venerdì 25 giugno 2010

Aruspice Zilunte ricorda


Zilunte mi racconta -  "Tanta passione,si,  tanto amore in tutto ciò che si guardava, si toccava, rispetto.
Le parole non servivano tutto ciò che importava era il cuore, una carezza, un bacio pensati prendevano forma e bastavano per raggiungere l’altro essere.
Solo essenza, nulla era più importante del valore di quell’affetto che dava gioia ma anche sofferenza.
I dolci canti, mi univano al mio mondo, mi sentivo l’universo in tutte le sue parti, un’essenza che racchiudeva in sé l’infinito che era la mia casa.
Era tanto il desiderio di dare amore, una necessità.
Il pensiero creava forme, gesti che sostituivano quelli fisici. La felicità era tutto, i dolci prati, l’infinito, l’amore, tutto girava intorno a questo.
Poi la felicità si è trasformata in dovere, di seguire la propria terra e quello che per essa era giusto. Quanta sofferenza in questo, trovarsi soli a dover fronteggiare la causa dell’infelicità e cercare disperatamente una via d’uscita; ma il mio cuore sapeva non c’era via d’uscita a quella caduta senza fine.
Le danze, i dolci suoni dell’universo erano diventati un sibilo lontano. Ogni momento che mi riportava a quella felicità la vivevo con piena intensità.
Adoravo il suono dell’universo, danzavo trasportata dallo stesso. Mi sentivo lui, guardavo una stella, ero la stella, un filo d’erba, ero il filo d’erba. Potevo osservare qualsiasi cosa e sentirmi partecipe della sua esistenza, uno spettatore che tutto comprende.
L’unico modo era l’amore, quella passione che arde nei cuori, la sentivo per ogni cosa.
Amare incondizionatamente, senza dar peso al positivo o negativo delle cose. Nulla era giudicabile come negativo.
Anche il male è una forma d’amore che può essere plasmato solo con altro amore.
Il pensiero era essenza, era essere. Ogni cosa pensata era creata, ma ciò che si creava era amore.
Grandi distanza ci separavano ma si era sempre vicini, il solo pensare alla persona ti portava vicino a lei e a molte altre che avevano bisogno del tuo aiuto e conforto.
L’energia era plasmabile, modificabile.
Il credere era superfluo, c’era fede in se stessi e in quell’energia e volere che muove l’universo.

Tutto era comunione...

giardini di Turan


Oggi è meglio stare fuori.
Nel caldo profumo
 di odori e colori.