Vi narrerò l'istoria commovente
del pescecane ch'era un cavaliere,
pur mangiandosi un uomo come niente
a pranzo, a cena, oppure a colazion.
Borghesi o militari, belli o brutti,
preti oppur laici, nobili o plebei,
gente per bene, oppure farabutti,
in un boccone li mandava giù.
Ma incontrando una donna od un bambino
era tutto riguardi e cortesie,
e sorridendo, con un bell'inchino,
per i fatti lor li lasciava andar.
Caduta un giorno in mare, una signora
si dibatteva disperatamente;
già si vedeva all'ultim'ora...
ma capitò lo squalo cavalier,
E disse: - Non temete, o bella dama, -
offrendole il suo braccio, ossia la pinna:
solo di carne maschia sento brama,
ma le donne e i fanciulli lascio andar.
Io non sono uno squalo mascalzone,
e conosco e rispetto il galateo,
e so come si trattan le persone
a seconda del sesso e dell'età.
Ammirati da tanta cortesia
tutti a bordo batterono le mani;
e il capitano, prima d'andar via,
ordinava una salva coi cannon.
E, messo intanto un picciol schifo in mare,
con quattro marinari e col nostromo
vi scendeva egli stesso a ripescare
la bella dama su dall'ocean.
Ma proprio in quel momento il pesce immane
si ricordò chi era, e con la coda
rovesciato lo schifo,(senza pane
e crudi) tutti i maschi trangugiò.
Ed è questa l'istoria commovente
del pescecane che era un cavaliere
ma si mangiava un uomo come niente
a pranzo, a cena, oppure a colazion.