mercoledì 31 marzo 2010

mi chiede l'Augure

Ti sei mai chiesto Principe qual'è la differenza tra un sogno e un'ambizione?
- sorride l'Augure ?Ultimanente io mi sono posto questo interogativo e chiaramente sono giunto ad una mia personale conclusione.
Chiaramente il sogno che intendo io sarebbe il raggiungimento di uno scopo, l'ottenere qualcosa di impossibile o quasi, l'irraggiungibilità di un qualsiasi scopo ci porta a definirlo un sogno, perchè solo nei sogni (quelli che facciamo di notte mentre dormiamo) accadono spesso cose impossibili o quasi! E chiaramente quelli belli vorremmo che diventassero realtà.
L'ambizione invece - prosegue Pavle - non la possiedono tutti, non tutti siamo ambiziosi di diventare qualcosa nella vita o raggiungere i posti di comando. Ovvero, forse siamo tutti ambiziosi, ma spesso la sorte ed alcuni episodi della vita ci portano a perdere le speranze nel raggiungimento della propria ambizione, del proprio scopo di vita.
Secondo me, per quanto mi riguarda, sogno e ambizione viaggiano su due linee, ma non parallele (quelle che non si incontrano mai), ma con un angolo di 0,1°, dando solo l'impressione di essere parallele, ma prima o poi s'incontreranno.
Nel mio caso il mio sogno è anche la mia ambizione.- conclude Falkunte.

Larisa sfida


Larisa Matuta
ha paura dell'ignoto e
vive solo per sfidarlo.

martedì 30 marzo 2010

storia di Ramthie l'Etrusco


A Fuflunia ,capitale
della Lucumonia del Sud , nacque il venticinquesimo giorno del mese delle Rose in Boccio, prendendo il nome che fu del padre di suo padre,solo otto anni dopo la fine della terribile Seconda Guerra di Conquista del Paese di Centro, quella che poi passò alla Storia per il primo impiego del terribile Incantesimo della Morte Assoluta, guerra che si era conclusa con la sconfitta e la morte del crudele dittatore Altyan . Quella guerra pur così vicina non influì, se non in minima parte, sulla sua gioventù, della quale d'altra parte non si sa molto e della quale lo stesso Ramthie non amava parlare, considerando l'inizio della sua vera vita il giorno che fu dichiarato uomo al compimento dei suoi quindici anni.

I suoi genitori non erano nobili né ricchi, ma fecero in modo che nulla mancasse per fargli avere una buona educazione; Ramthie crebbe in maniera del tutto normale, circondato dell’amore dei suoi genitori e dei suoi parenti, rigorosamente per la maggior parte donne, ( conobbe solo le nonne sia paterna che materna e le sue zie erano ben cinque e due soli gli zii).
Trascorse la sua gioventù studiando le materie che i suoi precettori preparavano per il completamento della sua cultura con un profitto appena sufficiente per quello che gli era richiesto. Non essendo destinato né alla carriera religiosa all'interno del Tempio, né a quella di studioso per il Collegio Lucumonico , i suoi studi, per quanto condotti con un profitto che avrebbe potuto essere migliore, erano già molto in un'epoca nella quale era ancora molto alto il numero di analfabeti.
Il tempo che gli rimaneva libero dagli studi e dai doveri, che come ogni ragazzo di quegli anni doveva adempiere, era dedicato da Ramthie alla conoscenza dei popoli che avevano abitato nei tempi passati le terre allora conosciute.
Non a caso la materia che più l'interessava anche all'Accademia era proprio la Storia in tutte le sue sfumature: l'Arte, le Leggende, l'Architettura, tutto quello che riguardava il passato emanava per lui un fascino assoluto, e coltivava questa sua passione girovagando ad ogni occasione per le strade e i vicoli dell'antichissima Città di Fuflunia, imparando a conoscerne ogni angolo, anche il più nascosto, il più segreto; ogni palazzo, ogni Tempio, non avevano segreti per lui, ogni particolare delle decorazioni, o dei fregi di un frontale, ogni quadro, ogni statua erano per lui delle frequentazioni quasi giornaliere.
Piaceva a Ramthie fermarsi a parlare con gli Anziani della Città Antica, gli abitanti di questa parte della Città erano la memoria storica di mille leggende e storie vere, custodi inconsapevoli della cultura popolare, veri e propri ultimi residuati di un tempo ormai lontano, parlare con loro era ogni volta una vera scoperta di nuovi aneddoti, di nuove leggende, di rivelazioni sui segreti delle passate Civiltà. La Capitale era ormai abitata da moltitudini eterogenee, immigrati dai paesi più poveri , clandestini dalle Terre Orientali e dai Paesi del lontano Est, sfuggiti alle persecuzioni successive alla caduta dell’Impero dei Regni Uniti e, quando ne aveva l’occasione, passeggiare in compagnia di un Anziano era davvero una delle cose che più piaceva fare al giovane Ramthie. Nella parte più vecchia di Fuflunia dove rimanevano più vestigia dei tempi passati, dove più forti erano le tradizioni e più vivi i ricordi e le leggende, c'era, e ancora oggi c'è, al centro del Fiume la piccola Isola della Nave di Pietra, così chiamata a causa della sua forma simile all'imbarcazione che la leggenda diceva giacesse sepolta sotto le sue fondamenta marmoree.

L'Isola è tuttora attraversata da un ponte che unisce le due rive del fiume e nello stesso tempo ne consentiva l'accesso, sotto una delle arcate di quel ponte, alla base di uno dei piloni si formava una piattaforma, lì Ramthie si fermava a riposare dalle sue passeggiate, proprio accanto a una cascatella formata dal fiume e proprio lì era solito pensare e raccogliere le idee, a volte leggendo un libro, a volte suonando il suo liuto a volte mangiando le fragole che acquistava dall'ortolano che aveva la sua bottega sull'Isola.

L'abitudine che aveva di andarsene a girovagare da solo o in compagnia di qualche Anziano rendeva Ramthie un po' diverso dai suoi coetanei i quali preferivano passare il loro tempo in giochi di guerra o in corse a cavallo oppure in gare di abilità, ma d'altra parte, i suoi genitori pensavano fosse giusto assecondare le sue inclinazioni alla riflessione e all'introspezione augurandosi che infine qualcosa di buono sarebbe potuta venir fuori da un ragazzo così silenzioso e solitario.

Ma invero né loro né nessun altro si accorse per molto tempo degli strani poteri di Ramthie , quelli stessi poteri che fecero di lui negli anni seguenti il famoso Principe del Tempo.

Successe ad un tratto, all'improvviso, un giorno di Aprile, nell'anno nel quale avrebbe compiuto il tredicesimo compleanno, egli giaceva ammalato nel suo letto in preda ad una forte febbre, i Medici Aruspici avevano riscontrato una anomalia ritmica del suo cuore derivata da una malattia alle tonsille avuta qualche anno prima, le conseguenze di questa febbre avevano lasciato un segno indelebile sia al suo cuore, lasciandolo indebolito, sia causando un allentamento del nervo ottico del suo occhio destro.

La febbre lo stava debilitando velocemente e nessun rimedio di quelli fino ad allora tentati sembrava sortire un effetto valido, nel dormiveglia causato dall'indebolimento dovuto dalla febbre Ramthie sognava, come altre volte gli era capitato, di essere su una spiaggia che ben conosceva, era la spiaggia ad ovest di Ramthie , vicino alla foce del Fiume Biondo, una lunga spiaggia costeggiata da un serie di dune non molto alte, e ininterrotta per chilometri, con una ricca vegetazione di cespugli di erbe aromatiche e fiori selvatici, su quella spiaggia andava a volte a cercare e recuperare nei ruderi delle case abbandonate dagli abitanti, reperti, porcellane, qualche volta vecchie monete per quella che era diventata ormai una ricca collezione di cose antiche; nel sogno camminava lentamente in riva al mare, un caldo sole riscaldava l'aria di quella che sembrava una stagione non ancora estiva, ma non più invernale, un lento volo di gabbiani ricamava di volteggi leggeri e arditi un cielo azzurro e sereno, i profumi delle erbe selvatiche riempivano l'aria, e ad un tratto lo stormo di gabbiani si abbassava repentinamente verso di lui quasi a sfiorargli la testa per rialzarsi subito in un volteggio elegante e per Ramthie, nel sogno, fu automatico spiccare un salto e aprire le braccia, quasi fossero ali, a cercare in loro un sostegno per un volo inaspettato e imprevisto, ma diventato subito naturale e inebriante allo stesso tempo.

La sensazione nel sogno era di estrema naturalità lo sguardo di Ramthie si allargava su tutto il panorama, poteva vedere sia il mare fino all'orizzonte verso Ovest, sia la foce del fiume . Tutto sembrava estremamente realistico e vero, con un elegante volteggio aereo, piegando le braccia - ali con un movimento millimetrico riusciva a compiere evoluzioni e capriole aeree imitando quelle dello stormo dei gabbiani, precipitando velocemente verso le onde per risalire altrettanto velocemente verso il sole. Un'ultima cabrata e poi con un elegante gesto aereo eccolo atterrare sulla spiaggia proprio accanto al frangersi delle onde. Il sogno terminò, lasciando a Ramthie una sensazione di estremo benessere e calma, non si sentiva affatto sorpreso da quella sensazione né dal sogno che aveva appena fatto, tutto sembrava estremamente naturale, come se fosse sempre stato così, come se fosse normale per lui volare come i gabbiani.

Ma quello che lo sorprese fu ciò che accadde dopo, la febbre non era ancora scesa e il sogno sembrò trasformarsi in un’allucinazione ad occhi aperti, Ramthie vedeva tutto intorno a se muoversi in maniera accelerata, ogni suo gesto, pur lento, era visto a velocità aumentata, quasi una visione anticipata della fine di quel gesto, quasi una premonizione sul gesto successivo. Questo sì che lo sconvolse, balzò a sedere sul letto con la fronte imperlata di sudore freddo, il respiro affannoso, gli occhi spalancati fissi sulla parete di fronte a lui, dove aveva visto proiettare i suoi movimenti accelerati.

Una sensazione di ansia e di angoscia lo prese nel profondo, la capacità di riuscire a vedere in anticipo i suoi movimenti, i suoi gesti, non riusciva a spiegarsela, non riusciva a capire come potesse essere accaduto, come fosse potuto succedere che si fosse potuto verificare quella specie di incantamento. Poi, calmatosi, dette colpa alla febbre che lo divorava da più giorni, imputando alla malattia quella sorta di incubo, e d'improvviso si rese conto che la febbre era sparita, dissolta come una nebbia primaverile al sole dell'alba, non c'era più traccia ne di febbre, ne di dolore, portate via allo svanire del sogno.

Non parlò mai a nessuno di quello che gli era accaduto, e mai nessuno seppe mai spiegarsi come la febbre che lo aggrediva fosse potuta svanire all'improvviso.

Ma in lui rimase a lungo la sensazione di angoscia e allo stesso tempo di onnipotenza che sentiva a causa di quello che gli era successo, la capacità di dominare e insieme di subire lo scorrere del tempo. Non riusciva ancora a capire se desiderasse o temesse il ripetersi di un episodio simile, ma sapeva, sentiva che tutto sarebbe accaduto nuovamente, di certo però non immaginava ne il come, ne il quando, ne il perché.

epicureo


Oggi apro le mie vene
 perché il sangue e il dolore
 se ne vadano.

agonico



Dai fiori allo sforzo
dalla rinuncia alle macchine.
Forma di agonia in ricordo del proprio passato.

mi dice Hansina Thaimu



La  fine è appena iniziata Principe. mi dice Hansina Thaimu - L'inizio è finalmente finito,
portando con la sua fine l'inizio della fine.
 La luce è ora visibile alla fine del tunnel.

lunedì 29 marzo 2010

bruciante


Immagini sovrapposte,
voci e suoni e sguardi, inflessioni conosciute, lingue incomprensibili, modi di dire, di essere, di esserci.

Cerco
di leggere ma sono distratto da tutto mi circonda. Anche dal silenzio.

Invero ora non ho pensieri
 che valgano il tempo di essere esplicitati, una tabula rasa sbiadita e arida.

Come se fossero tutti chiusi in un cassetto, temporaneamente in attesa di migliori tempi.
Non ho pensieri dicibili. Forse indicibili.

domenica 28 marzo 2010

libertaria


Un sublime attimo di libertà:
 in un lampo si incontrano due raggi di due contrapposti universi:
il raggio ardente del corpo e il raggio fresco dello spirito.

sabato 27 marzo 2010

Zilunte mi rincuora

Ti osservo, caro Principe  seduto di fronte allo schermo,tu che, anche solo per un istante, entri a far parte del mio universo perfetto - mi comunica l'Aruspice Zilunte . Lascia una traccia del tuo passaggio.Nelle sterminate folle di infedeli,nelle città gremite di stolti,in te stesso,sempre a biasimare te stesso Negli occhi che invano bramano la luce, nel significato delle cose,nella lotta che sempre si rinnova.Negli scadenti risultati di ognuno, nelle folle sordide e stanche che vedi intorno a te.Nei vuoti e inutili anni dell’oblio,con l’oblio che a te si avvolge, ti poni  la domanda, cosi triste e ricorrente:“cosa vi è di buono in tutto questo nella vita? Che tu sei qui – mi rincuora Zilunte Che la vita esiste e l’identità.Che il potente gioco continua.

afferma Thana Lible



ogni crisalide è un perno di vita,
 - afferma Thana Lible  -
ogni foglia un'alternativa d'amore
e di nuovo rabbia, rancore senza nome:
l'ennesima fragile cura
a cui spunta un pungiglione.

in eterno



Collerici istinti tinti di rosso e viola,
le farfalle fanno la spola
tra l'inverno e l'inferno. In eterno.

venerdì 26 marzo 2010

Soldataglia


Lucumone Urple  da una festa.
Alla festa giungono  le principesse più belle dell'Etruria.
Un soldato che fa la guardia vede passare la figlia di Lucumone.
E' la più della di tutte.
Subito se ne innamora. Ma che può fare un povero soldato per conquistare l'amore della figlia di Lucumone?
Un giorno la incontra e le dice che non può più vivere senza di lei.
La principessa è  toccata dal forte sentimento del soldato che gli disse:
" Se saprai aspettare cento giorni e cento notti sotto il mio balcone, alla fine sarò tua."
Subito il soldato prende
 una sedia e va sotto il balcone della principessa.
Stà un giorno, due giorni, dieci giorni, venti giorni ed ancora, ancora....
giorni e notti.
Ogni sera la principessa, non vista, controlla dalla finestra che il soldato stia lì ad aspettare.
Giunto alla novantanovesima notte il soldato si alza, prese la sedia e se ne va.
La principessa, meravigliata, dice tra se: " Ma come, se ne è andato proprio alla fine ?

giovedì 25 marzo 2010

dai Libri Ostentari




All'’orizzonte c'è l’immaginaria separazione tra mare e cielo, a volte tra realtà e speranza - afferma  l'Aruspice Zilunte nei Libri Ostentari.
Attraversare il mare consente di coglierne la reale dimensione, ma anche di capire quanto possa essere ampio e indefinito il suo confine.
Tentare di raggiungere i limiti, da un lato dilata lo spazio di ciò che noto, dall’altro rende ancora più imperscrutabile ciò che è ignoto, allontanando e rendendo, in tal modo, assai più vasto ciò che l’uno e l’altro dovrebbe unire o forse, proprio per questo, allontanare ancora di più.
Tuttavia non è dato di sapere come si dipani ciò che è ignoto.
Potrebbe essere la naturale estensione di ciò che siete e sapete - continua Zilunte. In tal modo potreste avere di esso una percezione di continuità sia pure oscura.
Non di meno l’ignoto potrebbe avere uno sviluppo complementare, circolare, contiguo a tutto ciò che già sapete, riempiendo gli spazi, i vuoti e aggirandosi tra le aree di piena conoscenza.
Quando qualcuno si addentra nell’ignoto dimostra tutto il coraggio e la voglia di sapere dell’essere umano, ma la vera difficoltà non è in quella scelta di varcare i confini, quanto nella capacità di trovare la via del ritorno. Prima ancora, la difficoltà ancora maggiore sarà stata proprio nella scelta di orientare la prua verso il limite, di lasciare la vela, di seguire il vento che è appena cambiato. La rotta la daranno gli ostenta:  gli uccelli che volano a pelo d’acqua, la corrente, un ramoscello che ondeggia sul margine schiumoso dell’onda tracciando una linea irregolare, andatura barcollante di un vecchio cieco che cerca la strada di casa o solo l’occasione per legittimare una vista presunta dello spazio circostante.
Il più delle volte quella rotta nasce da circostanze fortuite, dal caso oppure dalla voglia di non essere più uguali a sé stessi.
L’essere umano è migrante - sospira Zilunte. I suoi confini sono mobili e ignoti. Il suo orizzonte è uno spazio della percezione del quale non è dato di sapere quanto si estenda e cosa riservi.
Si parte lasciando ogni cosa dietro di sé, le persone amate, la quotidianità della vita, la vita stessa.
Non è noto se il viaggio finirà e quanto durerà.
Per chi resta l’attesa sarà lunga. In qualche caso insostenibile.

nessun rumore


Un sasso gettato nell’acqua affonda e scompare.
Nessun rumore rimane.
Nemmeno una sola parola.

scattante



La mia vita è fatta di scatti.
A volte le serrature
mi chiudono fuori.

mercoledì 24 marzo 2010

Ramthie, il Phersu - 2 -


Mentre la bestia digrignando i denti si avvicina ai piedi di Ramthie, l'eroe etrusco ha un attimo di cedimento e torna con la mente ai ricordi della sua vita passata e vede suo padre,come se  fosse li in quel momento.  Guarda  suo padre che  avrebbe voluto essere sempre saldo come una roccia e invece era come acqua che scorre e non sa mai  che terreno trova. Era mare che arriva e si ritrae. Era vittima della sua depressione. Ora voleva che il suo abisso non esistesse,che la bestia angosciante svanisse  ed al suo posto contemplare un prato fiorito ( lui sapeva parlare sempre di cose rassicuranti ). Invece era lì e intorno a lui vedeva tanti corpi inanimati che provavano ad essere giganti vendendo sè stessi al mercato delle pulci. Si offrivano dovunque ci fosse un pubblico. Tutti li cercavano anche se erano aria. Appena li incontrava era sopraffatto dai conati. Parlavano, parlavano ed erano come sacchi vuoti. Non capivano nemmeno di essere solo escrementi. La loro vita era stata solo masturbazione di blatte. Lui, invece, si sentiva niente.
Aveva i piedi sprofondati in un quotidiano che minacciava di non darci neanche da vivere,rimugina Ramthie. Doveva dire sempre la cosa giusta e fare carezze senza tremare. Noi che lo amavamo dovevamo  trovare in lui l’approdo. Invece era al cospetto del tempo e se guardava da dove era venuto trovava solo pianto. A che età bisogna essere immuni ? Forse solo dopo la morte. Essere già vecchi non basta. Così si trascinava giocando ad essere tutto ciò che il mondo si aspettava da lui. Avrebbe voluto essere solo colui che si aspettava di essere, ma dipendeva dalla benevolenza degli altri. Troppo fragile. Troppo ammalato. Si dibatteva nella sua nullità che altri vedevano come perla, che Ramthie ora  non sa proprio  descrivere. Era una corazza insostenibile che si creava dal di dentro e veniva fuori a mostrare tutta la sua resistenza.
Era solo, ma non poteva dirlo. Sperava che passasse come sempre ed intanto era un pò più vecchio, più scarnificato. Un pò più vicino alle sofferenze che avrebbe dovuto alleviare. Sulla terra, nudo come un verme, si dibatteva perchè sentiva le tempie pulsare di parole che nessuno voleva ascoltare. Allora che vale respirare ? Solo il dovere lo sosteneva. Nulla è più triste. Quasi quanto deporre le armi. “Lasciatemi stare”, ripeteva. Non sapeva più parlare e provava solo ad ascoltare.
Io non sarò come lui. Io sono il migliore.Grida Ramthie. E si scaglia contro la bestia.

corpus vitae


Oggi comincio a  a dare corpo al mondo. Sento
chiaro, nitido,qualcosa vivermi, come se il giorno,
da tempo, avesse fatto di me la sua casa e
tutto, tutto non possa essermi estraneo, esterno.
Tutto nel mio buio oggi ha  il seme della luce.

Hansne Tupnia mi consiglia


 Hansne Tupnia mi consiglia di riflettere. Dice che  il gioco ha il suo senso nel poco. Cosi l'intenso profumo dell'essere continua a crescere e respirare:poche cose servono  all'idea universale lontana dalla lente che fa brillare il particolare. Si può dire di amare follemente una parte del fuoco,un brandello di cenere,un petalo di croco ma, si volesse anche il cielo,bisogna crescere  nel poco.

martedì 23 marzo 2010

Ramthie,il Phersu - 1 -


Il cane abbaiava rabbioso apparendo improvvisamente  sulla   strada attraverso  la radura, causando a Ramthie bisogno di fuga e riparo. L'Assente, chiamato così perché era di solito assente, era alle sue spalle,ghignando e godendo dell'evidente disagio che l'eroe etrusco stava  subendo. A Ramthie era successo  di assistere a un omicidio mille anni prima  ed era cosi  entrato nel mondo imprevedibile  delle  zanne e negli  artigli  del  cane rabbioso che non è in realtà un cane rabbioso, ma si chiama così semplicemente perché voglio che si chiami cosi . L'Assente osservava ma era   depresso. Aveva combattuto anche lui incappucciato   contro  la bestia mille anni prima  ricevendo un infezione grave che lo aveva prostrato. Cosi ora tentava di superare la sua depressione osservando la lotta di Ramthie con il cane ,  consumando enormi quantità di essenza pipistrello, noto anche come lo spirito dalla terra della forma tridimensionale più semplice. 

dal balcone


scrivo dal balcone
 guardando il fico pieno di frutti
e il pero con le foglie malate
ho qualche pensiero triste
e due o tre sereni.

etruscante


Ieri sono caduto.
Una stella ha espresso
un desiderio.

mi dice Apne Cufia -


Stai cercando quella cosa
che non ricordi cosa sia:
- mi dice Apne Cufia -
se vedi un cuore non  calpestarlo,
se lo raccogli  non  buttarlo via.

lunedì 22 marzo 2010

sbornia profonda


Avle  Pichiunte si ritrova  nudo sdraiato per terra. Si strofina gli occhi. Lentamente, come in trance, si alza e cerca di capire dove si trova. Cerca di ricordare gli incidenti della notte precedente. Lentamente, come un replay dell'azione tutto è tornato a lui. Lui,l'eroe, la guida in questa ricerca di energia per soddisfare i bisogni del suo popolo,era rimasto troppo tempo in quel luogo di notte, troppo vino, sesso,orgia,baldorie.  Il  tizio nero lo ha raccolto sulla via del ritorno,depositandolo sul pianerottolo dell'albergo a ore dove sostava da ieri.  Poi più nulla. Egli ha ricordato vagamente che usciva dalla  stanza la sera tardi per rispondere alla oscura  chiamata della sua  natura sensuale. E' troppo ubriaco ora e cerca di raggiungere il bagno per vomitare scarabocchiando qualcosa di profondo sul pavimento sotto  di lui prima di svenire. 
Avle si guarda intorno e cerca qualcosa per coprire se stesso. Non trovando alcuna cosa , ha lentamente iniziato a camminare verso i suoi quartieri.  Poi ricorda il motivo che lo ha spinto fin li,lontano dalle sue origini. Oh! Che notte era stata ...
...Ormai non resta più molta legna per soddisfare i bisogni del nostro popolo,riflette Avle camminando barcollante.  Abbiamo già fatto il doppio, il triplo, forse il quadruplo del lavoro di un anno, ma torniamo a Nord, nella terra delle foreste, per vedere se c'è rimasto qualcosa. E mentre ci spostiamo, passiamo da un posto chiamato Faramore , ai piedi del monte Cimino , e facciamo scorta di querce, anche se la voce ci chiede di passare oltre e preservare quegli alberi, che in tempi lontani hanno aiutato un grande popolo a prevedere il futuro, gioie e catastrofi, a seconda del rumore che il vento e la tempesta producevano tra le fronde.Non ha ancora smaltito la sbornia profonda e non riesce a tornare ad essere lucido, consapevole della sua missione.

- mi spiega Laris Cuccle .


Il coraggio è molto importante Principe. 
- mi spiega Laris Cuccle . 
Come un muscolo, si rinforza con l'uso.

crogiolo


Laris Cuccle oggi mi consiglia
 di creare una pagina 
per distruggere creativamente i sensi

rinascita


quell'attimo di Venere
tra l'acqua e la spuma:
il  tempo è marea
e vive  sulla luna.

domenica 21 marzo 2010

stella viola


immagino un tesoro e non so quanto vale.
Ai piedi d'un ara stò accendendo una stella:
è viola,come quella che nei sogni mi compare.

mi rivela Zilunte


 Etrusca è  la gioia ai piaceri dell’esistenza, ai conviti, alle donne e alla bellezza degli  adolescenti, ai giochi scenici, crudeli o comici, alla lotta dei gladiatori, al circo e alla farsa, all’indolenza, amabile e contemplativa - mi rivela l'Aruspice Zilunte -  Ma etruschi sono  anche l’eroe cavalleresco e il combattente individuale,che aspirano  all’avventura e alla fama, profondamente diversi dagli ubbidienti e disciplinati soldati di formazione romana. E la vita etrusca si svolge nell’opposta tensione di riso e crudeltà, di piacere sensuale ed avventura, di indolenza svagata ed affermazione eroica, non diversamente nell’opposizione di cavaliere e dama: la donna domina sull’uomo nella casa e prende parte anche alla vita pubblica. Una visione femminile del mondo s’esprime in Etruria dovunque .

alchemico


Ancora giovane vidi  un fiore bellissimo sulla riva del Serchio. Il suo colore risplendeva sotto il sole. Lo colsi.  Era un cavolo. Mi dissero che ero matto. Niente fiori Principe. E mi rinchiusero.

alambicco di proserpina


Oggi le idee  spuntano
 dopo che il pensiero
 le ha distillate.

sabato 20 marzo 2010

dalle Necropoli


Nello sterminio folle 
orridi apparireste del sugello umano,
dimentichi.


 Freli Wurpile mi racconta qualcosa sulla vita nelle Necropoli:

"sotto antiche ville abbandonate, sotto vuoti e silenziosi palazzi diroccati, sotto monasteri sconsacrati e dimenticati quando non sotto le stesse dimore della famiglia i Larth dei casati etruschi celano i propri consanguinei che hanno subito Morte Ultima agli occhi dei mortali.
Ogni Necropoli accomoda le ossa, le ceneri o comunque i resti dei membri della famiglia, sia naturali che adottati, che non meritano nulla di meno che essere sepolti memorabilmente: i membri più illustri del casato, o dai Lucumoni o progenie importanti, vedono le loro spoglie sepolte in pesanti sarcofagi, le loro gesta immortalate su targhe di bronzo o scolpite nel marmo.
Spesso dentro antiche giare, anfore e vasi canopi vengono posti i gioielli preferiti, rotoli di pergamene particolarmente apprezzati, trofei e letteralmente tutto ciò che sia possibile sigillare nei contenitori su richiesta dell’interessato, del suo Lucumone o delle sue progenie.
Anche i resti di progenie fallite, figli decaduti, occupano il loro luogo di riposo sotto la Necropoli in piccoli loculi, ognuno all’interno di un complesso codice di categorizzazione noto solo ai custodi della cripta: la venerazione degli antenati ha un posto di rilievo in Etruria ed anche il più disprezzato dei trapassati può offrire una lezione attraverso l’esempio negativo.

La struttura, l’ampiezza e l’aspetto variano da Necropoli a Necropoli:
sotterranei ammuffiti, sezioni isolate di catacombe , vaste sale decorate con meravigliosi stucchi, pesanti tende e arazzi di ogni genere.
Un singolo e onorato membro della famiglia aiutato da un secondo,
che in caso di torpore o fatalità ne deve prendere il posto, mantiene la Necropoli eseguendo periodici
lavori di ristrutturazione e riparazione.
A seconda delle tradizioni della famiglia la locazione della Necropoli può essere nota solo al suo custode, ai membri altolocati della stirpe o a tutta la genìa: se il luogo è conosciuto la Necropoli può ospitare Messe di Mezzanotte in memoria degli scomparsi , essere luogo di insegnamento per i Neonati o persino essere il ritrovo delle periodiche riunioni familiari.
Solo gli alleati più onorati e fidati,
una vera rarità, possono visitare una Necropoli come gesto di amicizia e rispetto
e solo in alcune determinate occasioni.

Le Necropoli non ospitano unicamente ceneri ed ossa: in alcune il silenzio della tomba è infranto da versi gutturali mescolati a disperate richieste di aiuto: alcune famiglie considerano indegno sbarazzarsi malamente dei consanguinei che sono scivolati tra le fauci della Bestia e si assumono la grave responsabilità di catturare questi sventurati e imprigionarli in celle buie, chiudendoli nelle nicchie o nelle piccole stanze attigue al tronco principale della Necropoli.
In altri casi sono i parenticidi o traditori della stirpe a venire murati, strappati alla giustizia del Lucumoni dalle mani vendicatrici della famiglia di appartenenza: anche solo lo scambio di amorosi gesti con un membro di una famiglia nemica può portare alla terribile punizione. In ogni caso dopo alcuni anni nelle tenebre, con compagnia solo le urla dei dannati non vi è troppa differenza tra chi ha perso completamente la propria umanità e chi la propria sanità.
I custodi offrono agli sventurati prigionieri tramite una minuscola finestrella galline, conigli e ratti mantenendoli svegli. Alcuni custodi particolarmente insidiosi hanno progettato crudeli sistemi di allarme per le loro Necropoli: salire su un gradino sbagliato, sfiorare una teca, smuovere una ragnatela apparentemente innocua può portare alla chiusura dell’uscita.

Danneggiare, razziare,
diminuire in qualche modo una Necropoli é tra le offese più gravi che si possano commettere ai danni di un casato e facilmente passibile di Faida delle Ombre – ammonisce Freli Wurpile -"

mi spiega Larisa Haikunei

 
Non  scordare mai Principe  che il tempo scorre in un verso solo, e ciò che si vede ripercorrendolo all'indietro è fuorviante - mi spiega Larisa Haikunei . Il tempo non è palindromo: partendo dalla fine e risalendolo all'indietro, tutto sembra assumere significati diversi, inquietanti, sempre, e non bisogna farsi impressionare da queste cose

baratto


Stanotte ho rincorso  un gatto che di passo in passo sognava  il baratto delle sue sette vite con una cornice dorata di resurrezione.

venerdì 19 marzo 2010

mi confida l'Aruspice Zilunte


"Ti confiderò un primo  segreto:ma forse tu lo conosci già...-mi confida l'Aruspice Zilunte.Esiste un luogo lontano e nascosto;un luogo fatto di speranze ma anche di ricordi;non è facile raggiungerlo,ma non ti serve molto per poterci arrivare;il tuo Cuore dovrà essere puro e tu lo ascolterai;sentirai solo l'odore del vento del mattino e, quando udrai una farfalla battere le ali, tra le nebbie incerte, la vedrai.Le sue mura sono fatte di smeraldo;le sue case son di smalto e di rubini;la sua strada è lastricata d'oro e, tra le brume del mattino, il Sole la fà brillare ed accecante è il suo colore.Dentro la città crescono alberi grandiosi e rigogliosi, e la gente del posto si ciba dei loro frutti, inebrianti e profumati.Ad essi non serve altro e null'altro chiedono.Non esiste nè l'odio, nè l'Invidia, nè il Male.L'unica cosa che esiste è l'Amore.Lo senti il vento??...cerca la strada per Fuflunia..

fufluns


Fufluns  ama travestirsi ;
A volte è come un camion,tutto rosso,
con un bell’autista sorridente;
A volte è un bambino, vestito da mendicante,
col suo ordigno, nascosto nella mano;
A volte è un bel mare azzurro profondo,
A volte è un bel giovane in moto,
A volte è una bella casa.
Fufluns ama travestirsi;
Spesso è Crudele
anche se ti sorride.

Pulsatilla mi guarda


"Pulsatilla mi guarda sorniona e mi induce al silenzio; o meglio, mi fà cenno di ascoltarla; un Silenzio così carico di significati, così denso di sapienza;quel muto scorrere di eternità,che ha sempre pervaso coloro che cercavano la Via della Conoscenza;Impara anche tu ad ascoltarlo, ascolta te stessa e conoscerai la Via"

danzante


un tarlo danza sulla scrivania e la mia fantasia non cessa di creare sogni bianchi e pallidi
 che il sole non sa cosa sia.

giovedì 18 marzo 2010

Arnth,il prescelto - 3 -


Il giovane Arnth si sveglia. Il  fulmine deve averlo colpito di striscio perchè non sente alcun dolore fisico. Solo una grande,incontenibile energia e desiderio di parlare con la voce che esce dalla caverna, Non gli importa se potrebbe essere già la messinscena della sua morte. Egli deve sapere perchè delle turbolenze nel villaggio,la mancanza di acqua che genera depressione fra i giovani,l'assenza prolungata  di secrezioni vaginali delle donne, e lo dovrà raccontare ai Lucumoni delle 12 tribù. Avanza dunque verso la bocca del cratere quando il vecchio alza gli occhi dal suo bicchiere e sorride. "Uomo, sono contento per la tua  socialità.Aspettavo qualcuno per farmi una bevuta insieme. Siediti e ascolta.  Sicuramente è noioso qui, tutto solo da me. Grazie al cielo ho liquidi in abbondanza. Posso almeno bere quanto voglio.Qui in cima alla Montagna Cimina  mi hanno messo a disposizione un  sistema di distribuzione che hanno inventato gli dei per loro. Fantastico!."
Il giovane Arnth è confuso. Obietta: " Tutto questo liquido solo per te? Ma qui sotto siamo assetati. C'è siccità.Fai qualcosa per noi,ti implorano le donne del villaggio.
"La tribù delle donne mitico?
 Tutti noi uomini sognano di loro".
"No,non hai capito. Il sito web delle donne".
"Oh, che cos'è?"
"Non ti preoccupare. Serve tutti i nostri  bisogni è tutto quello che devi  sapere."
"Ok, ok.
"Pioggia, eh? Ma tu non hai  detto la parola magica".
"Parola magica? Ma non è il tuo lavoro?"
Il mio lavoro? Qual è il mio lavoro?"
"Far scendere la pioggia".
"Pioggia? Faccio scendere la pioggia.
Cosa pensi che io sia?"
"Il vecchio della montagna. Puoi far scendere la pioggia. La nonna più antica lo ha detto.
"Ohh. Mi dispiace.Sono stato solo cosi a lungo . Io non posso farlo".
"Che cosa? Ma è necessario. Saremo tutti morti per causa tua ".
"Tu non  ripartitire allora. Resta qui con me.
 "Non posso farlo. Essi dipendono da me. Devi farlo".
"Mi dispiace, amico. Io non posso. E non mi piace il tuo atteggiamento, quindi non vorrei neanche se potessi».
"Aah così è impossibile?"
"Non ho mai detto questo."
"Sì, è vero. Lei ha detto che potevi."
Ho detto 'se posso'".
"Qualunque cosa! Fallo".
"Impossibile".
"Io ti ammazzo se non ti".
"Vai avanti. Chi salverà il villaggio, allora?"
"Così si dice che se si muore non  si può vivere ?"
"Non  me, ragazzo. Torna indietro e vai a morire.Resta qui e vivrai. Non posso aiutarti ".
"Peccato vecchio. Mi limiterò a ucciderti per prendermi tutto questo liquido in giro e tornare al villaggio."
" Beh, ecco quello che possiamo  fare.Ingegneria idraulica,il mio mestiere di un tempo sulla terra.  Un gasdotto e  un allacciamento idrico, e io canalizzo il liquido   attraverso la mia caverna al fianco della montagna. Possiamo creare una cascata e avrete la vostra acqua  ".
"Magnifico !".
Ecco che cosa hanno fatto, e il villaggio è  colmo d'acqua. Il campione Arnth  è tornato a casa. Il vecchio si appoggia allo schienale della sedia,  sospira. Ha  una birra, e poi ha deciso di fare una doccia . Entra nel bagno, e fa schioccare le dita. Una nube sopra la sua testa, dà a lui l'acqua per fare il bagno .