mercoledì 24 marzo 2010

Ramthie, il Phersu - 2 -


Mentre la bestia digrignando i denti si avvicina ai piedi di Ramthie, l'eroe etrusco ha un attimo di cedimento e torna con la mente ai ricordi della sua vita passata e vede suo padre,come se  fosse li in quel momento.  Guarda  suo padre che  avrebbe voluto essere sempre saldo come una roccia e invece era come acqua che scorre e non sa mai  che terreno trova. Era mare che arriva e si ritrae. Era vittima della sua depressione. Ora voleva che il suo abisso non esistesse,che la bestia angosciante svanisse  ed al suo posto contemplare un prato fiorito ( lui sapeva parlare sempre di cose rassicuranti ). Invece era lì e intorno a lui vedeva tanti corpi inanimati che provavano ad essere giganti vendendo sè stessi al mercato delle pulci. Si offrivano dovunque ci fosse un pubblico. Tutti li cercavano anche se erano aria. Appena li incontrava era sopraffatto dai conati. Parlavano, parlavano ed erano come sacchi vuoti. Non capivano nemmeno di essere solo escrementi. La loro vita era stata solo masturbazione di blatte. Lui, invece, si sentiva niente.
Aveva i piedi sprofondati in un quotidiano che minacciava di non darci neanche da vivere,rimugina Ramthie. Doveva dire sempre la cosa giusta e fare carezze senza tremare. Noi che lo amavamo dovevamo  trovare in lui l’approdo. Invece era al cospetto del tempo e se guardava da dove era venuto trovava solo pianto. A che età bisogna essere immuni ? Forse solo dopo la morte. Essere già vecchi non basta. Così si trascinava giocando ad essere tutto ciò che il mondo si aspettava da lui. Avrebbe voluto essere solo colui che si aspettava di essere, ma dipendeva dalla benevolenza degli altri. Troppo fragile. Troppo ammalato. Si dibatteva nella sua nullità che altri vedevano come perla, che Ramthie ora  non sa proprio  descrivere. Era una corazza insostenibile che si creava dal di dentro e veniva fuori a mostrare tutta la sua resistenza.
Era solo, ma non poteva dirlo. Sperava che passasse come sempre ed intanto era un pò più vecchio, più scarnificato. Un pò più vicino alle sofferenze che avrebbe dovuto alleviare. Sulla terra, nudo come un verme, si dibatteva perchè sentiva le tempie pulsare di parole che nessuno voleva ascoltare. Allora che vale respirare ? Solo il dovere lo sosteneva. Nulla è più triste. Quasi quanto deporre le armi. “Lasciatemi stare”, ripeteva. Non sapeva più parlare e provava solo ad ascoltare.
Io non sarò come lui. Io sono il migliore.Grida Ramthie. E si scaglia contro la bestia.

corpus vitae


Oggi comincio a  a dare corpo al mondo. Sento
chiaro, nitido,qualcosa vivermi, come se il giorno,
da tempo, avesse fatto di me la sua casa e
tutto, tutto non possa essermi estraneo, esterno.
Tutto nel mio buio oggi ha  il seme della luce.

Hansne Tupnia mi consiglia


 Hansne Tupnia mi consiglia di riflettere. Dice che  il gioco ha il suo senso nel poco. Cosi l'intenso profumo dell'essere continua a crescere e respirare:poche cose servono  all'idea universale lontana dalla lente che fa brillare il particolare. Si può dire di amare follemente una parte del fuoco,un brandello di cenere,un petalo di croco ma, si volesse anche il cielo,bisogna crescere  nel poco.