Che bello camminare sul bagnasciuga.
Morbido ma duro al punto giusto, sembra essere il posto più
adatto per i nostri piedi, il migliore per camminare senza scarpe.
Poi, soffermarsi a guardare le orme rimaste nella sabbia.
Vedere quella parte del nostro corpo su cui difficilmente
poniamo l’attenzione, è proprio uno sfizio.
Ma niente rimane in quel posto e di là a poco,
perfino quei segni spariranno.
Siamo proprio nel posto di nessuno, la terra che non esiste.
Il bagnasciuga che è di tutti e rimane di nessuno,
la terra che non è terra e nemmeno mare.
Quel mare che, come un indefesso guardiano, è lì pronto
a ristabilire l’ordine e a ribadire la fugacità del posto.
Il mare che cattura, consuma, trasforma.
Qui non puoi lasciare segni, costruire o modificare.
Forse è solo una zona di passaggio, di transizione
e come tale sembra senza tempo.
Un luogo dove non pensare a nulla e liberarsi dell’esistenza.
Qui puoi lanciare i tuoi pensieri o scomparire nell’onda di turno
che arriva minacciosa.
Morbido ma duro al punto giusto, sembra essere il posto più
adatto per i nostri piedi, il migliore per camminare senza scarpe.
Poi, soffermarsi a guardare le orme rimaste nella sabbia.
Vedere quella parte del nostro corpo su cui difficilmente
poniamo l’attenzione, è proprio uno sfizio.
Ma niente rimane in quel posto e di là a poco,
perfino quei segni spariranno.
Siamo proprio nel posto di nessuno, la terra che non esiste.
Il bagnasciuga che è di tutti e rimane di nessuno,
la terra che non è terra e nemmeno mare.
Quel mare che, come un indefesso guardiano, è lì pronto
a ristabilire l’ordine e a ribadire la fugacità del posto.
Il mare che cattura, consuma, trasforma.
Qui non puoi lasciare segni, costruire o modificare.
Forse è solo una zona di passaggio, di transizione
e come tale sembra senza tempo.
Un luogo dove non pensare a nulla e liberarsi dell’esistenza.
Qui puoi lanciare i tuoi pensieri o scomparire nell’onda di turno
che arriva minacciosa.