Piove.
Chiudo gli occhi ed esco dal tempo.
Che differenza fa, se sono sdraiato su un letto nel 2009
o su un covone di paglia nel 1492?
Che differenza fa,
se lo scrosciare delle gocce d'acqua
proviene da fuori una casa o una grotta?
L'uomo è uno: le stesse domande,
le stesse preoccupazioni,
la stessa impotenza prostrata ai piedi dell'Eterno..
Mi dicono che sto oziando
- e loro intanto corrono nel loro “dover far qualcosa”.
Mi dicono che dovrei essere altrove -
e dove?
Sasso: pietra, più che uomo.
Pianta, che immobile si disseta.
Animale,
che raggiunta la tana si accuccia per ascoltare piovere.
Nessun orologio,
salvo quello naturale in me:
sto solo aspettando il sole,
nella mia urna di silenzio.
Non dormo: ascolto.
Divenendo io stesso suono che avvolge la natura.
Che ora era,
quando ho iniziato ad ascoltare la pioggia?
E chi ero?
Non importa.
Non m'importa più.
Piove.