domenica 13 dicembre 2009

nero positivo


Federazione Galattica all'Oracolo di Bubbluns


messaggio n°8  Ricevuto dal Notaio dell'Accademia Etrusca di Bibbona

Goditi potere e bellezza della tua età.  Non ci pensare.

Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente magro come ti sembrava
Non preoccuparti del futuro.

Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere
un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!
Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.
Rilassati!
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a sessantun'anni  non sapevano che fare della loro vita.
I sessantun'enni  più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia,quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti risposerai o forse no.
Forse avrai  altri figli o forse no.
Forse divorzierai a ottantasette anni
Forse ballerai al tuo settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a Pisa per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche alla California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai sessantadue anni , sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.

cervo bianco



La simbologia del cervo bianco è presente nella tradizione di molte antiche culture. A partire dall’epoca degli ittiti fino ad arrivare a quella agli atzechi, dove era considerato un simbolo ultraterreno di purezza analogamente all’unicorno, il simbolo del cervo trova successivamente un suo significato anche in alchimia dove rappresenta lo zolfo ed incarna l' anima. Questo viene infatti visto come simbolo del rinnovo vitale, dato che l’animale cervo rinnova spesso le sue corna.

La sua immagine letteraria ha goduto di particolare fortuna nel medioevo. Ispirandosi alle rappresentazione dei classici greci, l’immagine acquista la sua consacrazione nell’ ”Erec” di Chrètien de Troyes (colui che ha scritto anche il Parceval), per diffondersi a tutto il ciclo arturiano, nell’epica rolandiana e successivamente a alle tradizioni folkloristiche e popolari. Nella tradizione arturiana, in particolare quando il cervo bianco appare nelle foreste attorno alla corte di Re Artù e incita i cavalieri all’avventura…
E’ così che è entrata a far parte anche di alcuni autori italiani come Petrarca, Boccaccio e Poliziano. Inoltre dallo studio e l’accostamento dei testi emerge come il Cervo fosse spesso identificato quale guida magica, talvolta miracolosa.

Luna donna scorpione


Che fine ho fatto io?

Col viso più scavato  ma mai pallido.
Meno sicuro ma...
...più forte a volte per la grande umiltà.
Che dormivo sui banchi di scuola,
non trattenevo mai i nodi alla gola.
Che di lottare a volte ero stanco,
ma per pensare avevo sempre tempo...
...e ora no.
Adesso...ti guardo assente e dico:
"Tu non entri, tu dentro di me non entri...
..ora non più, non mi ferisci più!".
Che stringo a tutti i costi i denti
e pur di non scoprirmi...mi tiro indietro un po'.
E ancora un po'...


Luna ascoltami,
se da quell'angolo
di altitudine
ne sai di più di me.


Ora stringimi,
non voglio perdermi,
ma ora non trovo più il bimbo dentro me.

Che fine hai fatto anche tu?
Cos'è? Sei stanca ormai di dirmelo
che non ci sono più?
Tu che conosci con sincera umiltà
la versione integrale di me,

che custodisci gelosa i "perché".
Prova a ridarmi quell'assurda ironia...
...la voglia matta di andare via ma tornare a casa.
Ma ora ti guardo assente e dico:
"Tu non entri! Tu dentro di me non entri più!"
E tu neanche ti ribelli!
Non discuti e ti rassegni!

Aiutami.
Ti prego.
Luna ascoltami,

se da quell'angolo
di altitudine
ne sai di più di me.

Scavalca i ponti tra mente e cuore,
la soglia estrema del dolore,
l'orgoglio ed il suo mare immenso,
per far capire che ci penso,
che soffro per amore intenso,
che gioco ancora con il vento,
ma non trovo più il bimbo dentro.
Che rido ancora senza un senso
e navigo distratto e attento.
Ingenuo...ma con la testa,
o tutto o niente..o sempre o basta!
E che sono qui per ritrovarmi.
E chiedo aiuto a te.

implora lo spettro etrusco




Toglimi il pane, se vuoi, toglimi l'aria, ma non togliermi il tuo sorriso - implora  lo spettro etrusco.Non togliermi la rosa, la lancia che sgrani, l'acqua che d'improvviso scoppia nella tua gioia, la repentina onda d'argento che ti nasce.- sospira Larisa Matuta svanendo .

riunione


Quando gli uomini si riuniscono,
-continua Larisa -
 le loro teste si restringono.


Larisa Matuta


la necessità è un male,Principe,
ma non è necessario vivere nella necessità
- mi spiega Larisa Matuta -

Acrolito


miei parenti hanno smesso di sposarsi.

Di conseguenza i funerali sono diventati delle rimpatriate.
"Povera zia, l'ultima volta che l'ho vista ero ancora piccolo" "Già" "Tu l'avevi vista ultimamente?" "Io ci abitavo, non ti ricordi? Da quando era rimasta vedova si era trasferita da noi." "Ah è vero, hai ragione!" "Ti ricordi quando da piccoli ci picchiavamo e tu le prendevi?" "No io non le prendevo! Io scappavo!" "AH AH AH" "AH AH AH" "Ssst..."
Il direttore artistico del funerale a un certo punto distribuisce un fiorellino e un pugno di riso ad ogni invitato. L'invitato li posa ai piedi della lapide della zia.
 A questo punto il figlio passa con le bomboniere.

                                             Ci salutiamo.
   Ci rivedremo fra un sacco di anni.

fuori tutto


Nella penombra della sua stanza, che ne rendeva indistinguibili le dimensioni, i contorni e le forme, il (non più tanto) giovane aspirante scrittore dovette alla fine arrendersi. Il vuoto creativo permanente che lo insidiava da sempre, come un avvoltoio in volo sul corpo del moribondo, ebbe la meglio, vinse la guerra e lo inghiottì tutto intero. Nel buio egli vide chiaramente la sua ispirazione (o ciò che ne restava) uscire dal suo petto sotto forma di fumo leggero, staccarsi da lui e volare via verso la finestra chiusa, che attraversò senza problemi per poi sparire del tutto. Arreso, smarrito, inerte, sconfitto, il (non più tanto) giovane aspirante scrittore di fronte al suo fallimento non tentò nemmeno di elaborare un progetto di vita alternativo, un nuovo inizio: troppo faticoso, deprimente; perché non aveva mai preso in considerazione null'altro che quello, una inutile carriera di scrittore di incipit di romanzi e racconti.

L'uomo mascherato per il carnevale veneziano gli tese la mano, nell'ombra, lui l'accettò senza guardarlo, assorto nei suoi tristi pensieri, e si alzò, seguitando a ragionare: però... e se volesse raccontare proprio di quello? Il giovane alto, magro, pallido e biondo del fuoribordo lo prese sottobraccio, e lui, distratto, si fece accompagnare fin di fronte alla finestra, ancora considerando tra sè: forse potrebbe raccontare esattamente della sua lotta per esprimersi, si forse potrebbe. Le due donne in costume ottocentesco con l'ombrellino aprirono le imposte della finestra, una da una parte e l'altra dalla parte opposta, e indicarono fuori dalla finestra con le gentili ditine guantate. Il (non più tanto) giovane aspirante scrittore non si avvide di loro, ma realizzò da sè che doveva inseguire la sua ispirazione, o ciò che ne restava, innaffiarla con l'ottimismo di un'idea ritrovata e farla crescere, finalmente.
'Certo', pensò stampandosi finalmente un sorriso convinto sulle labbra, mentre il vento scompigliava i suoi pochi capelli e faceva tremare gli zigomi, 'certo, questa è la lezione: parlare di me, non d'altro, del mio travaglio interiore, di come ciò che si cerca con tanto affanno a volte è proprio a un passo da sè, a portata di mano. Farò così', si decise definitivamente, 'scriverò di me, tirerò fuori la mia essenza e le darò la libertà che merita, ed essa splenderà come un faro nel buio, ecco cosa farò, e lo farò da subito', concluse finalmente felice e carico di ritrovato vigore, mentre la sua mente aveva già prodotto pagine e pagine di convincente racconto in fluente linguaggio, col cuore lieve cercando la penna nel taschino della giacca, un attimo prima di incontrare il suolo.

cielo infinito


di Lucu  Amnthe  tratta da “Il cielo è infinito” (Ed. Sperling&Kupfer, 2000)

“L’inflazione ha trovato le radici del mondo presente in eventi occorsi miliardesimi di secondi dopo la nascita dell’universo. La grandezza, la temperatura, l’età, la forma del cosmo dipendono dalla fisica dell’inflatone immediatamente dopo l’istante iniziale. Ma cosa c’era prima?
(…)Al primo impatto con la meccanica quantistica, restiamo tutti un po’ scettici. Ci chiediamo: ma possibile che questa danza forsennata delle particelle sia reale? Non è forse che con queste immagini cerchiamo di nascondere la nostra ignoranza, proprio come gli antichi con i miti? Eppure, questa danza è una realtà osservabile e misurabile. Anzi, in laboratorio possiamo addirittura sperimentare la creazione spontanea dal nulla di coppie di elettroni e antielettroni, e la loro successiva annichilazione dopo frazioni infinitesime di secondo. Il vuoto, per la meccanica quantistica, è un mare profondo e pescoso, dal quale particelle e antiparticelle guizzano continuamente fuori come delfini, per reimmergersi subito dopo. Queste coppie però, anche se effimere, esercitano una forza elettrica misurabile, per esempio tra due lastre metalliche, proprio come se le lastre fossero cariche. I delfini di Heisenberg non sono miraggi.
Se la meccanica quantistica ci offre la possibilità di creare materia dal nulla, ancora non ci spiega la nascita dell’universo. L’universo esiste da lungo tempo, e non è certo formato da una sola coppia di particelle. Però la meccanica quantistica ci dice anche che la durata della violazione della conservazione dell’energia, cioè la durata dell’esistenza delle coppie di particelle, è tanto maggiore quanto minore è l’energia creata. Se l’energia creata è nulla, la violazione può durare un tempo infinito.
 Ma cosa è un corpo di energia nulla? Ebbene, l’energia gravitazionale del cosmo, secondo la Relatività Generale, ha in un certo senso un valore negativo, tale da bilanciare esattamente l’energia della materia, e formare quindi un universo a energia globalmente nulla. Quindi, la creazione dell’universo, e la sua durata eterna, o comunque lunghissima, non sono in contrasto con i principi della meccanica quantistica. Come proposero i fisici Tryon e Fomin nel 1973, l’universo può nascere spontaneamente dal nulla. Fra qualche decina di miliardi di anni, l’universo potrebbe tornare spontaneamente nel nulla, e la ferita che la creazione ha aperto nel tessuto cosmico verrà rimarginata.

luce notturna lunare


La Luna " illumina durante la notte, ma la sua luce non può che trasformare le grandi ombre in diafana chiarezza. Ciò, secondo i migliori cartomanti, è una prova della coesistenza dell'ombra e della luce. Da un lato"La Luna" appare, allora, come la luce che libera gli esseri umani  dagli influssi malvagi, mentra dall'altro indica l'impossibilità per gli esseri umani  stessi di essere attratti contemporaneamente dalla luce e dall'ombra. Ciò li introduce in un mondo denso di contraddizioni, difficili da assimilare per la mente umana. Come conseguenza di tutto questo, spesso si è identificata l'illustrazione della "Luna" con i significati emblematici provenienti dalla lotta fra spirito e materia, fra bene e male, fra immanente e trascendente, fra anima e corpo, fra puro ed impuro, fra morte e vita. Da un punto di vista estetico il diciottesimo Arcano Maggiore dei Tarocchi, spicca per la varietà ed il colore delle sue figure, tra cui primeggia il disegno della luna raffigurata nella parte superiore della carta. La sua raffigurazione è molto elementare, costituita da un volto circondato da un aureola ricca di colori brillanti, dal quale si diramano una sorta di raggi, di lacrime o di gocce rovesciate che vengono contemplate dalle creature che guardano da terra: due cani o, secondo altre versioni un cane ed un lupo che sembrano ululare; nella parte inferiore di quest'Arcano, si nota la figura di un gambero che, con tutte le zampe distese, riposa immobile in una specie di lago. Secondo quando affermano alcuni interpreti dell'esoterico e dell'occulto, il gambero è un simbolo lunare ed il suo significato emblematico più potente è quello che lo pone in relazione con l'aridità della vita, con la mancanza di idee e con la sterilità dello spirito ma, malgrado ciò, il gambero indica che anche senza aver ottenuto risultati concreti, è necessario continuare a sforzarsi di ottenere dei benefici per il futuro.