venerdì 19 febbraio 2010

oracolante


Semplice è l’atto
che dura e non consuma
nella buia domanda del mondo
stare con misura.

metafisica del tempo circolare


Nella metafisica  Etrusca la vita evolve ritmicamente in un movimento di continua trasformazione. I grandi Lucumoni  rivelano le tappe dell’ascesa della coscienza umana verso il divino originario. Le menti Etrusche   trovano nelle incessanti mutazioni formali il loro equilibrio, la loro ragione d’essere. Per esse ciò che noi chiamiamo “storia” non è altro che solidificazione mentale che postula un principio e una fine e che ha come conseguenza l’assolutizzazione di una forma, di una particolare storia della salvezza. Mentre la salvezza è il cammino perenne del mistero divino nella coscienza e, insieme, perenne ritorno di questa alle sue origini divine.
Considerano quindi gli eventi salienti della rivelazione come pietre miliari lungo la via del ritorno alle sorgenti divine, e le inglobano in una visione aperta a tutto mistero dell’esistenza universale. Per esse tutta l’esistenza presenta un carattere ciclico: dall’atomo ai sistemi planetari, dall’essere vivente all’essere universale. Il ciclo dei giorni e delle notti, i cicli stagionali, quelli della crescita e del declino, della vita e della morte, lo sviluppo delle razze, delle civiltà progrediscono e declinano con una ritmicità ineluttabile. L’uomo saggio e religioso Rasna  vive questo movimento ciclico e cerca di rispondere alle esigenze qualitative proprie delle varie tappe di questo ritmico cammino verso l’Assoluto. Per secoli L'Etrusco  è vissuto non distaccandosi dalle proprie radici , alla ricerca  di giungere dal visibile all’invisibile, dalle apparenze alla realtà, dalle illusioni mentali alla verità in sè; ha compreso che questo cammino è personale, intraducibile in formule generali valide per tutti e ha compreso che questo pellegrinaggio non è un privilegio dell’uomo ma di tutto il creato, che impaziente attende la sua trasfigurazione.

mi spiega Larisa Matuta



L'amore è desiderio che attrae e unisce
 gli esseri viventi e coscienti
 in vista di un reciproco bisogno di completamento
- mi spiega Larisa Matuta . 
La sua natura è paradossale.
 Nell'amato infatti si cerca
 contemporaneamente
 l'identico e il differente,
 l'altro se stesso
 e l'individuo diverso da sé,
la fusione senza residui
e il rafforzamento
della propria personalità.
Se l'altro non mi somigliasse,
 se non potessi rispecchiarmi in lui
e riconoscere nei suoi pensieri
e sentimenti il riflesso dei miei,
 l'amore non sorgerebbe,
ma non potrei amarlo neppure
 se mi somigliasse troppo,
 se fosse un mero duplicato,
un'eco monotona e ripetitiva
 di me stessa.

accarezza


Battito dopo battito
il cuore non  s'affatica:
mentre una luna nuova
disegna ombre su un balcone:
c'è un gatto che si lecca il culo,
c'è un uomo che accarezza il mio nome.

rumore del mare


Anche se domani
nessuno mi amasse più 
io resto così,
non c'è niente da fare:
non si affoga mai
quando si ha dentro il mare.

cuori affranti


Io sto con gli elefanti,
io sto coi cuori affranti,
memoria degli istanti,
di denti sorridenti,
di occhi illuminati,
di vento tra i capelli;
io sto con chiunque vada
e sempre si allontana:

 è inutile cercarmi.
Non seguo  la mia trama.