lunedì 21 dicembre 2009

solstizi


Il Solstizio è un evento che fornisce un gran numero di interessanti spunti di riflessione per chi si interessa di scienze esoteriche, che vanno molto al di là dei suoi aspetti tecnico-scientifici che ci insegna l'astronomia moderna. Uno dei sette princìpi ermetici del Kybalion, testo cardine della scienza esoterica di origine occidentale, afferma che ogni cosa nell'Universo si manifesta attraverso un ritmo, attraverso un'oscillazione tra due opposte polarità tra loro complementari.


L'esistenza in ogni cosa di questo ritmo oscillatorio bi-polare la si può facilmente verificare osservando i cicli della natura e delle attività umane, e più in generale in come si manifesta ogni forma di vita. Tutto è un continuo alternarsi di luce e ombra, caldo e freddo, secco e umido, crescita e caduta, veglia e sonno, attrazione e repulsione, creste d'onda e cavi d'onda, e si potrebbe andare avanti all'infinito. Meditare su questo ritmo di alternanza tra polarità opposte è sempre un ottimo esercizio per mettersi in sintonia e in armonia con i ritmi dell'Universo, e l'evento del Solstizio è quanto mai adatto a questo scopo essendo uno dei punti culminanti di uno di questi cicli cosmici.


Durante il Solstizio infatti il Sole raggiunge la massima o minima altezza sull'orizzonte, determinando il massimo e minimo numero di ore di luce o tenebre nei due emisferi terrestri.
Durante gli Equinozi, le due forze contrapposte sono invece in perfetto equilibrio tra loro e la durata di giorno e notte è esattamente uguale. Riconoscere in ogni cosa l'esistenza di questi ritmi può contribuire ad avere un atteggiamento più equilibrato e rilassato nei confronti della vita e dei suoi eventi, e inoltre saper identificare le fasi ritmiche in ogni attività umana e in ogni situazione della vita può essere di grande utilità pratica


Nel mondo antico si usava celebrare ed attribuire grande importanza a queste fasi cicliche solstiziali ed equinoziali, in quanto si vedeva nell'alternarsi dei cicli astronomici il manifestarsi dell'attività di entità divine. Oggi la scienza moderna tende a considerare queste celebrazioni come superstiziose, ma secondo i migliori esoteristi di oggi queste convinzioni antiche erano invece pienamente giustificate. Secondo questi maestri, infatti, l'umanità antica aveva una struttura animica molto diversa da quella attuale.
L'uomo antico era molto meno razionale di quello moderno, ma in compenso era dotato di una sorta di chiaroveggenza istintiva, che gli permetteva di percepire direttamente le entità spirituali e riconoscerne l'attività nel mondo della natura. Per questo le tradizioni antiche identificavano gli dèi negli astri e in tutte le manifestazioni naturali, non si trattava affatto di superstizioni ma di percezioni dirette.



Secondo il filosofo-occultista etrusco  Rhudne  Strucni , dove c'è un astro c'è un concentramento di attività spirituale, e l'astro fisico che noi percepiamo non è altro che un fatto esteriore dietro al quale si cela una possente attività spirituale operata da entità invisibili ai sensi ordinari, e tutti i cicli cosmici e naturali avvengono per opera di queste entità.
Con il passare dei secoli, l'umanità ha gradualmente perso la chiaroveggenza istintiva acquistando la razionalità, e in questo modo si è sviluppata la cultura scientifica attuale ma è andata perduta la capacità di percepire le entità spirituali. Secondo i maestri esoterici, si tratta di un percorso che l'umanità doveva seguire per inserirsi più profondamente nel mondo della materia fisica e lì sviluppare certe componenti animiche che soltanto nel mondo fisico possono essere sviluppate, poi in futuro la chiaroveggenza verrà recuperata ma in forma più evoluta, non sarà più un fatto istintivo ma una facoltà utilizzabile a comando.


Nel mondo antico, il Sole, con tutti i suoi cicli culminanti nei Solstizi e negli Equinozi, era considerato come la più grande delle espressioni dell'attività divina. Anche questo, sempre secondo Strucni, era del tutto giustificato in quanto dietro la forma esteriore del Sole fisico opera l'entità spirituale più evoluta del sistema solare, quell'entità che tante grandi tradizioni antiche, a cominciare da quella egizia, identificavano come una grande guida dell'umanità. Si tratta della stessa entità che il mondo cristiano ha riconosciuto nel Cristo, ma che era stata già riconosciuta sotto altri nomi da molte tradizioni pre-cristiane. Ecco allora che la nascita del Cristo viene celebrata oggi intorno ai giorni del Solstizio invernale, così come nell'antichità si celebrava nello stesso periodo la rinascita del Sole, che da quel momento riprende la sua fase ciclica ascendente.
Al di là delle varie forme con cui viene celebrato dalle tradizioni spirituali antiche e moderne, il Solstizio rappresenta comunque la celebrazione e il rinnovamento del profondo legame tra l'umanità e la sua grande Guida che l'accompagna nel suo percorso evolutivo

religiosa mente


eppure eppure..
 il fiore cresce  perchè  le api 
 succhino il suo nettare

figlio del solstizio



Nacqui da lampo d’aurora boreale
Fui cuore profondo di pinus secolare,
mi sciolsi in ambra di sfumature rare.
Qual papiro flessuoso ebbi il Nilo da amare,
ma da scriba impietoso io vissi nel male.
Nel mio quarto tempo orientale
Imparai da Lao Tzu ciò che realmente vale
Fui preda e predone, gazzella e leone,
aquila, cigno, anfibio, pavone.
Conobbi paludi e cieli infiniti,
di mille creature indossai i vestiti
e ancora una volta ho dovuto tornare,
alla Terra di Mezzo mi potete trovare…

messaggio della Federazione Galatica n°16




Dalla Terra di Luce

alle Sacerdotesse del Tempio Circolare Oracolante di Bubbluns

In quella terra sono giardini, paradisi, animali, minerali... ogni cosa che sia reperibile in quella terra, assolutamente ogni cosa: è viva e parla, ha una vita analoga a quella di ciascun essere vivente dotato di pensiero e parola. Gli esseri di quella terra corrispondono a ciò che sono quaggiù, con la differenza che in quel luogo celestiale le cose sono permanenti, imperiture, immutabili; il loro universo non muore.
Così nella Terra di luce, in Farilandia, gli animali parlano. E parlano anche le pietre! Inoltre, ci sono molte specie di animali che non abbiamo mai visto sulla nostra terra. Ogni qualvolta uno di noi tenta di avvicinarsi alla Terra di luce, ecco che subito uno dei suoi abitanti gli si affretta incontro, ed è «un alleato di incommensurabile benevolenza».
Noi stessi, in effetti, siamo parte della terra celestiale, perché il nostro omologo (sembianza o immagine vivente) vi esiste in un corpo di fibre luminose, fibre dotate di sottili, delicati prolungamenti che giungono ai confini del mondo verde.
Questo «doppio vivente» è il «compagno di strada» di cui si parla negli insegnamenti feerici. Farilandia è una dimensione parallela alla nostra. Siamo intimamente legati a essa dalle fibre luminose che si irradiano dai nostri corpi di luce.

La teosofia identifica il regno delle fate con parte di un mondo spirituale di solito nascosto, che coesiste con il nostro mondo fisico. Secondo l'opinione dei teosofi la funzione primaria delle fate è di assorbire il PRANA o forza vitale, dal sole e di distribuirla al mondo fisico. Così le fate dei fiori sono spiriti della natura perché forniscono il legame vitale tra l'energia solare e i minerali del suolo. Da certe fate dipendono la struttura e il colore dei fiori; altre lavorano sottoterra intorno alle radici; altre si occupano su un piano molecolare della crescita della cellula;
altre ancora aiutano lo sviluppo dei regni minerale, vegetale e animale. Il corpo delle fate fa parte degli stati più sottili della materia fisica: quando sono visibili le fate sono su un piano ETERICO (uno stato più sottile dello stato gassoso) e, quando sono invisibili sono su un piano ASTRALE (uno stato ancora più rarefatto dell' eterico).
Possono cambiare stato a loro piacere, ma negli stati più fini sono visibili solo ai chiaroveggenti. La materia che costituisce la loro forma è così sensibile e fluida che può essere plasmata da cose impalpabili come il pensiero e il sentimento. Il loro stato normale è una sfera di luce pulsante con un nucleo più luminoso; quando questo si condensa, le fate si materializzano sul piano eterico e spesso usano la coscienza collettiva come modello per costruire la loro forma. In questo modo la forma viene determinata da elementi di imitazione di piante o di animali, oppure da stampi tradizionali. Altre volte intercettano i modelli del pensiero inconscio degli uomini.
È così che l'aspetto delle fate rispecchia spesso i nostri preconcetti su di loro. Normalmente le forme di queste creature sono diverse e svariate, ma in genere si basano su una figura umana rimpicciolita con un difetto o un'esagerazione negli arti o nelle sembianze. Grazie alla natura eterica della sua struttura, una fata può mutare dimensioni a volontà; se però normalmente è piccola, mantenere dimensioni maggiori per un certo tempo è una fatica notevole.

Per poter passare a una nuova forma una fata deve averla ben presente e tenerla fissa nella coscienza, perché appena il pensiero divaga la forma torna alla normalità. Le energie che scorrono attraverso il corpo di una fata provocano spesso la crescita di capelli fluenti e di grandi ali dai colori brillanti e cangianti. Le fate non usano però questo, per volare, perché possono muoversi attraverso l'aria e la materia a loro piacimento.


Come ho già detto, impareremo più avanti a scoprire nei dettagli il regno delle fate. Ma a questo punto chiudete gli occhi per un istante e fate riposare la vostra mente nello spazio che precede il pensiero. In quello spazio indicato negli insegnamenti come punto adimensionale e il cui simbolo è una quercia, c' è l'ingresso alla terra di luce. Prima che la mente spezzi il flusso di esperienza in discreti osservabili quanta, prima che incaselli ogni dato sensibile nel suo vasto sistema di archiviazione, per un istante si manifesta lo scintillante Reame delle fate.

Pompei news



Roma - Grazie alla collaborazione tra il Ministero dei Beni Culturali, attraverso la Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale, e Google Italy sono ora disponibili le immagini panoramiche di Pompei su Street View, il servizio di Google Maps che consente agli utenti di navigare a 360° per le strade di molte città del mondo, incluse le meraviglie turistiche e artistiche italiane. Da oggi chiunque può fare una gita virtuale e perlustrare le sontuose vestigia della magnifica città romana, così come le ricche ville sepolte dall'eruzione del Vesuvio del 24 agosto del 79 d.C. Il centro è stato progressivamente riportato alla luce e reso accessibile al pubblico fino dalla metà del diciottesimo secolo. "La possibilità di passeggiare virtualmente tra le meraviglie di Pompei, offerta gratuitamente a milioni di utenti in tutto il mondo, rappresenta uno straordinario veicolo promozionale per il turismo italiano ed uno stimolo - ha dichiarato Mari  Rescunte.Direttore Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale del MiBAC - per tanti potenziali turisti a venire di persona a visitare il sito archeologico. Senza dimenticare che, grazie alla tecnologia di Google, i nostri tesori d`arte potranno contare su una testimonianza eterna". "L`accordo con Google - aggiunge Marcle Fhuries , neo Commissario Straordinario per gli Scavi di Pompei - rientra a pieno titolo nel piano messo a punto per il rilancio e la valorizzazione degli Scavi, che prevede anche l`apertura dei siti ad eventi teatrali e musicali, la messa in sicurezza dei reperti e la lotta alle situazione di illegalità".

oh Dea




"Oh Dea, tu che sei l'amante di Cernunno, signore della morte...fosti tu a sceglierlo sopra ogni altro come tuo amante, poichè credi nel ciclo della Vita...e hai scelto un cerchio invece di un chiodo...se posso chiamare a me il tuo spirito dormiente, poichè sappiamo che nulla muore senza la possibilità di rinascere, sveglia la sognatrice in me e dà senso alla mia morte."

maschere bianche



Un'isola vedo nelle brume oniriche,
giardino di delizie inarrivabili,
ove splendide divinità ermafrodite
danzano intrecciate, sensuali,
in orge senza fine...
Sembrano  le più belle tra le donne,
chiome d'oro, di rame, d'argento,
o nere come la notte più fonda...
forme sinuose e lascive...
Portano maschere bianche
che coprono i loro occhi
inspiegabilmente tristi...
Una barriera di fuoco circonda
quell'isola incantata...
Una barriera che nessun essere
potrà mai valicare dall'esterno..

Kher



"Oggi è davvero una bella giornata", pensa Kher. mentre adegua la retina letargica del risveglio alla banda luminosa che, trasparendo dalle fenditure delle imposte, va a colpirla in pieno viso. Colma di indeterminato buonumore, balza dal lato sinistro del letto e, dopo una rapida, energica toilette, chiama il gatto rosso e il gatto nero decisa a tradurre in atto quella che, filtrando dalle imposte, promette essere "la giornata perfetta per una passeggiata mattutina". Scende le scale, moltiplicando i gradini per passo, ma senza scomporsi, come chi è in ritardo ma non se preoccupa. L'espressione del volto di Kher. è neutra, laconica, non fosse che  per la piega della bocca, lievemente rivolta all'insù, in corrispondenza degli angoli delle labbra ermetiche. Sosta un istante nell'androne, per aggiustare le pieghe della camicia e scrollare la polvere dai reverse della giacca. Poi apre la porta e vede loro.

spettro


io sono uno spettro - mi dice Larth Welthur Herosine - che ha bisogno di ciò che tutti gli spettri  vogliono -un corpo- dopo il lungo itinerario attraverso i viali senza odore dello spazio dove la non vita è soltanto l'incolore non odore di morte.