lunedì 12 ottobre 2009

luce

non c'è buio senza luce
non c'è cuore senza amore
non c'è vita senza dolore
senza luce non c'è calore
l'anima è un antro senza uscita,
profuma di viola,
e dà la vita ed in fondo alla vita,
c'è solo la luce.

a whiter shade of pale - senza luce -


12 ottobre - segni del'anima


Cominciò una sera di Ottobre .
Tornò a casa, appoggiò la valigia a terra e disse:
"Piove".
Lei lo guardò perplessa:
non aveva visto cadere una sola goccia.
Lui precisò: "Mi piove dentro".
Lei accostò l'orecchio al suo petto
e sentì il rumore di una pioggia leggera,
coda di un temporale estivo,
che ticchettava dentro di lui.
"Come è successo?", chiese.
"Ho visto un cane abbandonato, ferito,

che guaiva a un angolo di strada.
Mi è venuto da piangere,
ma le lacrime non sono uscite,
è cominciata invece questa pioggia dentro.
Ora, però, rallenta".
Rallentò, sì, ma poi riprese:

impetuosa quando vide suo fratello ammalarsi,
insistente quando lesse la tragedia del gatto delle nevi,
inevitabile a ogni riflesso dolore.
E poiché era una persona molto sensibile,
ma per quarant'anni si era travestito da cinico,
dentro di lui pioveva di continuo.
Si fece visitare, esaminare, radiografare.
Il medico concluse: "Si sta allagando".
Non propose cure, le riteneva inutili:

troppe cose nella vita scatenavano quella pioggia,
l'acqua impregnava ormai il suo fisico.
Era fradicio e sempre più pesante.
Fu costretto a mettersi a letto.
Ormai non riusciva più a spostarsi, tanto era gonfio.
Lei lo vegliò.
Cercò di escluderlo dal mondo,
perché non avesse traumi,
ma lui adesso soffriva per il dolore che vedeva negli occhi di lei.
Questo, più di ogni altra cosa,
produsse lo scroscio che lo inondò.
Lei lo guardò affogare,

poi gli chiuse gli occhi e restò con la testa sul suo petto,
mare infine calmo.
Quando udì lo scoppio del temporale andò alla finestra,
ma vide il sole.
Si accorse di non avere lacrime.
Non all'esterno.

confini


Io appartengo a te.
Tu appartieni a me.
E non dirmi quali sono i confini dell'Amore:
non prima di avermi indicato
tra le mille sfumature dell'alba
quale separa la notte dal giorno.

Piove


Piove.
Chiudo gli occhi ed esco dal tempo.
Che differenza fa, se sono sdraiato su un letto nel 2009
o su un covone di paglia nel 1492?
Che differenza fa,
se lo scrosciare delle gocce d'acqua
proviene da fuori una casa o una grotta?
L'uomo è uno: le stesse domande,
le stesse preoccupazioni,
la stessa impotenza prostrata ai piedi dell'Eterno..
Mi dicono che sto oziando
- e loro intanto corrono nel loro “dover far qualcosa”.
Mi dicono che dovrei essere altrove -
e dove?
Sasso: pietra, più che uomo.
Pianta, che immobile si disseta.
Animale,
che raggiunta la tana si accuccia per ascoltare piovere.
Nessun orologio,
salvo quello naturale in me:
sto solo aspettando il sole,
nella mia urna di silenzio.
Non dormo: ascolto.
Divenendo io stesso suono che avvolge la natura.
Che ora era,
quando ho iniziato ad ascoltare la pioggia?
E chi ero?
Non importa.
Non m'importa più.
Piove.

curiosa mente


La maestra in estate ci dava ripetizioni nel suo cortile:
io stavo sempre seduto sopra un muretto.
A guardare il mare.