giovedì 29 ottobre 2009

....ecamminacammina.....


Due studenti in auto si dirigono all’università per sostenere un esame. Ad un semaforo passa loro davanti un gatto nero. Ed è subito panico! E’ il nuovo spot pubblicitario di una nota azienda che aiuta gli studenti a superare gli esami. Un siparietto divertente ma che lancia un messaggio sbagliato e cioè che il gatto nero porti sfortuna. “Non è un messaggio educativo” ha dichiarato l’ENPA, l’Ente Nazionale Protezione Animali che ha anche chiesto di ritirare lo spot dalle programmazioni televisive. “Si rischia di rafforzare nei giovani la convinzione che i gatti neri siano davvero portatori di jella”. Quella dell’ENPA è una presa di posizione che a mio avviso è legittima.



Troppo spesso infatti si scherza su questioni che invece sono drammaticamente serie. Nel nostro Paese sono ancora moltissime le persone convinte che i gatti neri portino con loro la malasorte e si tratta di credenze talmente radicate che è quasi del tutto inutile cercare di usare la logica.


Quando si dice che la questione è drammatica, non si esagera. I volontari delle varie associazioni animaliste confermano l’alto numero di gatti neri abbandonati proprio perché creduti “sfortunati”. Non solo ma è anche tragicamente reale l’abitudine di certi automobilisti di investire gatti neri, convinti che in questo modo si allontani da loro la jella. Gli amanti dei gatti – ma anche le persone dotate di buon senso – non possono che inorridire al sentire simili notizie.


Che fare, se la mentalità generale non ce la fa ad evolversi? Come agire, se nel 2009 sopravvivono ancora le credenze del Medioevo? Che il considerare un gatto nero “jettatore” sia una stupidità, lo dimostra il fatto che nei Paesi anglosassoni è vero il contrario. In Inghilterra, ad esempio, il gatto nero porta bene. In un suo libro, lo zoologo Desmond Morris, un’autorità mondiale in fatto di gatti, spiega da cosa nasce l’abitudine di ritenersi fortunati se un micio nero entra in casa. Morris racconta che nell’antico Egitto la visita di un gatto nelle abitazioni era sempre festeggiata perché significava avere lontani i topi. Col tempo questa credenza, esportata in Europa, venne applicata ai soli gatti neri e rimase valida anche in epoca Medioevale, quando la Chiesa dichiarò guerra a tutti i piccoli felini perché amici del diavolo. E’ bene ricordare che tra il 1000 e il 1700 vennero uccisi milioni e milioni di gatti in nome della fede e c’è chi sostiene che fu anche per questo irresponsabile massacro che dilagarono le epidemie di peste: se ci fossero stati i gatti a cacciare i ratti, portatori della malattia, la peste avrebbe fatto meno vittime. Desmond Morris continua spiegando che in quel periodo anche in Gran Bretagna si consideravano i gatti neri creature demoniache ma c’era la convinzione che restare illesi dopo averne incontrato uno significava avere una grandissima fortuna. Da ciò, i gatti col pelo scuro diventarono degli amuleti. Ancora oggi nella contea dello Yorkshire la gente è convinta che se un gatto nero entra di buon mattino in camera da letto, la giornata sarà splendida e fortunata. E se a vedere il gatto è una ragazza giovane, significa che presto si sposerà. Esiste infatti il detto “Quando il gatto di casa è nero, alle ragazze non mancheranno gli spasimanti.”


Secoli e secoli di superstizione hanno però reso i mici neri scaltri e guardinghi. Tra i gatti europei, razza che può presentare una moltitudine di colorazioni del mantello, i neri sono quelli più decisi e quelli che sanno meglio di tutti adattarsi alle difficoltà. E’ stato rilevato che più della metà dei gatti randagi presenti nelle città, dove la vita è difficile, è proprio di colore nero.

Haspettando Halloween


Lamia



Una creatura vampirica
nata nel mondo classico è Lamia,la leggenda vuole
 che si trattasse della bellissima figlia di Belo, re di Libia
(già nel nome Belo non è difficile trovareuna connessione col Belial di Lilith),
che fu amata da Zeus scatenando la gelosia di Era,
che le uccise tutti i figli ad eccezione di Scilla.

Lamia si arrabbiò a tal punto
 che il suo volto divenne una maschera terribile
 e cominciò a rapire i bambini per poi
mangiarli (aprendo il ventre di Lamia
 era possibile estrarre le creature divorate ancora vive),
i suoi occhi sono carichi di un odio
cui non si può restare indifferenti; e dalla bocca esce una lingua
lunghissima che danza fra i denti appuntiti.

Anche Lamia poteva trasformarsi
 per succhiare il sanguedagli uomini dopo averli sedotti.

Lamia compare anche nella mitologia romana
 più spesso usata come spauracchio
 per le madri distratte e per i bambini disobbedienti,
ma mantengono la caratteristicadi demoni lascivi e di vampiri
e anche adesso possiamo leggere di loro nelle fiabe
dove hanno l’aspetto di regine terribili che chiedono
 il cuore delle figliastre buone,
 ingenue e infelici.C’è chi le associa,
 assieme alle sirene,
 ai demoni di mezzogiorno,
considerando la facilità
con cui in quelle ore si cade
 preda ad allucinazioni.

Olafur Arnalds



Che dolcezza infinita in questo brano.

Laris Matuta








Qui da noi,
nel mondo Etrusco,
- mi spiega Laris Matuta -
le anime  femminili
che si distinguono
per una certa morbidezza
di toni
e di sfumature
sono più ricche
di mezze tinte
mentre i colori
più profondi
si denotano
nei paesaggi maschili
Ma è tutto
così interessante
-continua Laris -
nel vedere
un uomo
dipingere
con una delicatezza
di tocco
il proprio
paesaggio femminile
e certe donne
dipingere
il proprio
paesaggio virile
Vi è sempre
in ciascun
un dato colore
dominante
che dà il tono
alla tela
che costituisce
la nota personale
conclude il Larth.


Essere invisibile



Narra la leggenda che una volta c’era un Essere. Proprio qui, dove adesso c’é questo altissimo palazzo. C’é chi dice che era un essere invisibile, si percepiva la sua presenza solo per i rumori che faceva, suoni ritmici come di gomma su legno grezzo, o di acciaio spinto dentro il cemento, come di polvere che riempie i polmoni, non è facile da spiegare; e c’é chi dice che era un essere volante, perché non ci si capacitava di come potesse salire fin lassù, di come potesse andare -dicono- ovunque volesse, alto o basso che fosse il luogo da raggungere. Non si sa bene, è una leggenda ma di certo era un essere.



Ebbene, io so: l’essere era in effetti invisibile, perché nessuno voleva vederlo. E l’essere in effetti volava. L’ultimo volo che fece fu in verticale, verso il basso, come per tornare alla terra che l’aveva generato. Questo palazzo è la sua cattedrale. Ora, piccolo mio, impara: impara a vedere l’invisibile che ti bussa alla porta mentre stai al caldo sotto le coperte, e impara a percepire nell’aria ciò che vola sopra i tuoi capelli, perché il volo dell’invisibile è ciò su cui poggia il mondo.

Arselle morte.Che spregio!





Epitaffio:

"Morto"


Biografia:

"Nacque, visse, morì"


Campagna elettorale:

"Votate!"


Pubblicità

"Comprate!"
 

Religione:

"Credete!"


Filosofia :

L'importante è la salute.


Scoperta scientifica:

"L'ho visto!"


Storia:

"Fu vinto"


Quiz:

"Ho vinto!


Sport:

"Ha vinto"


Amore:

"Avvinto"


Religione 2:

"Convinto"


Romanzo

"Ciao."

"Addio."

Fine

Oggi non ho tempo...

zeusbus


attenti al gatto



Giugno 2006: Jack, un gatto di sette chili, difende il proprio territorio a West Milford, nel New Jersey, da un orso di passaggio.



Secondo la notizia, Jack ha dapprima inseguito l'orso, che si è spaventato e s'è arrampicato su un albero. Gli ci sono voluti quindici minuti per trovare il coraggio di scendere, e quando l'ha fatto, Jack l'ha ricacciato su un altro albero. Alla fine i proprietari di Jack, preoccupati per l'incolumità del gatto, lo hanno richiamato in casa. Attenti al gatto!