http://www.youtube.com/watch?v=hD-F0UTcSos
Dedico questo post ad un grande Gay dimenticato della canzone italiana, a Umberto Bindi (1932-2002), un uomo di raffinata cultura musicale e dal tratto estremamente fine. Un Gay dichiarato in anni in cui nessuno si dichiarava, uno che si distingueva per il tatto e la discrezione. I suoi grandi successi datano quasi tutti all’inizio degli anni ’60, ricordo fra tutte “Il nostro concerto”. Il nome di Umberto Bindi non dirà forse molto ai ragazzi di oggi ma per i gay della mia generazione è stato un ideale di dignità nel cantare liricamente in tutte le sue canzoni l’amore omosessuale.Dalla fine degli anni ’60 viene progressivamente emarginato dall’ambiente musicale in ragione della sua omosessualità dichiarata (e mai strillata). Trascorre gli ultimi anni della vita in totale povertà, riceve un sussidio in applicazione della Legge Bacchelli a favore dei grandi artisti in disagiate condizioni economiche, ma muore dopo poche settimane, nel maggio del 2002, in un ospedale di Roma.
Dedico questo post ad un grande Gay dimenticato della canzone italiana, a Umberto Bindi (1932-2002), un uomo di raffinata cultura musicale e dal tratto estremamente fine. Un Gay dichiarato in anni in cui nessuno si dichiarava, uno che si distingueva per il tatto e la discrezione. I suoi grandi successi datano quasi tutti all’inizio degli anni ’60, ricordo fra tutte “Il nostro concerto”. Il nome di Umberto Bindi non dirà forse molto ai ragazzi di oggi ma per i gay della mia generazione è stato un ideale di dignità nel cantare liricamente in tutte le sue canzoni l’amore omosessuale.Dalla fine degli anni ’60 viene progressivamente emarginato dall’ambiente musicale in ragione della sua omosessualità dichiarata (e mai strillata). Trascorre gli ultimi anni della vita in totale povertà, riceve un sussidio in applicazione della Legge Bacchelli a favore dei grandi artisti in disagiate condizioni economiche, ma muore dopo poche settimane, nel maggio del 2002, in un ospedale di Roma.