sabato 17 ottobre 2009

umberto bindi , il mio mondo...


http://www.youtube.com/watch?v=hD-F0UTcSos
Dedico questo post ad un grande Gay dimenticato della canzone italiana, a Umberto Bindi (1932-2002), un uomo di raffinata cultura musicale e dal tratto estremamente fine. Un Gay dichiarato in anni in cui nessuno si dichiarava, uno che si distingueva per il tatto e la discrezione. I suoi grandi successi datano quasi tutti all’inizio degli anni ’60, ricordo fra tutte “Il nostro concerto”. Il nome di Umberto Bindi non dirà forse molto ai ragazzi di oggi ma per i gay della mia generazione è stato un ideale di dignità nel cantare liricamente in tutte le sue canzoni l’amore omosessuale.Dalla fine degli anni ’60 viene progressivamente emarginato dall’ambiente musicale in ragione della sua omosessualità dichiarata (e mai strillata). Trascorre gli ultimi anni della vita in totale povertà, riceve un sussidio in applicazione della Legge Bacchelli a favore dei grandi artisti in disagiate condizioni economiche, ma muore dopo poche settimane, nel maggio del 2002, in un ospedale di Roma.

excitation


Se anche voi come me
fate parte degli adoratori dei Misteri a oltranza
gioirete al suggerimento di preparare un cocktail
a base di succo di melograno
per il prossimo incontro d’amore.
Ma secondo alcuni il melograno
avrebbe caratteristiche afrodisiache
confermate scientificamente.
O sarebbe meglio dire spiegate scientificamente.
Ad esempio l’alto contenuto di vitamina E
che favorisce la fertilità,
di Vitamina A, che incrementa i livelli
di testosterone ed estrogeni nel sangue,
e di Vitamina C, che favorisce la produzione di ossitocina
(un ormone con un ruolo di rilievo nel desiderio sessuale ),
sarebbe tra i fattori che hanno decretato
una certa fama del frutto nel tempo.
Ricordate?
" Proserpina aveva gustato il melograno,
simbolo d’amore,
donatole da Plutone per cui ormai era da ritenere,
a tutti gli effetti,
sua sposa e non poteva più tornare
definitivamente da sua madre,
lasciando il marito."
E poco importa se in certe leggende e culture
viene considerato il frutto dei morti
in riferimento all’Ade e alla storia con Proserpina.
Il potere della suggestione è molto più forte
e pensare di bere un succo con tali qualità
in una situazione tutt’altro che fredda
sicuramente lo rende davvero un potente afrodisiaco...

questioni di felining


I felini emettono un suono che ottiene l’attenzione umana facendo leva sul senso materno

C’è un detto che recita: «I cani hanno padroni, i gatti hanno degli schiavi». Che si sia d’accordo o meno, a confermare la teoria che vuole i felini come abili e sottili manipolatori degli umani che di loro si prendono cura vi è ora una
ricerca britannica. Realizzata dalla dottoressa Karen McComb della University of Sussex e pubblicata sul giornale scientifico Current Biology, l’analisi ha svelato come gli amici gatti riescono effettivamente a sfruttarci e a farsi accontentare grazie a un “miao” tutto particolare.

QUESTIONE DI MIAO –
Sarebbe infatti un modo speciale di fare le fusa, mescolato a un miagolio basso che in qualche modo ricorda il pianto di un neonato, l’arma segreta utilizzata dai gatti quando hanno bisogno di attirare la nostra attenzione per ottenere ciò che desiderano, ossia – il più delle volte – cibo o una lettiera pulita. Infatti, a differenza del solito miagolare insistente, che spesso porta il padrone di casa infastidito ad allontanare il gatto dalla stanza, questo verso particolare è irritante ma al tempo stesso irresistibile, e non può essere ignorato.

FREQUENZE IRESISTIBILI -
Analizzando la reazione a diversi tipi di miagolio da parte dei partecipanti allo studio – sia possessori di gatti che non – la dottoressa McComb ha potuto stabilire che le fusa miste a tale tipo di pianto suscitano attenzione anche in quanti non hanno mai avuto un micio. Secondo la studiosa inglese, infatti, sono emesse a una frequenza che agisce sul cervello dell’uomo e attiva l’istinto di protezione che normalmente entra in gioco quando dobbiamo prenderci cura dei bambini. In pratica, quando il micio emette questo verso, sentiamo la necessità impellente di accontentarlo purché smetta. Ed ecco spiegato perché al mattino, appena svegli, non c’è verso di riuscire ad andare in bagno o di farsi un caffè se prima non si è dato da mangiare a Felix, che con il suo miagolio irresistibile e misterioso ci guida sapientemente verso la ciotola e la busta dei croccantini.

favola etrusca


Ho trovato questa favola pubblicata su http://www.miniclub.it/favole/etruschi.htm, sito per "i piccini"


"C'erano una volta, e non ci sono piú, gli Etruschi, che abitavano nell'Italia antica, e furono spazzati via da Roma.Con loro l'Italia era tutta un giardino: costruivano canali d'irrigazione e di scolo per impedire frane e alluvioni, piantavano uliveti e vigneti. Abili ingegneri, portavano l'acqua nelle case e dotavano le città di fogne (Roma ha ancora le loro). Grandi artisti, avevano templi di legno dipinto (che sono andati perduti) e splendide tombe affrescate (che ci sono rimaste). Grandi architetti, inventarono l'arco e la volta. Le loro città risuonavano di musiche, perfino il cuoco in cucina impastava il pane al suono del flauto, tagliava le carote sul ritmo di una marcetta.Insomma, gli Etruschi amavano costruire piú che distruggere, consideravano barbari i Romani e i barbari Romani distrussero la loro civiltà dopo aver adottato molti dei loro costumi. Una cosa però i Romani non copiarono: la condizione della donna, che vollero casalinga e sottomessa come in Grecia, mentre la donna etrusca era libera e padrona di se stessa. Non restava sempre dietro le quinte, ma diceva la sua, partecipava a cene e banchetti, usciva di casa quando voleva. L'audacia era una virtú femminile, come la fierezza.Il giorno etrusco non cominciava a mezzanotte (come per noi) ma a mezzodí. L’anno iniziava a marzo, e ogni anno si piantava un chiodo in una colonna di legno nel tempio di Norzia, la dea della fortuna. Secondo una profezia, il popolo etrusco sarebbe vissuto soltanto finché ci fosse stato spazio per i chiodi, in quella colonna."E lo sapete dove stava quella colonna?

brne pacni


Cresco sempre più avendo le persone accanto a me:
amici che fanno parte della mia famiglia
- mi confida Brne Pacni -

17

Sono molto fortificato
da queste persone
con cui condivido tutto.

Non ci sono cattiverie perchè ci siamo scelti.
Le persone che non mi piacciono non le frequento
conclude Brne -


padroni del mondo


Date una pulita ai jack craniali, sintonizzatevi sulla lunghezza d'onda del pensiero, regolate l'equalizzatore e restate in ascolto: nel rumore di fondo del cyberspazio, vanno in onda le mie cronache dal basso futuro.

Il Club Bilderberg

La storia segreta dei padroni del mondo. Daniel Estulin, un fenomeno internazionale con MILIONI di copie VENDUTE in 70 paesi

Dettagli
Arriva finalmente anche in Italia il libro che racconta la vera storia del più potente e segreto organo decisionale del mondo: "Il Club Bilderberg – La storia segreta dei padroni del mondo", scritto dal giornalista investigativo spagnolo Daniel Estulin dopo 15 anni di indagini serrate e pericolose. Tradotto in 50 lingue e diffuso in oltre 70 Paesi, è diventato in poco tempo un bestseller internazionale, di cui è prevista a breve la versione cinematografica. Il 29 maggio del 1954 presso l’Hotel Bilderberg, a Oosterbeek, una piccola cittadina dei Paesi Bassi, su iniziativa del principe olandese Bernhard e di David Rockefeller, si riunirono le maggiori personalità del mondo politico, economico, industriale e militare; da quel momento, ogni anno, per un fine settimana, questa conferenza si è riunita in gran segreto con lo scopo di dettare le linee guida della globalizzazione e, secondo alcuni, instaurare il Nuovo Ordine Mondiale. Il gruppo include i dirigenti delle istituzioni, delle aziende e delle organizzazioni più influenti del mondo; ne hanno fatto parte, tra gli altri, Bill Clinton, ex Presidente americano, Jean-Claude Trichet, governatore della Banca Centrale Europea, Juan Carlos di Spagna, Filippo del Belgio, Carlo d’Inghilterra, George Soros, Henry Kissinger, Marthy Aubrey,i Rothschild, tanto per citarne alcuni, ma la lista include centinaia di altri nomi conosciuti tra cui diverse personalità italiane.La dettagliata opera di Estulin dimostra come il Club Bilderberg sia stato coinvolto nei maggiori misteri della storia recente, dal Piano Marshall allo scandalo Watergate e come in questa élite emergano le figure chiave dello scacchiere internazionale, presidenti USA, direttori di agenzie come CIA o FBI, vertici delle maggiori testate giornalistiche. Estulin colpisce questa organizzazione proprio dove fa più male: la priva della segretezza, della discrezione e dell’ombra di cui si è sempre servita e di cui necessita per attuare i suoi piani. La prova di ciò ce la fornisce lo stesso autore con la frase che fa da intestazione a "Il Club Bilderberg": «Nel 1996 cercarono di uccidermi, nel 1998 di sequestrarmi, nel 1999 di corrompermi, nel 2000 di arrestarmi e l’anno dopo mi offrirono un assegno in bianco se avessi taciuto una volta per tutte». Per fortuna, Estulin non ha mai accettato questo assegno e ci svela tutta la verità su questo occulto gruppo di potere.
Indice.


Ultimo spicchio prima del Novilunio in Bilancia




La signora Rosi si presentava a tutti scusandosi per la nudità della casa e per l'odore di minestrone; era sposata da cinquant'anni e da cinquant'anni tutte le sere suo marito le faceva cucinare il minestrone, ed erano cinquant'anni che la signora Rosi ripeteva questa solfa, ma con l'inflessione di una grande attrice: riusciva a trasmettere la monotonia di cinquant'anni di minestrone eppure sembrava che stesse svelando un segreto inconfessato, e appariva allo stesso tempo divertita e seccata.Indossava sempre uno scamiciato da lavoro, solitamente a fiorellini, di quella stoffa e di quella stampa in cui ci si aspetta sia fatto lo scamiciato di una sartina di paese, smanicato d'estate e lungo d'inverno, ma difficilmente la signora Rosi non aveva le maniche rimboccate. Aveva tanti capelli grigi - non bianchi: grigi, come le gambe di ferro del vecchio tavolo della cucina, folti ma composti, esattamente il genere di capelli che ci si aspetta da un carattere risoluto che non ha mai realizzato nessuna delle sue ambizioni e le ha affogate nel minestrone.Uno dei due occhi era di vetro, ma solo i clienti verso cui sentiva una particolare predisposizione venivano iniziati a questo mistero, che tuttavia rimaneva tale: la signora Rosi non aveva mai commesso l'imprudenza di portare l'indice verso un lato o l'altro del viso; piuttosto guardava da dietro gli occhiali scesi sulla punta del naso e spingendo il mento verso il basso, quasi in un gesto di sfida. Di solito comunque i clienti non chiedevano quale, ma come mai, per quella sorta di stupido formalismo che impedisce qualunque vero contatto tra due persone e costringe al triste teatrino del "come va?" - "tutto bene, grazie"un modo perfetto per interessarsi nel più totale disinteresse.Così, con quel come mai la signora Rosi poteva abilmente glissare di volta in volta sulla disgrazia del suo occhio, rispondendo a piacere con"oh, è una brutta vecchia storia"o "non ricordo, è stato tanto di quel tempo fa"oppure ironica: "sa, un giorno m'è caduto".Solo i bambini chiedevano quale, e lei allora si chinava abbassando gli occhiali e ribattendo"tu cosa ne dici?"Spesso i bambini rimanevano interdetti nel vedersi rispondere con la loro stessa arma, l'impudenza; altri, sfacciati, azzardavano un questo, ma allora subito la madre sbottava un po' imbarazzata in un"ma no bimbo, non si fa, non si dice!"esattamente come previsto dalla signora Rosi.