martedì 30 marzo 2010

storia di Ramthie l'Etrusco


A Fuflunia ,capitale
della Lucumonia del Sud , nacque il venticinquesimo giorno del mese delle Rose in Boccio, prendendo il nome che fu del padre di suo padre,solo otto anni dopo la fine della terribile Seconda Guerra di Conquista del Paese di Centro, quella che poi passò alla Storia per il primo impiego del terribile Incantesimo della Morte Assoluta, guerra che si era conclusa con la sconfitta e la morte del crudele dittatore Altyan . Quella guerra pur così vicina non influì, se non in minima parte, sulla sua gioventù, della quale d'altra parte non si sa molto e della quale lo stesso Ramthie non amava parlare, considerando l'inizio della sua vera vita il giorno che fu dichiarato uomo al compimento dei suoi quindici anni.

I suoi genitori non erano nobili né ricchi, ma fecero in modo che nulla mancasse per fargli avere una buona educazione; Ramthie crebbe in maniera del tutto normale, circondato dell’amore dei suoi genitori e dei suoi parenti, rigorosamente per la maggior parte donne, ( conobbe solo le nonne sia paterna che materna e le sue zie erano ben cinque e due soli gli zii).
Trascorse la sua gioventù studiando le materie che i suoi precettori preparavano per il completamento della sua cultura con un profitto appena sufficiente per quello che gli era richiesto. Non essendo destinato né alla carriera religiosa all'interno del Tempio, né a quella di studioso per il Collegio Lucumonico , i suoi studi, per quanto condotti con un profitto che avrebbe potuto essere migliore, erano già molto in un'epoca nella quale era ancora molto alto il numero di analfabeti.
Il tempo che gli rimaneva libero dagli studi e dai doveri, che come ogni ragazzo di quegli anni doveva adempiere, era dedicato da Ramthie alla conoscenza dei popoli che avevano abitato nei tempi passati le terre allora conosciute.
Non a caso la materia che più l'interessava anche all'Accademia era proprio la Storia in tutte le sue sfumature: l'Arte, le Leggende, l'Architettura, tutto quello che riguardava il passato emanava per lui un fascino assoluto, e coltivava questa sua passione girovagando ad ogni occasione per le strade e i vicoli dell'antichissima Città di Fuflunia, imparando a conoscerne ogni angolo, anche il più nascosto, il più segreto; ogni palazzo, ogni Tempio, non avevano segreti per lui, ogni particolare delle decorazioni, o dei fregi di un frontale, ogni quadro, ogni statua erano per lui delle frequentazioni quasi giornaliere.
Piaceva a Ramthie fermarsi a parlare con gli Anziani della Città Antica, gli abitanti di questa parte della Città erano la memoria storica di mille leggende e storie vere, custodi inconsapevoli della cultura popolare, veri e propri ultimi residuati di un tempo ormai lontano, parlare con loro era ogni volta una vera scoperta di nuovi aneddoti, di nuove leggende, di rivelazioni sui segreti delle passate Civiltà. La Capitale era ormai abitata da moltitudini eterogenee, immigrati dai paesi più poveri , clandestini dalle Terre Orientali e dai Paesi del lontano Est, sfuggiti alle persecuzioni successive alla caduta dell’Impero dei Regni Uniti e, quando ne aveva l’occasione, passeggiare in compagnia di un Anziano era davvero una delle cose che più piaceva fare al giovane Ramthie. Nella parte più vecchia di Fuflunia dove rimanevano più vestigia dei tempi passati, dove più forti erano le tradizioni e più vivi i ricordi e le leggende, c'era, e ancora oggi c'è, al centro del Fiume la piccola Isola della Nave di Pietra, così chiamata a causa della sua forma simile all'imbarcazione che la leggenda diceva giacesse sepolta sotto le sue fondamenta marmoree.

L'Isola è tuttora attraversata da un ponte che unisce le due rive del fiume e nello stesso tempo ne consentiva l'accesso, sotto una delle arcate di quel ponte, alla base di uno dei piloni si formava una piattaforma, lì Ramthie si fermava a riposare dalle sue passeggiate, proprio accanto a una cascatella formata dal fiume e proprio lì era solito pensare e raccogliere le idee, a volte leggendo un libro, a volte suonando il suo liuto a volte mangiando le fragole che acquistava dall'ortolano che aveva la sua bottega sull'Isola.

L'abitudine che aveva di andarsene a girovagare da solo o in compagnia di qualche Anziano rendeva Ramthie un po' diverso dai suoi coetanei i quali preferivano passare il loro tempo in giochi di guerra o in corse a cavallo oppure in gare di abilità, ma d'altra parte, i suoi genitori pensavano fosse giusto assecondare le sue inclinazioni alla riflessione e all'introspezione augurandosi che infine qualcosa di buono sarebbe potuta venir fuori da un ragazzo così silenzioso e solitario.

Ma invero né loro né nessun altro si accorse per molto tempo degli strani poteri di Ramthie , quelli stessi poteri che fecero di lui negli anni seguenti il famoso Principe del Tempo.

Successe ad un tratto, all'improvviso, un giorno di Aprile, nell'anno nel quale avrebbe compiuto il tredicesimo compleanno, egli giaceva ammalato nel suo letto in preda ad una forte febbre, i Medici Aruspici avevano riscontrato una anomalia ritmica del suo cuore derivata da una malattia alle tonsille avuta qualche anno prima, le conseguenze di questa febbre avevano lasciato un segno indelebile sia al suo cuore, lasciandolo indebolito, sia causando un allentamento del nervo ottico del suo occhio destro.

La febbre lo stava debilitando velocemente e nessun rimedio di quelli fino ad allora tentati sembrava sortire un effetto valido, nel dormiveglia causato dall'indebolimento dovuto dalla febbre Ramthie sognava, come altre volte gli era capitato, di essere su una spiaggia che ben conosceva, era la spiaggia ad ovest di Ramthie , vicino alla foce del Fiume Biondo, una lunga spiaggia costeggiata da un serie di dune non molto alte, e ininterrotta per chilometri, con una ricca vegetazione di cespugli di erbe aromatiche e fiori selvatici, su quella spiaggia andava a volte a cercare e recuperare nei ruderi delle case abbandonate dagli abitanti, reperti, porcellane, qualche volta vecchie monete per quella che era diventata ormai una ricca collezione di cose antiche; nel sogno camminava lentamente in riva al mare, un caldo sole riscaldava l'aria di quella che sembrava una stagione non ancora estiva, ma non più invernale, un lento volo di gabbiani ricamava di volteggi leggeri e arditi un cielo azzurro e sereno, i profumi delle erbe selvatiche riempivano l'aria, e ad un tratto lo stormo di gabbiani si abbassava repentinamente verso di lui quasi a sfiorargli la testa per rialzarsi subito in un volteggio elegante e per Ramthie, nel sogno, fu automatico spiccare un salto e aprire le braccia, quasi fossero ali, a cercare in loro un sostegno per un volo inaspettato e imprevisto, ma diventato subito naturale e inebriante allo stesso tempo.

La sensazione nel sogno era di estrema naturalità lo sguardo di Ramthie si allargava su tutto il panorama, poteva vedere sia il mare fino all'orizzonte verso Ovest, sia la foce del fiume . Tutto sembrava estremamente realistico e vero, con un elegante volteggio aereo, piegando le braccia - ali con un movimento millimetrico riusciva a compiere evoluzioni e capriole aeree imitando quelle dello stormo dei gabbiani, precipitando velocemente verso le onde per risalire altrettanto velocemente verso il sole. Un'ultima cabrata e poi con un elegante gesto aereo eccolo atterrare sulla spiaggia proprio accanto al frangersi delle onde. Il sogno terminò, lasciando a Ramthie una sensazione di estremo benessere e calma, non si sentiva affatto sorpreso da quella sensazione né dal sogno che aveva appena fatto, tutto sembrava estremamente naturale, come se fosse sempre stato così, come se fosse normale per lui volare come i gabbiani.

Ma quello che lo sorprese fu ciò che accadde dopo, la febbre non era ancora scesa e il sogno sembrò trasformarsi in un’allucinazione ad occhi aperti, Ramthie vedeva tutto intorno a se muoversi in maniera accelerata, ogni suo gesto, pur lento, era visto a velocità aumentata, quasi una visione anticipata della fine di quel gesto, quasi una premonizione sul gesto successivo. Questo sì che lo sconvolse, balzò a sedere sul letto con la fronte imperlata di sudore freddo, il respiro affannoso, gli occhi spalancati fissi sulla parete di fronte a lui, dove aveva visto proiettare i suoi movimenti accelerati.

Una sensazione di ansia e di angoscia lo prese nel profondo, la capacità di riuscire a vedere in anticipo i suoi movimenti, i suoi gesti, non riusciva a spiegarsela, non riusciva a capire come potesse essere accaduto, come fosse potuto succedere che si fosse potuto verificare quella specie di incantamento. Poi, calmatosi, dette colpa alla febbre che lo divorava da più giorni, imputando alla malattia quella sorta di incubo, e d'improvviso si rese conto che la febbre era sparita, dissolta come una nebbia primaverile al sole dell'alba, non c'era più traccia ne di febbre, ne di dolore, portate via allo svanire del sogno.

Non parlò mai a nessuno di quello che gli era accaduto, e mai nessuno seppe mai spiegarsi come la febbre che lo aggrediva fosse potuta svanire all'improvviso.

Ma in lui rimase a lungo la sensazione di angoscia e allo stesso tempo di onnipotenza che sentiva a causa di quello che gli era successo, la capacità di dominare e insieme di subire lo scorrere del tempo. Non riusciva ancora a capire se desiderasse o temesse il ripetersi di un episodio simile, ma sapeva, sentiva che tutto sarebbe accaduto nuovamente, di certo però non immaginava ne il come, ne il quando, ne il perché.

epicureo


Oggi apro le mie vene
 perché il sangue e il dolore
 se ne vadano.

agonico



Dai fiori allo sforzo
dalla rinuncia alle macchine.
Forma di agonia in ricordo del proprio passato.

mi dice Hansina Thaimu



La  fine è appena iniziata Principe. mi dice Hansina Thaimu - L'inizio è finalmente finito,
portando con la sua fine l'inizio della fine.
 La luce è ora visibile alla fine del tunnel.