giovedì 25 marzo 2010

dai Libri Ostentari




All'’orizzonte c'è l’immaginaria separazione tra mare e cielo, a volte tra realtà e speranza - afferma  l'Aruspice Zilunte nei Libri Ostentari.
Attraversare il mare consente di coglierne la reale dimensione, ma anche di capire quanto possa essere ampio e indefinito il suo confine.
Tentare di raggiungere i limiti, da un lato dilata lo spazio di ciò che noto, dall’altro rende ancora più imperscrutabile ciò che è ignoto, allontanando e rendendo, in tal modo, assai più vasto ciò che l’uno e l’altro dovrebbe unire o forse, proprio per questo, allontanare ancora di più.
Tuttavia non è dato di sapere come si dipani ciò che è ignoto.
Potrebbe essere la naturale estensione di ciò che siete e sapete - continua Zilunte. In tal modo potreste avere di esso una percezione di continuità sia pure oscura.
Non di meno l’ignoto potrebbe avere uno sviluppo complementare, circolare, contiguo a tutto ciò che già sapete, riempiendo gli spazi, i vuoti e aggirandosi tra le aree di piena conoscenza.
Quando qualcuno si addentra nell’ignoto dimostra tutto il coraggio e la voglia di sapere dell’essere umano, ma la vera difficoltà non è in quella scelta di varcare i confini, quanto nella capacità di trovare la via del ritorno. Prima ancora, la difficoltà ancora maggiore sarà stata proprio nella scelta di orientare la prua verso il limite, di lasciare la vela, di seguire il vento che è appena cambiato. La rotta la daranno gli ostenta:  gli uccelli che volano a pelo d’acqua, la corrente, un ramoscello che ondeggia sul margine schiumoso dell’onda tracciando una linea irregolare, andatura barcollante di un vecchio cieco che cerca la strada di casa o solo l’occasione per legittimare una vista presunta dello spazio circostante.
Il più delle volte quella rotta nasce da circostanze fortuite, dal caso oppure dalla voglia di non essere più uguali a sé stessi.
L’essere umano è migrante - sospira Zilunte. I suoi confini sono mobili e ignoti. Il suo orizzonte è uno spazio della percezione del quale non è dato di sapere quanto si estenda e cosa riservi.
Si parte lasciando ogni cosa dietro di sé, le persone amate, la quotidianità della vita, la vita stessa.
Non è noto se il viaggio finirà e quanto durerà.
Per chi resta l’attesa sarà lunga. In qualche caso insostenibile.

nessun rumore


Un sasso gettato nell’acqua affonda e scompare.
Nessun rumore rimane.
Nemmeno una sola parola.

scattante



La mia vita è fatta di scatti.
A volte le serrature
mi chiudono fuori.