calma nell’azione.
Come una cascata diventa nella caduta
 più lenta e sospesa.

asfodelante

      
    E' solo la mia vita che va. Rimango.Nel profilo immobile  asfodeli scorrono oltre il vetro. Distese continue che la memoria frantuma.E' solo la mia vita che va.

sabato 17 aprile 2010

Ramthie , il Phersu - 5.-


Come un animale in caccia cercavo cauto sollecitando fibre
sensibilità,scrutavo attento reazioni, sussulti
per capire quando l'altro animale
travolti tutti i limiti sarebbe esploso fuori dal
sé per coglierlo d'un balzo e insieme svanire.

spiega Larth Airunthe


Il vostro sguardo non è capace di cogliere l’invisibile e la vostra ragione meccanicamente trae le proprie conclusioni ed emette i propri rigorosi giudizi basandosi esclusivamente sull’evidenza di un’apparenza - spiega Larth Airunthe . Su quest’ultima poi costruite velocemente opinioni, atteggiamenti, relazioni, la stessa considerazione che avete di voi stessi e degli altri.

Vi sentiate speciali se qualcuno, meglio se molti, vi riconoscono come tali, delle perfette nullità se in tutto ciò che fate o diciamo, non trovate riconoscimento, ossia non venite visti, come quel boa che digerisce un elefante …
Naufragate o veleggiate sulla superficie mutabile del visibile.

venerdì 16 aprile 2010

Larth Airunthe


Spurgando nebbia e turismo dozzinale Larth Airunthe testimonia il mio passaggio compilando altero di quotidiana puntigliosità una personalissima anagrafe del traffico pesante.

Uni Kafkuna


Sei vittima di un complotto extraterrestre Principe
- mi spiega Uni Kafkuna- Ti hanno dipinto come un essere nudo e pieno di terrori che per ordine del Cielo muove guerra a tutto: a tutto quel che ha vita, e per vendicativa complicazione a te stesso. Così l’uomo diventa il peggiore nemico dell’uomo, e si moltiplica sulla terra per il danno di tutti. Il tuo potere è vago e transitorio, ma con le tue macchine puoi guastare tutto, sporcare le fonti della vita.

giovedì 15 aprile 2010

prosegue Kafkuna


L’essere – prosegue Kafkuna –
sta alla quiete, al compimento, all’inattività come il possedere
sta all’impazienza, all’estinzione, alla lotta.

sospira Uni

Oh,Principe- sospira Uni -
non c’erano tutte queste case non c’erano cancelli,
l’erba cresceva ovunque,anche dentro di noi.
nel cielo una mattina una grande rondine,
le sue ali come le corna di una vacca in volo.

etrusco canto


La mia gente è strana. Puzza di sudore e reti
fin dentro le ossa, parla una lingua incomprensibile
di ammiccamenti e gesti rubati al vento,
ma in una T al centro della fronte
custodisce i segreti del tempo.

mercoledì 14 aprile 2010

inside


oggi che non trovo le parole
stò facendo un giro
nel languore del cuore

Mi spiega Richiunte


Mi spiega Richiunte che la vita vegetale o animale che sia nel suo prepotente in "venire" accoglie sempre con benevolenza clandestini e sentimenti e,cospirando insieme,concilia ogni teatro d'insopportabile condizione umana.

martedì 13 aprile 2010

Tomba degli Auguri - Tarquinia


Gli studiosi interessati  ritengono che il termine “persona” (equivalente a maschera) derivi dall’etrusco “Phersu”. Il phersu è  un uomo con una maschera in volto e cappuccio in testa al cui braccio c'è una fune che tiene legato un cane. Il “gioco” consiste nell’aizzare il cane contro l’altro uomo che, anch’esso incappucciato, brandisce una specie di clava per tentare la difesa dagli attacchi del cane e del phersu.
E' un gioco mortale al pari di tanti altri, come la lotta ad esempio; ma è anche un rito funerario etrusco, uno tra i tanti che accompagnano il defunto attraverso la porta che accedeva all’aldilà. Purtroppo è anche un fatto reale, violento, crudele e perverso, ma come gioco è stato  introdotto a Roma diventando uno dei più seguiti e richiesti giochi gladiatori.
Nel gioco entrambe le persone non mostrano il volto. Entrambi sono contemporaneamente “umani” e “bestiali”. Dietro il phersu, il carnefice, c’è un uomo che incarna il bestiale come espressione di violenza e di godimento nell’atto violento. Dietro il prigioniero, la vittima, c’è un uomo che incarna la bestia mandata al macello, colui che non avrà altra consolazione se non quella di morire il prima possibile
Dietro la maschera del phersu, la persona agisce come vuole, senza essere riconosciuta: i suoi gesti, le sue azioni, forse anche le sue parole, diventano legittimi. Non è la persona che si esprime, è la maschera che indossa, è l’altra parte di sé, la sua parte oscura. Un lato oscuro che emerge e si rende visibile e reale attraverso la maschera che la persona indossa.
Dietro il volto coperto del prigioniero c’è la paura e il terrore, che non devono essere mostrati né visti da altri. Non a caso le paure personali più oscure sono segrete, invisibili a tutti; e l’uomo, chiunque esso sia, non può dimostrare nemmeno di temere la morte.
Incutere timore è il potere di esercitare il controllo, anche sulla paura della morte. Il rito sacro, il rito funerario che serve ad esorcizzare lo spettro, diventa il gioco del phersu perché solo così può essere accettato e perché solo così può essere riproposto ad un pubblico che applaude la vittoria del più forte.
Il più forte, attraverso una maschera dietro cui si nasconde una persona, riuscirà ad incarnare quel ruolo anche in altri momenti di ogni epoca.
Quando il condannato a morte, a viso scoperto, sale sul patibolo ha davanti a sé il phersu, il boia con il suo cappuccio e le sue armi di morte; quando il carnefice non ha la sua maschera, è il condannato ad essere bendato per non guardare in faccia la morte.
A volte, il prigioniero, in un gesto di rivalsa e ribellione, si toglie la benda, mostrando il viso al carnefice che, nonostante stia per eseguire la condanna, sentirà per la prima volta la propria paura della morte.
Chi indossa la maschera è persona e può essere contemporaneamente vittima e carnefice. Solo chi non porta maschera è se stesso.
Il cane non porta maschera, non è persona. Solo il cane è se stesso.
Solo l'animale è unico; l'uomo è sempre doppio.

rinascita


Il transito dell'inverno è preghiera degli alberelli scalzi. Impastati con un baco viola,
cercano ansimando  la fine del buio.

Urple,l'Ostentario


Il vostro vero problema,Principe,  
è venir alla luce senza esserne informati,
- osserva Urple l'Ostentario-
 

lunedì 12 aprile 2010

Thane Strpnei


Se i lampioni notturni impediscono di guardare le stelle
Thane Strpnei  dice di non protestare,
bensì di accendere un lume

Ramthie, il Phersu - 4 -


La luce tremola mentre la bestia si attacca al collo di Ramthie e ne fa sgorgare il primo sangue. L’eroe etrusco, attanagliato dalla paura, come le ombre è avvicinato sempre più dal pensiero che torna al tempo della madre scomparsa.
Il sole brucia allegramente. Qualche passo piccolo,mente la bestia si stringe intorno a lui e quindi la gravità assume i fotoni della luce trasformata da forma d'onda per formare particelle e fermando la caduta e il male successivo. È stato convocato dalla luce per scendere in un luogo sicuro. Egli contempla la luce intorno a lui. Non sa niente altro.
La luce in tutte le direzioni. Darkness in mente. La luce in modo brillante il buio scompare. La luce, la luce e quindi più luce. Un mondo pieno di luce.
Ramthie va al riparo dalla luce. Entra in un mondo di mezze tenebre. Può ancora sentire, da molto lontano, ricostituzioni occasionali nella fontana della vita.
L’eroe combatte, ma non può vincere. Ha dato il suo ultimo scoppio di energia. La luce si spenge. Affacciato per un attimo vede l'inferno. Non riesce a pensare di nuovo.

fatales


11

i germi dell’infelicità, Principe,
sono nella volontà di controllare e correggere
gli errori della natura - sostiene Clintu Haspe -

non c’è arbitrio personale,febbrile passione,
artificiale logorazione
per la maturazione del naturale bubbone

chi
si intromette
guasta - termina lo spettro etrusco.

domenica 11 aprile 2010

Zilunte parla



ARUSPICE mi chiamano e sono colui che decifra.Cammino oltre del bene e del male.Sono per me strade le vene e il sangue è la lingua,la materia sintassi che pulsa e i nervi predicati oscuri che illuminanola notte.Qui io sono cresciuto, tra le zolle del confine,i miei giorni sono il solco dell’aratro e le mie mani un vomere che scortica le sillabe.Qui,dunque, ho piantato le mie radici, qui vivo.E’ un terreno il cielo che indago su cui la mia mente alligna in forme di fiori stellati che sono la bocca attraverso cui parla e ammonisce dentro la notte di fuori.Padroni di buoi portano al macello spinti avanti su campi bianchi, uomini che un bianco aratro trassero e neri semi seminarono: ecco le piante divelte.Le viscere sono parole, mutevoli calligrafie gli uccelli, le folgori vertigini di rampicanti.E’dalla notte che a fiotti prorompe il giorno.Mi chiamarono per affondare la mano perché dicessi,ad allargare il palmo perché toccassi il mormorio melmoso delle parole che nelle profondità si nascondono.Ecco lo squarcio, dunque,ecco lo straripamento del buio.Si dia inizio alla decifrazione, allora, si proceda.Si scenda nella notte della sintassi, dove i globuli sono sillabe e verbo il fluire del sangue: siano il corpo un’entrata e le viscere i gradini.

sabato 10 aprile 2010

Selvans


Andai nei boschi,
- afferma Selvans -
perchè desideravo vivere con saggezza,
per affrontare solo i fatti essenziali della vita,
e per vedere se non fossi capace di imparare
quanto essa aveva da insegnarmi,
e per non scoprire, in punto di morte,
che non ero vissuto.
Non volevo vivere quella che non era una vita,
a meno che non fosse assolutamente necessario.
Volevo vivere profondamente,
e succhiarne tutto il midollo.

innamorato


Solo per oggi, compirò una buona azione temeraria
e non lo dirò a nessuno.
 Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò perfettamente, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l'indecisione.
 Solo per oggi saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze, che l'esistenza si prende cura di me come nessun altro al mondo.
Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere nell'Amore.
Posso ben fare per 10  ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita.

- mi consiglia Fabiu Cerni -


Non credere a nulla di quanto sentito dire
- mi consiglia Fabiu Cerni -
e non credere che alla metà di ciò che vedi.

venerdì 9 aprile 2010

Laris, l’Artista


Laris, l’Artista Etrusco di Pupluna, fissa l'uomo che cammina verso casa sua. Sbatte le palpebre, si stropiccia gli occhi e poi guarda ancora. La sua mano prende la bottiglia di vino al suo fianco, e la rovescia . 'Oh Tinia', pensa. L'uomo venuto direttamente lungo il sentiero a casa sua, bussa alla porta. Laris ha aperto, osseva l'uomo, vestito in costumi stravaganti, con un trench, nastri sulle spalle e con un cappuccio al posto di un cappello. L'uomo parla, "Sono stato mandato qui per sfuggire al Flagello. Tuttavia, il mio battaglione è stato attaccato mentre eravamo ubriachi di vino in Sicilia, E tutti i miei uomini sono stati uccisi. Sono sopravvissuto, ma nella fretta di scappare sono inciampato su una radice d'albero sul bordo di un abisso, e caduto dentro. Come sono caduto, ho sentito una forza strana intorno a me, cercava di tirare ogni parte me in tutte le direzioni, e la prossima cosa che so, che io sono ai piedi della scogliera . Gli assalitori erano spariti, così ho girato per un po’ finché la gente mi ha lapidato e mi ha spinto via, e ora mi chiama un demonio. Credo che fosse per i vestiti che indossavo.Loro  erano tutti in abiti bizzarri. Ho vagato in giro finché non arrivo a un cimitero abbandonato, dove ti ho visto scavare qualche tomba . Le date sulle tombe erano strane. Erano tutti 640 anni prima del mio tempo. In ogni caso, ti ho lasciato fare. Dubito che stavi facendo qualcosa di bene in tale cimitero, così se mi aiuti a scappare io terrò la bocca chiusa.

canto polposo


Per me è un esperimento
 ogni essere che incontro .
Che nasconda un gheriglio?
9
 Il volto di una noce  si mostra identico sulla pianta,  
 ma che all'interno via sia polpa,
occorre allo scoiattolo e a me.

giovedì 8 aprile 2010

Ramtha Papni


A volte la musica mi salva, proprio quando sto per buttarmi -  mi confida sospirando  Ramtha Papni. Arriva da lontano, attraverso il vento che accompagna le mie passeggiate, mi scopre la faccia, mi sveglia, mi apre gli occhi fino a farli lacrimare. Il vento arriva dal mare, come tutte le cose belle. Dove c'è il mare c'è sempre una speranza da cavalcare, nuda come un'onda.

sola mente


si vive una volta sola
- afferma Larth Cifie –
e a volte nemmeno quella

mercoledì 7 aprile 2010

amore bambino

L’amore dovrebbe essere bambino
- mi spiega Laris Hapsnei.
Quando diventa adulto comincia ad intravedere la vecchiaia e non sa come affrontarla - continua l'Etrusco. Dovrebbe essere un bambino e mantenere lo stupore e il candore, godere delle coccole e delle carezze, ridere degli scherzi e delle facce buffe, trovare sempre nuovi nomignoli. Non dovrebbe mai smettere di parlare quella lingua fatta di parole evocative, di versi, di suoni, di strane assonanze. L’amore deve aspettare i pacchi dei doni e non desiderare di aprirli per non smettere di immaginare il contenuto, giocare con i nastri e le coccarde prima ancora che con il nuovo giocattolo. Non deve conoscere il senso del tempo. Quando impara cosa vuol dire “dopo”, ha già perso il “prima” e non riesce più ad essere felice del momento presente. L’amore deve correre, saltare, nascondersi ed inseguire. Quando rimane seduto ad aspettare è ormai un vecchio stanco, divenuto scorbutico e scostante, che teorizza dell’”io” e di tutto ciò che avrebbe potuto essere. Da vecchio avrà capito cosa significa essere in ritardo, dire una parola di troppo, trovare compagni non disposti a fare lo stesso gioco. Avrà capito il significato delle parole “potere”, “ricchezza”, “povertà”, “lavoro”, “dovere”, “regola”, “colpa”, “peccato”, “punizione”, “Dio”.

Quelle parole serviranno solo a comporre il significato della parola “morte”.
L’amore deve rimanere un bambino per dialogare con gli altri bambini, compagni, figli, fratelli, genitori. Deve vedere i vecchi come bambini più saggi e immaginare che il mondo sia fatto di cose più piccole. Un amore, proprio come insegnano ai bambini, non rimane mai da solo.
Quando si sentirà abbandonato, quell’amore smetterà di essere dolce, romantico, istintivo, scanzonato e potrà solo scegliere tra diventare vecchio o finire.
Quell’amore, se rimarrà un bambino - sorride Laris -non saprà fare nulla, se non amare.