domenica 31 gennaio 2010

lost


svanisci insieme alla tua stupida sincerità
– mi consiglia Kriu Morine –
solo ciò che è stupido naviga nell’universo.

sabato 30 gennaio 2010

canto ritmico



La mente colma di antipensiero
lavora tranquilla
preparando i campi alla semina
delle scemenze umane
30
Niente poesia stasera
ma tanti movimenti di arti
e corteccia cerebrale


Katliu Hansina -


La tradizione Principe, 
 non è il culto delle ceneri
- mi sussurra Katliu Hansina -
ma la trasmissione del fuoco.

gemito


Attonito allo specchio 
meditando sul respiro
ho colto in fallo un gemito

asfodeli e vento a Poggio Buco

 Poggiobuco è uno dei luoghi etruschi più  scientificamente devastati,dissacrati e rapinati. Una vera industria del crimine addetta al trafugamento  di reperti archeologici vi si insediò fino dagli anni del primo dopoguerra. Recintato e protetto dalle Soprintendenze laziali e toscane, una finta impresa agricola ha lavorato per decenni   senza soste recuperando tesori che,ufficialmente,
hanno avuto diversa destinazione: alcuni nuclei sono approdati ai musei di Berlino, della California, di Philadelphia e di Chicago, altri sono rimasti in Italia e si trovano al Museo Archeologico di Firenze e al Museo della Civiltà etrusca di Pitigliano.Poi,finito il lavoro, l'abbandono. Agghiacciante abbandono.

La parte più cospicua dei rinvenimenti è costituita dalla ceramica, che spazia dalle produzioni a decorazione geometrica, al bucchero, alla ceramica etrusco-corinzia.
Ora solo  vento e asfodeli annunciano
nuove  tremende e invisibili scoperte.

venerdì 29 gennaio 2010

mi dice Larisa Tular


Qualcuno tornerà Principe per sentire la tua voce - mi dice Larisa Tular -  Per dirti che la vita è un gioco in mezzo ai prati,che il tempo non ha fine se vivi per qualcuno. Qualcuno tornerà per amarti tutti i giorni.

reflex


 Guardo Il Piccolo Airone che ha  appena calpestato
 le Tracce del Fulmine
Rivelando le Impronte Riflesse sul Lago...

Larisa Tular svanisce


Si tratta di passare da zero a zero - conclude  Larisa Tular  svanendo -  E’ la vita – Dall’incosciente e dall’insensibile all’incoscienza ed all’insensibilità.

selva di Malano - Bomarzo


È una vasta superficie a tratti boscosa o coltivata, molto accidentata, piena di dirupi e di enormi blocchi vulcanici di peperino staccatisi dai cigli della piattaforme o colline superiori rovinati in basso. I suoi confini sono all’incirca limitati a nord dal fiume Vezza che tutta l’attraversa per gettarsi nel Tevere, ad ovest e a sud dalla strada Vitorchiano-Pallone e ad est dalla provinciale Orfana. La caratteristica principale di questa zona che racchiude cimeli archeologici dalla Preistoria al basso medioevo è quello di un costante sfruttamento e utilizzazione diversa dei massi di peperino che ovunque la costellano. È in fondo, la stessa tecnica dei rinascimentali Mostri di Bomarzo che viene ad essere applicata decine di secoli prima a scopi religiosi, funebri, civili, della vita e del lavoro quotidiano. I Mostri sono l’ultimo clamoroso esempio di questo sistema.È stato osservato che in questo comprensorio si ha la massima concentrazione di are rupestri pagane (F.Prayon) e di epigrafi, sempre rupestri, latine oggi conosciuta nei paesi mediterranei.
S.Nicolao.
La località prende il nome dalla diruta chiesa medievale di S.Nicola che si trova nella valle sottostante il pianoro Sterpeta. Già sull’estremo punto settentrionale di questo pianoro che si affaccia sulla valle del torrente Serraglio sono raggruppati numerosi resti antichi. Si tratta di fondi di capanne, pozzi, vasche, abitazioni e ripostigli scavati nella roccia, di un villaggio rupestre difeso da una cinta muraria in rovina e da un vallo che la precede.
La chiesa di S.Nicolao venne eretta spianando la parte superiore di un gran masso. In basso, già nel periodo romano, vi erano state ricavate tre tombe pagane di cui due a camera; una di loro è decorata da pilastri ed un siperiore frontone con al centro un piccolo rosone ed è in parte rovinata dall’attuale ingresso fatto posteriormente. Vicino vi è una nicchia arcuata contenetenteuna fossetta per la deposizione dell’urna cineraria sormontata dall’iscrizione: Heros / v(ixit) / a(nnos) XXV. Attorno al macigno si notano tracce di costruzioni e sepolture per lo più cristiane. A poca distanza vi sono altri massi con fossette per urne cinerarie, vasche ed epigrafi latine funerarie di notevole interesse tra cui quella di due liberti, Dama e Rufam, nella quale appare in gentilizio Urinatius di chiara origine etrusca attestato nella necropoli rupestre di Castel d’Asso e in quella della prossima necropoli di Pian della Colonna. (vedi Bomarzo).
Rimarchevoli: un grande blocco di peperino trasformato in un cubo monolitico lavorato a finto bugnato e modanato alla base; un masso di forma ovoidale con dieci gradini che portano verso la cima dove sono state ricavate tre are dedicate forse alla triade etrusca: Tinia-Uni-Menrva, oggi in parte rovinate, ed un macigno, ora capovolto, scavato internamente per creare una cameretta contenente due sarcofagi scolpiti dal vivo della pietra stessa. Uno dei sarcofagi sul lato frontale presenta una scena con uomini ed animali, ma molto rovinata e per questo non ben leggibile. Varie sono le iscrizioni ritrovate, tutte in lingua latina, per lo più di carattere funerario classiche, ma alcune con caratteri arcaici.
Non mancano le pestarole, vasche ricavate nei massi o nella roccia disposte su piani diversi ed intercomunicanti create per la prima lavorazione del vino: la pigiatura.(Vedi Corviano).
Tra il torrente Vezza ed il Serraglio suo affluente, si trovano poi numerose tombe a camera ed altere a fossa sempre ricavate nella roccia aventi la caratteristica di essere sagomate a forma umana (tombe antropomorfe).
In questa zona, posta ad ovest di S.Nicolao, uno dei monumenti più importanti è un grande cubo monolitico di pietra vulcanica lavorata; ha una scaletta ricavata nel lato sinistro che porta sulla sommità fornita di un piccolo parapetto creato a risparmio nella roccia; ul piano è incisa una sorta di croce che viene interpretata come riferimento ai punti cardinali sebbene da essi abbia una leggera deviazione. È chiamato il Sasso del Predicatore; probabilmente era legato al culto e per i segni incisi poteva anche essere un auguraculum.
Nei pressi vi sono delle tombe a fossa antropomorfe; tombe etrusche a camera con il soffitto a doppio spiovente e lavorato a rilievo con columen e travicelli; altri macigni variamente utilizzati con tombe antropomorfe, iscrizioni latine, are, fossette per urne cinerarie, tombe a camera di vario tipo, sarcofagi e pestarole.
Tra tante utilizzazioni degna di nota è la cosiddetta Tomba del Re e della Regina. Si tratta di un enorme blocco di roccia entro il quale è stata ricavata una piccola camera che ha sul pavimento deu loculi di diversa lunghezza.
Purtroppo tutte le tombe sono state ritrovate prive di corredo funebre e ciò impedisce di stabilirne con certezza la cronologia.
Le iscrizioni latine seppure consentono di fissare qualche data per i manufatti nei quali sono incise, tuttavia per la gran parte dei monumenti non hanno alcun valore cronologico. Possiamo arguire che la maggioranza di essi risalgano all’epoca romana, tardo-repubblicana e imperiale, ma su molti resti per lo più singolari – tombe antropomorfe – permane l’incognito scientifico. Tra le epigrafi conosciute ha una certa importanza soprattutto per le recenti ipotesi di ubicazione della città di Statonia nel territorio di Bomarzo, quella di Caio Anicio che fu quadrunviro di questo centro etrusco e poi romano.
In località Poggiarello si trovano fondi di capanne e due monumenti preistorici di tipo dolmenico identici fra loro. Posti a pochi metri metri di distanza l’uno dall’altro, consistono in un masso ovoidale di peperino inclinato sopra una sporgenza del suolo. Si vedono anche i resti di una cinta muraria etrusca in opera quadrata e varie tombe a fossa scavate nel suolo roccioso del tipo antropomorfo. Molto interessante il monumento funebre eretto su un macigno di peperino da M. Larcio (famiglia di origine etrusca) appartenente alla tribù Stellatine la cui epigrafe è racchiusa entro una tabella ansata (I sec a.C.).
Rimangono sempre sconosciuti i motivi per cui gruppi di persone abbiano abitato con una evidente continuità queste valli, ricche sì di acqua, ma con alta umidità e poca terra fertile, quando, appena qualche centinaio di metri al di sopra si estendevano pianori liberi e ubertosi. Se una qualche giustificazione si può trovare per i tempi pericolosi delle invasioni barbariche e dei secoli successivi quando un tale isolamento poteva dare una certa sicurezza di vita, non si comprendono invece gli insediamenti del periodo etrusco e romano.
Comunque la vita in questi luoghi si esaurì nel corso del tardo Medioevo; da allora la presenza umana si limitò, come ancora dai centri abitati vicini

giovedì 28 gennaio 2010

Lucumone di Vhelatri



si dipinge bene il proprio cuore
soltanto attribuendolo a un altro
- sospira Calisna Sepu,Lucumone di Vhelatri

Larth Calisna Sepu



Le persone si riconoscono dall'anima.. - mi dice Calisna Sepu -  da quanto sono profondi i pensieri.. da come taglia il dolore nei loro cuori.. le persone si riconoscono dalla loro assenza..dal loro ritorno.. dal silenzio attorno a loro..quando gli altri non sanno..non vedono.. le persone ti sorridono con gli occhi anche se non hanno sguardi..ti parlano con sensazioni..con leggere intonazioni dello spirito..


nel soave azzurro fiorisce
con il suo tetto metallico
un campanile

volo d'aquila



E' spesso con  prodigi che gli dei si fanno vivi ed è attraverso fenomeni naturali o voli di uccelli che essi fanno pervenire agli uomini i loro messaggi. A adempiere alla funzione,  inviate da Giove per mostrare ai mortali quali siano i suoi voleri , sono sempre le aquile e fu precisamente un'aquila quella che indicò e quasi incoronò un re di Roma: l'uomo che che venne poi chiamato Tarquinio Prisco. Si trattava di un greco chiamato Lucumone che, trasferitosi in Etruria, aveva qui sposato la nobile Tanaquilla. L'intelligentissima sposa, comprendendo che mai e poi mai, neanche con la sua protezione e quella di tutta la sua famiglia, il marito sarebbe riuscito a far carriera in Etruria, lo persuase a trasferirsi a Roma, città nuova dove un uomo abile intelligente poteva facilmente diventare qualcuno. Così partirono a quella volta e, durante il loro viaggio, Giove con un prodigio manifestò quale sarebbe stato il suo destino.
Erano appena arrivati sul Gianicolo e Lucumone stava sdraiato nella lettiga accanto a sua moglie quando un’aquila discese lentamente su di loro e, afferrato tra i suoi artigli il copricapo del futuro re, si alzò continuando volteggiare sulla lettiga e lanciando alte strida. Poi, come se stesse adempiendo ad una missione affidatale dagli Dei, glie lo posò nuovamente sulla testa. Ciò fatto riprese il volo.
La scena così come la descrive Tito Livio è idilliaca: nella lettiga non un’esclamazione, non un sussulto. Eppure chiunque si fosse visto piombare sul capo un’aquila avrebbe avuto certamente un gesto di terrore e, quando poi si fosse visto portar via il cappello dal nobile volatile, una bestemmia l’avrebbe pur tirata.
Invece i due non si scomposero e non si scomposero nemmeno quando perplessa, essendo animale di alta educazione, l’aquila, che forse credeva di aver preso un coniglio, vedendo che quell'affare peloso da lei sollevato coniglio proprio non era, non solo riporto indietro il cappello, ma addirittura lo mise di nuovo sulla testa del futuro Tarquinio Prisco.
Avvenuto il prodigio e felice di ciò che aveva visto Tanaquilla, cresciuta in mezzo a gente che passava il suo tempo a regolarsi su ciò che facevano gli uccelli, interpretò perfettamente il fenomeno. Abbracciando il marito, gli confermò il fausto presagio spiegandogli accuratamente quanto era accaduto: quell’uccello era disceso dal cielo, e dalla sua parte più alta - gli diceva - quindi dalla zona celeste più importante; inoltre l'aquila era il classico messaggero di Giove che di quell'uccello si era sempre servito per simili cose; senza contare che il sacro volatile aveva portato il suo presagio sulla parte più alta del corpo e, avendo tolto l’ornamento della testa d’un uomo, glie lo aveva poi posto sopra di nuovo per ordine divino. Lo aveva praticamente incoronato.

mercoledì 27 gennaio 2010

roccaltia


È una collina posta a nord-est del massiccio cimino, al di sopra della località la Fornacchia, lungo la strada Viterbo-Soriano nel Cimino.
Molti sono gli archeologi e i ricercatori locali che ne parlano, ma uno studio non è ancora stato fatto. La particolarità di Roccaltìa è nei resti imponenti di mura ciclopiche che testimoniano, assieme a tutto un convergere di strade, selciate o no, l’antica vitalità del centro.
Ai piedi della collina si stende tutta una necropoli con tombe a fossa etrusche e romane.
Salendo verso il pianoro si incontra una prima linea di mura molte volte definite pelagiche. Alcuni massi sono ancora in situ, altri rotolati per il declivio, giacciono confusi tra la fitta vegetazione. Sono enormi blocchi di c.a. m1x1,30, posti l’uno sopra l’altro a difendere l’accesso al colle. La seconda cinta, di cui restano più ampi tratti - uno è lungo oltre 13 metri – si incontra presso la cima dove arivati, si nota subito, come essa sia stata modificata dalla mano dell’uomo. È spianata completamente, formando all’incirca una radura rettangolare (m.30x15) con miseri avanzi di una postazione difensiva medievale.
Fino a che studi particolari e ricerche specifiche sul posto non diano un carattere preciso a questa località, rimane ancora valida – a solo scopo di studio – l’ipotesi avanzata da L.R. Danielli e da altri archeologi: che qui fosse il tempio a Giove Cimino. L’ipotesi prende le mosse dal ritrovamento di un’ara romana avvenuto in Orvieto. Si tratta di un cippo di travertino quadrato che, nella parte anteriore, riporta la seguente epigrafe in lingua latina: Aram / constituit / Iovi Cimi / nio A. Scil / leius / Pris / cus C.S.C… E’ stato agevole mettere in relazione questa scoperta con la spianata e la posizione di Roccaltìa.
Tutta la zona comunque abbonda di resti archeologici: sono tombe a grotta e a fossa scavate nella roccia come presso il fosso di Tinta; pestarole, tombe a fossa e sarcofagi antropomorfi (Sterpaio del Signore), resti di solchi di antiche strade come alla Fornacchia; resti di mura megalitiche a nord di Peretro e in località Spinacceto; tombe a cappuccina come a S. Lucia.

parola della cosa



Se conosci la parola della cosa
- afferma Marni Tulsanie-
controllerai la cosa stessa

martedì 26 gennaio 2010

chiedo a Marni Tulsanie -



Vuole dire che più si trova,
 più si cerca; e che più si cerca, più si trova?
- chiedo a   Marni -

Esatto. Certe volte mi sembra che fra la ricerca e la scoperta si sia formata una relazione paragonabile a quella che i stabilisce fra la droga e l’intossicato. –

 Molto curioso.
E allora tutta la trasformazione moderna del mondo… –

Ne è il risultato; e ne rappresenta, del resto, un altro aspetto - esclama lo spettro etrusco  decomponendosi … Velocità. Abusi sensoriali. Luci eccessive. Bisogno dell’incoerenza. Mobilità. Gusto del sempre più grande. Automatismo del sempre più “avanzato”, che si manifesta in politica, in arte, e … nei costumi»


cascante



La calma nell’azione.
Come una cascata diventa nella caduta
più lenta e sospesa.

mi dice Lusie Hansina



Mutabile, temporale, soggetto è il divenire,Principe - mi dice Lusie Hansinal’essere il gioco di altri se stessi che si mostrano nel mondo, l’essere è questo lasciarsi mostrare negli eventi.


big bang



Un fallo cosmico
 è il big bang
della tua età matura

spiego a Lusie Hansina



guardo le stelle
e non trovo
significati- spiego a Lusie Hansina
gratta i muri tanto per fare - mi risponde Lusie svanendo  -
meglio che essere
assolutamente contemplativo.

lunedì 25 gennaio 2010

canto assurdo



25

ah, per sfuggire al buco nero basterebbe pregare, non oltrepassare l’orizzonte degli eventi

mi consola Tecle Husmania



Forse questo mondo ,Principe,
è l'inferno di un altro pianeta.
- mi consola Tecle Husmania.

enigma templare


L'enigma dei templari,
 il mistero di Rennes-le-Château
e il potere delle società segrete

di Patton Guy; Mackness Robin


Editore: Newton e Compton
Collana: Universale Storica Newton
Prezzo: 11,00 Euro
Dati: p. 256
Anno: 2009
Descrizione:


Che cosa lega il sacco di Gerusalemme
 compiuto dai Romani nel 70 d.C.,
 l’improvvisa ricchezza
 di un prete a Rennes-le-Château
nell’Ottocento, le SS di Hitler,
 l’arresto di un uomo d’affari inglese negli anni Ottanta vicino Lione e il corpo di un banchiere italiano impiccato sotto il Blackfriars Bridge? La risposta si trova nella straordinaria scoperta fatta da Guy Patton e Robin Mackness di una eccezionale traccia storica che risale a più di 2000 anni fa. La leggenda vuole che il favoloso tesoro degli Ebrei fosse portato nella Francia meridionale, dopo il sacco di Roma compiuto dai Visigoti. Gli autori ipotizzano che le “società segrete” del Medioevo e del Rinascimento, che vanno dai Templari impegnati nelle crociate ai precursori degli attuali massoni, siano state create per proteggere – o magari per acquisire – questa ricchezza nascosta. E dimostrano come nel corso dei secoli tale tesoro abbia continuato a essere una calamita e uno strumento per chi desiderava raggiungere il potere. Innescata dalle esperienze di Robin Mackness, accusato di trasportare illegalmente oro in Svizzera, questa indagine offre delle risposte illuminanti a misteri che hanno affascinato il mondo intero. E, cosa ancora più sorprendente, rivela la campagna di “insabbiamento” organizzata da coloro che si considerano gli attuali “guardiani” del tesoro: il misterioso Priorato di Sion che si trova al centro del classico Il Santo Graal. Dall’analisi di Patton e Mackness si evince, incredibilmente, come forze associate a questo antico tesoro possano aver manipolato grandi eventi come la fondazione dello Stato d’Israele o l’elezione di François Mitterrand.

direzioni


Un tipo sta guidando la macchina, quando a un certo punto capisce di essersi perso.

Avvista un signore che passa per strada, accosta al marciapiede e gli grida:
- Mi scusi, mi potrebbe aiutare? Ho promesso a un amico di incontrarlo alle due, sono in ritardo di mezz'ora e non so dove mi trovo.
- Certo che posso aiutarla. Lei si trova in un automobile, a 44° 30' 18'' di latidudine Nord e 18° 36' 20' di longitudine Est, sono le 12 e 23 primi e 35 secondi e oggi è lunedi 7 aprile 2008 e ci 20,3 gradi centigradi .
- Lei è un impiegato? - chiede quello dentro l'automobile.
- Certamente. Come fa a saperlo?
- Perchè tutto quello che mi ha detto è 'tecnicamente' corretto, ma praticamente inutile.
Infatti non so che fare con l'informazione che mi ha dato e mi ritrovo ancora qui perso per strada!
- Lei allora deve essere un dirigente, vero? - risponde stizzito l'impiegato.
- Infatti lo sono. Ma .... da che cosa l'ha capito??
- Abbastanza facile: lei non sa dove si trova, nè come ci è arrivato, nè tanto meno dove andare, ha fatto una promessa che non sa assolutamente mantenere ed ora spera che un altro le risolva il problema; di fatto è esattamente nella merda in cui si trovava prima che ci si incontrasse...ma adesso, per qualche strano motivo... risulta che la colpa è mia!

domenica 24 gennaio 2010

presente


 Oggi la strada arretra.
Come il granchio tengo gli occhi fissi sul presente
che si allontana .

esclama Rusie Fenu !



Sono giovane! - esclama Rusie Fenu . Non cambio continuamente opinioni ne  muto i sentimenti della mia infanzia. Provo quotidianamente, a contatto con la vita, la forza e la tenacia di quelle idee e di quei sentimenti.

Kry Smurtie



Tu sei molto di più di quanto possa conoscerti
- mi spiega Kry Smurtie -
Come iceberg oscuro la cui punta visibile
si affaccia alla comprensione
ma le sfugge sempre,
rappresenti ciò che l'essere non può mai abbracciare totalmente ma solo sfiorare,
alla vana ricerca di un senso
che spieghi lo spettacolo del mondo
 senza mai offrirsi nella sua interezza.

luceombra



Nella luce fra gli alberi 
 la mia ombra  si muove
scaldando lune invernali

sabato 23 gennaio 2010

ghigna Calunte



Quando hai  un prurito e ti  gratti,
Principe,
 provi piacere,
ma è più piacevole
 essere senza pruriti -
ghigna Calunte

arringatore



una ricetta per la pazzia: dire sempre la verità, la nuda e cruda e tagliente verità, infischiandosene dei riguardi e delle maniere, delle ipocrisie e delle convenzioni sociali.

dice Thane Kapnei


Vi sono momenti della storia, - dice Thane Kapnei -nei quali tutto quello che si può fare è tenere accesi piccoli fuochi nella notte, proteggendoli dalla tempesta
e da chi li vuole spegnere a colpi di prepotenza, di avvocati e di leggi, perché, a notte e bufera finite, il villaggio dovrà pur ricominciare a cuocere e scaldarsi.

sospira Thane


L’odio  agguerrisce i sensi
- sospira Thane Kapnei -
Il rimpianto addolcisce
l’impazienza degli abbracci.

saturnine




apparentemente sembrano
senza odore e senza sapore.
.. non emettono nessun magnetismo.
23
Eppure, possono  ribollire interiormente,
 ma prudenti e riservate,
 non lo daranno mai a vedere.

venerdì 22 gennaio 2010

mi consola Elshie Pruntis -


Non si può leggere la mancanza, Principe,
mi consola Elshie Pruntis -
 Solo avvertirla.

vento portami


 siamo
cattivi
perchè siamo
 in cattività

labirinth


Da molto tempo da molto
 ma non so più da quanto tempo
La morte s'è complicata
sfruttando la mia confusione.

canto turbinoso


22
 Giocando nel parco di Fuflunia lanciai una palla.
Non ha ancora raggiunto
il suolo.

Fractu Sermes


Le loro labbra sono sottili - mi dice Fractu Sermes - le loro facce solcate e alterate da rughe. I loro occhi hanno uno sguardo fisso come stessero cercando sempre qualcosa. Sono sempre scontenti e irrequieti. Non li capiamo. Pensiamo che siano pazzi. .. Dicono di pensare con la testa.. Noi pensiamo qui (toccandosi il cuore)

interiore


non uscire dal tunnel Principe
- termina  Fractu svanendo  -
fuori è anche peggio

giovedì 21 gennaio 2010

canto esplosivo



Posso sfiorarti, farmi sfiorare ma,
a un secondo dal big bang
sei già irraggiungibile

Maschu Larthia


 Maschu Larthia mi sussurra
 che i treni arrivano
solo quando c'è silenzio.

post scriptum







Forte rima con morte,
talvolta,
e non lo sa

Uni Tulesne -



un buon concorso di cause nelle intenzioni
e se anche fosse
è solo una semplice opinione
che allo stato non sussiste
-mi spiega Uni Tulesne -

21

date certe condizioni
non ti sai esprimere molto bene
oppure adesso in tutto e per tutto
  è soltanto un’impressione

22

 

certo a volte ci si riesce
naturalmente picchi emotivi
si spiegano alcune implicazioni
si ricorre ad argomenti
- conclude eclissandosi Uni .

come una leonessa



Ben fatta,  compatta,muscolosa e sciolta, lenta e maestosa nei suoi spostamenti, testa alta e sguardo diretto e intenso. Sicura di sé, cosciente della potenza della sua presenza, lei “è” ed è brillante. Sente la necessità di essere il punto di mira e ama essere corteggiata. Anche se non la si può ingannare, lei  si lascia lusingare, il suo ego si nutre dalla considerazione altrui.

mercoledì 20 gennaio 2010

primordiale



20

Lei non analizza, lei sente…
e può essere vittima dell’illusione
dei suoi sensi.

ante fatto


   Tu sei prostrato, batti più sordo, più a rilento...
Sai, ho letto
che le anime sono immortali.

mi indica Vant


Se tu Principe   non sei  toccato da rimpianti per il passato, nè da speranze o timori per il futuro , mi indica  Vant - potrai  vivere intensamente ogni attimo della tua vita e sperare che essa ritorni infinite volte.

legislatura di Vant



mai sovrapporre  immagini celestiali
senza prima aver aver scaricato
blocchi erotico carnali