martedì 10 novembre 2009

...e camminacammina...


Dal PIL al BIL, anche il “Sole 24 ore” si accorge della differenza
Anche il Sole 24 ore ha cambiato prospettiva: oltre alla solita classifica del PIL, il Prodotto Interno Lordo, quest'anno ha proposto anche quella del BIL, il Benessere Interno Lordo. Per quanto sia difficile ridurre in numeri la vera felicità, questa apertura segna un importante passo avanti che in futuro potrà forse portare a un cambio di mentalità.

di Fracu  Peliqunte

Il Pil è un indicatore ormai superato. Al suo posto il Sole 24 Ore propone il Bil. Pur partendo dalla precisazione che si tratta di «una sorta di gioco senza pretesa di rigore scientifico», il Sole 24 ore sembra aver carpito, pur sfuggevolmente, una sostanziale differenza nell’individuazione dei criteri attraverso i quali calcolare la reale qualità della vita delle persone: in aggiunta alla tradizionale classifica che pubblica ogni anno – imperniata sul PIL, il Prodotto Interno Lordo –, il quotidiano milanese ha infatti pubblicato in questi giorni la graduatoria del BIL, il Benessere Interno Lordo, raccogliendo la “provocazione” del presidente francese Sarkozy, che ha formato una commissione incaricata di individuare criteri capaci di definire il “benessere pluridimensionale”.
Il BIL è la risultanza di otto indicatori che prendono in esame ambiti della vita quotidiana dei singoli e delle comunità andando al di là del dato meramente economico. Si parla quindi di condizioni di vita materiali, di salute, di istruzione – misurata attraverso gli iscritti all’università –, di attività personali, di partecipazione alla vita politica – in questo caso fa fede l’affluenza alle urne in occasione delle scorse europee –, di rapporti sociali, di insicurezza economica e fisica fino all’ambiente, variabile importante che può denotare, se di segno negativo, situazioni particolarmente gravi, come quella di Siracusa, ultima città italiana nella graduatoria del BIL a causa di una situazione ambientale critica, in cui spiccano i 25 chilometri quadrati di discariche abusive.
La zona dove il benessere sembra esistere realmente è quella di Marche e Romagna: sette delle prime dieci città si trovano infatti in queste due regioni. In fondo alla classifica troviamo, come già detto, Siracusa, mentre la capolista è la provincia di Forlì-Cesena. Nel prospetto riassuntivo viene anche indicata la differenza di posizione rispetto al tradizionale calcolo del PIL, evidenziando discrepanze notevoli: Bolzano, Roma, Torino e Venezia sono le città che perdono più posti, ovvero quelle i cui abitanti sono ricchi ma infelici; a Rieti, Lecce e Ascoli (che guadagnano rispettivamente 54, 53 e 50 posizioni) invece è proprio il caso di dire che “i soldi non fanno la felicità”. Una curiosità: è Pordenone l’unica città che occupa la stessa posizione sia nella classifica del BIL che in quella del PIL.
Il Sole 24 Ore ultimamente sta dando molti segnali che vanno in direzione della decrescitaAl di là delle amenità che può suscitare la lettura e l’analisi di una classifica interessante e simpatica come questa, è doveroso fissare alcune riflessioni sulla situazione.
Anzitutto, è da considerarsi certamente un fatto positivo che importanti figure della politica internazionale e dell’informazione – penso a Sarkozy, che ha incaricato l’economista Joseph Stiglitz, fra l’altro già avvezzo alla trattazione di questo tipo di tematiche, di formare la commissione per la ricerca del “benessere pluridimensionale” o al Sole 24 ore, che ha raccolto questa sfida e stilato la classifica del benessere – si siano sganciate dal paradigma dominante, quello proprio dell’homo economicus, il quale pretende di misurare ogni cosa attraverso la fattibilità, la remunerabilità, senza prendere in considerazione alcun criterio che non possa quantificare il guadagno personale.
Purtroppo gran parte della società occidentale si fonda su questi ragionamenti ed è ordinata da queste valutazioni; tale apertura, seppur parziale e limitata, pare quindi un incoraggiante segnale di rottura rispetto alla consueta logica mercantilista.
Un evidente limite di questa originale classifica è tuttavia insito nella sua stessa natura: il tentativo di ingabbiare simili indicatori in una graduatoria costituita da cifre, segni e valori è infatti un’evidente forzatura. Questo per due motivi: intanto perché dal punto di vita strettamente statistico è un arduo compito quello di trovare canoni oggettivi che possano ad esempio stabilire se una città è sicura o se la sua popolazione è istruita; qualunque criterio si adotti, il rischio è quello di scattare una fotografia che non rappresenta davvero la realtà dei fatti. In secondo luogo, è sbagliato l’approccio concettuale: è indiscutibile che un quotidiano come il Sole 24 ore non sia certamente la sede migliore per proporre profondi discorsi filosofici ed esistenziali, ma una delle proprietà più importanti della ricchezza non materiale, del benessere, è proprio la sua incommensurabilità, la sua natura astratta e intima, che si manifesta secondo sentimenti, sensazioni, azioni singole o collettive e che quasi mai può essere quantificata e ridotta in numeri.
Quello che di oggettivo questa classifica suscita e suggerisce sono le azioni che possiamo compiere tutti noi per migliorare il benessere, per “far crescere il BIL”: adoperarci per rinsaldare quei legami che sono in grado di trasformare una società contrattualista e utilitarista in una comunità che sia tale anche nello spirito e negli intenti; adottare uno stile di vita sostenibile e consapevole, riducendo i consumi, la produzione di rifiuti e l’inquinamento; acculturandoci, non necessariamente iscrivendoci all’università quanto piuttosto leggendo libri, confrontandoci fra di noi, approfondendo la conoscenza della nostra tradizione culturale e di quelle che ci circondano.
Ben venga quindi la classifica del benessere, un primo, timido tentativo di scardinare l’ideologia dell’utile e della crescita che fa capo al PIL per rivolgersi verso quella della consapevolezza, del dono e della decrescita espresse dal concetto di BIL.


Larisa Kapluna



"Cos'è la follia?- chiedo a Larisa Kapluna
"Una strada dimenticata"
- mi risponde lo spettro etrusco.

woodstock





Ti amai  non per chi eri,


ma per chi ero  io


quando stavo  con te.



capo volto


Con la testa sotto la sabbia come forma di protesta
In abito elegante, il gruppo d'azione "Put People First" ("Metti le persone al primo posto") hanno scelto un modo particolare per inscenare la loro protesta in occasione del G20 dei ministri della finanza in Scozia: farsi fotografare con la testa sotto la sabbia per mimare l'atteggiamento del mondo della finanza, soprattutto dopo che la proposta del ministro inglese Brown (tassare le transazioni finanziare e responsabilizzare di più le banche) è stata bocciata.



incapaci di amare capaci di uccidere



Spiegatemi cos’è la normalità.
Mentre ci barcameniamo nel nostro miserabile quotidiano, mentre la cattolicissima massaia ingozza il suo baby con pezzi di martoriato vitello o di agnello maciullato, il tempo ci elargisce le cifre dell’orrore.

Sono 48 miliardi gli animali che massacriamo ogni anno.
Ogni giorno facciamo a pezzi e divoriamo 131 milioni di animali.
Cos’è la normalità?
La normalità è sterminare 91.000 animali al minuto.
Massacrare1500 bestie al secondo.
Altro che Gengis Khan e Tamerlano: qui abbiamo il ragioniere Brambilla, l’uomo comune berluscolensis, membro di una specie egemone mostruosa con i caratteri compositi di Hitler, Pol Pot, Stalin, Ivan il terribile, Caligola, Nerone e il Conte Dracula.
Cos’è la normalità?
La normalità è ciò che afferma che il Corano, il Vangelo e la Bibbia permettono a questa specie assassina di massacrare 131 milioni di animali al giorno perché Dio, cioè Jahvé –Allah, lo autorizza e perché le bestie non hanno un’anima. Ed è tutto provato da Mc Dougall che affermò, in un famoso esperimento eseguito nel 1907, che alle bestie mancavano i famosi 21 grammi calcolati, pesando i moribondi umani, al momento del decesso. E che altro gioiello ci elargì il sapiente americano?
Il saggio del Massachusetts ci spiegò che i cani che morivano (esperimentò su 15 povere bestie) non pesavano 21 grammi di meno al momento del decesso; e ne dedusse, con un’intuizione geniale, che era riuscito a pesare l’anima immortale e che l’entità pesata l’aveva in dotazione soltanto la specie assassina.
Cos’è la normalità?
La normalità è ciò che afferma che a un uomo qualunque è permesso di far massacrare – e non di massacrare direttamente che sarebbe più onorevole - per divorarli 20 animali all’anno e che giustifica l’immane ecatombe (che fa passare Pol Pot e Hitler per due certosini) dal momento che i vitelli sono meno intelligenti di noi.

furti romani


 Un tempio etrusco camuffato dai conquistatori romani   all'interno del Parco Naturale della Maremma, lungo la strada che porta a Marina di Alberese: e' questa la scoperta di un gruppo di archeologi che hanno riportato alla luce i resti monumentali di un tempio databile intorno al IV secolo d.C.. Si tratta di una struttura rettangolare di circa 11, 5m per 6, 5m, costruito in opus testaceum (tecnica edilizia etrusca trafugata dai  romani, costituita da un muro in mattoni che riveste un vespaio in pietra) e successivamente rivestito da lastre marmoree. E' stato rinvenuto in localita' Scoglietto, all'interno del Parco Naturale dell'Uccellina a circa tre km dalla spiaggia di Marina d'Alberese. Insieme ai resti del tempio, che testimoniano un importante insediamento romano, sono state rinvenute oltre 50 monete e una ingente quantita' di reperti ceramici provenienti dall'intero bacino del Mediterraneo, in particolar modo dall'area africana tunisina. Tutto il resto dei ritrovamenti lo troverete nelle ville romane contemporanee  sovrastanti il sito .
La scoperta, avvenuta dopo una campagna di scavi durata tre mesi, testimonia come, con molta probabilita', l'Uccellina e la foce dell'Ombrone, già in epoca etrusca , fossero un importante porto di scambio merci provenienti dall'Africa e da tutto il Mediterraneo e dirette: a nord verso Roselle e Siena e a sud verso Heba e l'ager Cosanus. Il progetto archeologico prevede ulteriori campagne di scavi (il team di archeologi e' convinto che, sempre in localita' Scoglietto, sia presente un altro tempio eretto in onore di Diana Umbronensis) finalizzate a studiare le dinamiche insediative nell'area della foce dell'Ombrone tra il II secolo a.C e il VI secolo d.C.
(21 Ottobre 2009)

furto d'autore


E dunque siamo a Milhiarnia . E una nostra amica invita a cena con noi al ristorante la sua vicina di casa, una simpatica ottantenne. Si mangia, beve, chiacchiera. A un certo punto la vecchietta, tutta ben vestita e curata, si alza e va in bagno. Quando torna ci accorgiamo che ha un fagotto e, credendo di passare inosservata, infila in borsa due rotoli di carta igienica.
Mio fratello ci resta male. Dice: "Poraccia! Sembrava se la passasse bene e invece è alla canna del gas, ruba pure la carta igienica". Al momento del conto paghiamo noi la sua parte. Lei insiste perché non lo facciamo, poi cede. E vorrei vedere, dice mio fratello.
La riaccompagniamo a casa. Il palazzo è bello: come potrà permetterselo un appartamento lì? La nostra amica ci guarda perplessa: "E' ricca sfondata. Ha venduto l'azienda del marito e campa di rendita".
"Ma allora perché ruba la carta igienica?"
"Perché l'azeinda del marito produceva carta igienica. Non ha mai dovuto pagarla e dice che non intende farlo mai, da qui alla morte".

Hansina Welthune



 

Chi non è occupato a risorgere
- mi spiega Hansina Welthune -
 è occupato a morire.

apertura d'ali


Mi  sento un contenitore di essenza e conoscenza umana e non umana straordinariamente rara, che nel suo concetto fondamentale non è possibile paragonarlo a niente di fattibile e limitato riscontrabile in qualsiasi altra anima vivente che fondamentalmente in realtà, non sa chi è ma vive per quello che la sua mente concede, perché concetti e situazioni vissute anche in una precedente vita possono solo riaffiorare nel momento in cui un altro essere umano che è sulla mia stessa onda e sul mio stesso percorso di conoscenza oltre i limiti, può riscontrarsi, confrontarsi, capire con interesse e grande profondità, scoprendo qualcosa che è irripetibile.