mercoledì 30 settembre 2009

giochi di Acquario


Strano segno l'Acquario. E' il segno dell'incomprensibile e strano periodo che stiamo vivendo in tutto il mondo, ma anche qui in Italia non si scherza. Basta dare un'occhiata ai news...e che notizie! Una Babele di Notizie. Un presidente "one man show", l'esemplare del narcisismo portato all'inverosimile eccesso, dichiara se stesso come salvatore della Patria, assegnandosi meriti che vengono "in primis" da soldi pubblici, quindi dai nostri soldi. Non le ha mica comprate lui con i suoi soldi, le case ai terremotati. Eppure...Ma è vero, quando si tratta di incensarsi tutte le occasioni sono buone. Poi si può fare una scelta per il candidato Nobel. Il premier oppure Gino Strada. Il gatto e la volpe. Sarebbe meglio Gino Strada, ma anche il Nobel si compra. E poi: "E' stato proprio un bel funerale!" Funerali di Stato, funerali mediatici, per i morti ammazzati, i canti, cori, cortei, gli applausi. Gli applausi? Ma a chi si applaude è difficile da capire. Applaudiamo al morto? E' rito collettivo, un modo di esorcizzare la propria spaventosa morte, di sottolineare la differenza, loro i morti, noi, vivi. Che mancanza di rispetto. Proprio ieri (era il compleanno del Presidente Berlusconi...) ,che si forma nel cielo una spettacolare congiunzione Luna - Giove- Nettuno,dio del mare e dei maremoti, intorno ai 16 gradi dell'Acquario, torna lo tsunami, il terremoto degli oceani come nel 2004.. .
Naturalmente noi vediamo il tranquillo spettacolo degli astri, silenziosi la sera dopo il tramonto e per buona parte della notte. Ma nel mondo, che baccano. In astrologia la congiunzione Luna-Giove è d'altronde considerata tra gli aspetti più favorevoli in assoluto, in quanto le caratteristiche espansive di Giove trovano nella Luna il naturale terreno fertile che ne permette la piena manifestazione. Generalmente una congiunzione Luna-Giove nel quadro radix può essere segno di prosperità, abbondanza di risorse, generosità e popolarità; contraddistingue i soggetti che sanno amare e farsi amare, che sanno essere tolleranti e indulgenti. Ma l'Acquario,attraversato in questo periodo da Nettuno purtroppo diventa un segno strano: è il segno che fa rivivere sullo schermo mediatico, il periodo decadente dei giochi al colosseo, enormi quantità di violenza, processi mediatici sugli assassini, una continua carrellata di nefandezze umane messe al microscopio, senza senso, senza nesso comune, come nei giochi degli antichi romani, per scacciare la noia, o per distrarre l'attenzione pubblica..

saltato fuori


Allora sono saltato dalla finestra
e ho pigiato sull’acceleratore,
sono entrato in contatto con i prati e le libellule,
e a un certo punto
non c’erano più prati
ma un promettente tic-tac,
un brusco accenno di musica
e altri che come me cercavano il brivido.

cerchio in croce


Un indiano Hopi racconta di come,
nel lontano 1492 le varie tribù
accolsero come fratelli
noi occidentali e di come si aspettassero da noi
benevolenza e saggezza,
ma come, purtroppo,
i nostri antenati smentirono
queste speranze

"Le nostre profezie parlano del popolo bianco.
Un tempo essi erano nostri fratelli,
andati verso est per imparare tutte le invenzioni di quella lontana regione.
Noi aspettavamo il loro ritorno e le loro conoscenze
per poter migliorare la nostra vita.
Noi ci aspettavamo che essi completassero
il nostro cerchio di natura spirituale.
Ma invece di riportare il simbolo del cerchio,
sono ritornati con la croce.
Il cerchio mantiene unita la gente,
la croce la divide."

natural mente


Comprendere la ragione naturale con gli strumenti del pensiero
– afferma Farslie
È come bere la minestra con una forchetta

suplu


Arcangeli Archibugeri Inca

Inca
29 SETTEMBRE, FESTA DEGLI ARCANGELI
Gli Arcangeli Archibugieri rappresentano i falconi, che nella Cultura incaica sono la personificazione dei defunti che dopo la morte assumono quelle sembianze e proteggono i propri familiari e, per questa ragione, sono considerati i Protettori della casa. Nel Libro di Enoc, gli Arcangeli Archibugieri sarebbero 5, ma all’origine erano 14. In alcune serie dell’Esercito Celestiale, però, i pittori s’ispirarono ad un trattato flamenco d’archibugieria, nel quale si descrivono i 15 movimenti necessari per la carica dei moschetti. In conformità a quel testo, quindi, la varietà delle pose si prestò alla rappresentazione di altrettanti Arcangeli guerrieri. L’Arcangelo Archibugiere Gabriele (Gabriel Dei, o Gabriel Forti Dei), è rappresentato con una bandiera in spalla e il giglio poggiato ai suoi piedi, Raffaele (Rafael Dei) impugna una lancia o una picca, mentre un pesce giace per terra davanti a lui, Adriele (Hadriella Lasio Dei) è con un archibugio in spalla, Asiele (Asiel Timor Dei) è con l’arma rivolta verso il basso, Aspiele (Aspiel Apetus Dei, il Messaggero Celeste) punta l’archibugio verso l’alto, Leiele (Laeiel Dei) lo sta caricando, Uriele (Uriel Dei) vi sta mettendo la polvere da sparo, Letiele (Letiel Dei) mostra l’archibugio con la miccia.

Rune Hubbli


Le conseguenze delle vostre azioni - mi spiega Rune Hubbli -
sono assolutamente al di fuori del vostro controllo:
solamente le vostre intenzioni lo sono,
per questa ragione la logica vi impone di controllare le intenzioni.
Tutto ciò perché gli effetti delle vostre azioni
interagiscono in modo non lineare
sia con le interazioni interne al sistema
sia con gli effetti delle azioni degli altri componenti sul sistema

ieri,29 settembre


martedì 29 settembre 2009

www . wiloworld


Il progetto “L’Urlo” non è certamente una novitá in rete.
Si tratta semplicemente di un “sensless collaborative book”,
un esperimento di comunicazione come ce ne sono molti nel web.
Alla base c’è il concetto di collaborazione,
scambio di sensazioni, voglia di esprimersi.
È ciò che la rete offre ogni giorno a milioni di persone.
Episodi come questo definiscono ancora più in profondità
il senso della realtà
(virtuale e non, poco importa a questo punto)
del futuro più prossimo.

Non più due mondi separati ma uno solo.

L’idea di un progetto totalmente anonimo,
privo di un senso o di una direzione,
è come il respiro di un organismo gigantesco
composto da una moltitudine di unità-cellule.
È il prodotto della rete.
L’inesauribile macchina della creatività,
che corre a velocità supersonica
attraverso chilometri di filo
(e sempre più spesso nell’etere),
ha bisogno di essere definita.
Un po’ come un segmento,
che altro non è che una parte di retta (infinita)
delimitata da due punti.

Il senso del progetto è proprio questo.
Come accennato anche nel precedente
Versetti Poetronici, dal caos sistematico
(lo stato primario del processo creativo)
si passa al caso controllato
(trovare un senso a quello che un senso non sembra avere).
Anche se il risultato di un progetto simile
sembra più volgere all’involuzione
(un libro è un ormai da considerarsi un oggetto del passato),
bisogna tener presenti un paio di cose.

Primo,
non sappiamo, anche se molti cercano di intuirlo,
come si evolverà il fenomeno Internet in futuro.
Può anche darsi che rimarrà un mezzo
alla portata di pochi,
proprio a causa della sua natura partecipativa.
Non tutti sono in grado di abbandonarsi
all’orgia della collaborazione.
Secondo,
non è detto che la rete rimanga libera
come lo è oggi.
Mi piace pensare a questo libro
come l’ultima testimonianza di qualcosa di scomparso,
dentro un incubo Orwelliano
in cui i pompieri non bruciano
i testi di letteratura ma i pc.
Quando anche l’ultima connessione
verrà tagliata e l’ultimo supporto digitale cancellato,
torneremo a collezionare quintali di carta
sopra gli scaffali.
E non avremo più modo di URLARE!

manuale atnesco

Atnl usa le parole per costruire
un grande manuale di sensazioni.
Chiudo gli occhi e la lascio fare.

25 falli pendenti

Lo scandalo?
E' negli occhi
di chi guarda.

mi son svegliato e..


Oggi,29 settembre




Proibisco che nei templi ci sia alcun simulacro
perché la divinità che anima la natura
non può essere rappresentata-

29

Ma che cosa diventa quando si diffonde in icone,
quando si demoltiplica in simulacri?
Resta l’istanza suprema, che semplicemente si incarna,
attraverso le immagini, in una teologia visibile?


Oppure si volatilizza nei simulacri,
che di per sé dispiegano un loro fasto
e un loro potere di fascinazione dal momento
che il macchinario visibile delle icone
si sostituirebbe all’Idea pura e intelligibile di Dio?

Dio non è mai esistito,
ne è sempre esistito soltanto il simulacro.
O anzi meglio,
Dio stesso non è mai stato altro che il proprio simulacro.

Tesoro Templare


il Prete SAUNIERE
Nominato parroco nel 1885, della chiesa di Rennes-le Chateau, minuscolo villaggio nel Sud della Francia, portò il suo segreto nella tomba.
Nel 1896, nonostante non avesse mezzi personali e dovesse essere aiutato dai propri parrocchiani, il prete cominciò a spendere come un milionario, acquistando terre, costruendo ville e giardini e, facendo costose migliorie nel villaggio e nell’antica chiesa.Alla domanda da dove venissero quei soldi, lui raccontò al suo vescovo che era un dono di persone molto ricche, la cui identità non poteva essere rivelata, perché coperta dal segreto del confessionale.La maggior parte delle persone, pensava invece che il giovane prete avesse trovato un tesoro sepolto e fosse riuscito a vendere il tutto a dei compratori che avevano acconsentito a mantenere il silenzio.Vennero fatte persino supposizioni che Saunière avesse trovato il leggendario “Tesoro di Gerusalemme”, supposizioni suffragate da alcuni fatti storici.Ripercorriamo il cammino dell’antico tesoro di Giudea, a volte chiamato “Il Tesoro di Salomone”.In origine conservato nel Tempio di Gerusalemme, fu portato via dai Romani nel 70 d.C., messo in mostra e custodito a
Roma, solo per divenire poi bottino di guerra quando i Visigoti saccheggiarono la città nel 410 d.C.Verso la fine del V secolo, i Visigoti avevano conquistato gran arte dell’Europa Occidentale e avevano costruito città, tra cui una in cima ad una collina ch’era diventata uno degli ultimi baluardi nella Galla, nel tempo quella città-fortezza si trasformò in una piccola borgata isolata: Rennes-le-Chateau.E’ possibile quindi che il tesoro dei Visigoti, comprendente quello di Gerusalemme, fosse nascosto in una grotta naturale o in un passaggio.Saunière conosceva bene la storia del villaggio e sapeva che la sua chiesetta era stata costruita sopra un’antica struttura visigota.Nel 1891, convinse i propri parrocchiani a racimolare dei soldi per dei restauri urgenti, fece spostare la pietra dell’altare e scoprì che uno dei pilastri cavi, sui quali poggiava, conteneva delle antiche pergamene.In un primo tempo sembravano delle semplici trascrizioni di brani dei Vangeli, tuttavia Saunière guardò più attentamente e trovò tracce di un codice complesso entro le righe copiate.Pare che questo codice sia stato decifrato con l’esperta assistenza di altri ecclesiastici parigini.Saunière riconobbe gli accenni a precisi punti di riferimento nella zona che circondava Rennes-le-Chateau, notò allusioni a Dagoberto ( il re merovingio) e a Sion ( Giudea) collegati alla parola “tesoro”.Il primo risultato delle sue ricerche fu il ritrovamento di alcuni reperti merovingi di cui parlò, ma qui iniziò il mistero.Si possono fare solo supposizioni su ciò che accade e che lo fece entrare in possesso di un’ingente fortuna, sebbene le congetture si basino su solidi fatti e lo stesso Saunière lasciò un’infinità di indizi.Per prima cosa, s’incaricò personalmente dei complessi lavori di restauro della chiesa; alcune decorazioni appaiono bizzarre, sconvenienti, persino blasfeme.Molti visitando Rennes-le-Chateau si chiedono come mai sulla pietra sopra la porta della chiesa sia scolpita la frase: “Terribilis, est locus iste” questo luogo è terribile; Oppure perché una grottesca statua del demonio Asmodeo stia a guardia della porta e questa statua è la prima cosa che si nota entrando.La spiegazione di tutto ciò, e di altre immagini tutt’ altro che sacre che si trovano all’interno, è che forniscano la chiave di lettura sulla fonte delle ricchezze del prete, per esempio Asmodeo era il leggendario guardiano demoniaco del tesoro di Gerusalemme.
Nessuno sa quale fosse il tesoro, né in quali mani sia finito; forse il giovane prete l’ha usata tutto e ha voluto lasciare ai posteri solo la curiosità di un misterioso segreto.

lunedì 28 settembre 2009

tu che sei parte di me . G.Nannini


Potere della Grotta


Rennes-le-Château
e il mistero dell'abbazia di Carol

di Roberto Volterri, Alessandro Piana
Editore:
SugarCoPrezzo: 16,50
EuroDati: p. 157Anno: 2005
Descrizione:

Un minuscolo, quasi inesistente villaggio del sud-ovest della Francia nella seconda metà del XIX secolo. Uno strano prete; un’enorme disponibilità di danaro; dei magnifici ed inconsueti edifici religiosi... No, in questo nuovissimo libro di Roberto Volterri ed Alessandro Piana, autori di “L’Universo magico di Rennes-le-Château” (SugarCo 2004) non vengono descritte ancora una volta le misteriose ‘gesta’ dell’abate Bérenger Saunière. Ci troviamo invece a Baulou, in una località, in un villaggio che si fa fatica a definire tale, sperduto nella campagna francese, dove un altro enigmatico prete – in gran parte anch’egli finanziato dagli stessi ‘strani’ personaggi che aiutarono Saunière… – creò, qualche decennio prima, un suo particolarissimo ‘regno’, dotato di costruzioni al confronto delle quali Villa Bethania e Torre Magdala… impallidiscono. Poi… tutto esplose, letteralmente esplose! Tranne la ‘Grotta della Maddalena’, la ‘Grotta dei Gethsemani’ e qualcos’altro… ancora da scoprire insieme agli autori di questo nuovo ed intrigante volume. Un’inedita ‘pagina’ della ‘storia infinita’ di Rennes-le-Château...

Welthur Spurinna


La civiltà moderna appare nella storia
come una vera e propria anomalia:
fra tutte quelle che conosciamo – spiega
Velthur Spurinna -

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essa è la sola che si sia sviluppata in senso puramente materiale,
la sola altresì che non si fondi
su alcun principio di ordine superiore.


Tale sviluppo materiale che prosegue ormai da diversi secoli,
è stato accompagnato da un regresso intellettuale

che esso è del tutto incapace di compensare

umilmente,sogno



Viaggiando in lungo e in largo per il mondo
ho incontrato magnifici sognatori,
uomini e donne che credono con testardaggine nei sogni.

Li mantengono,
li coltivano,
li condividono,
li moltiplicano.
Io umilmente, a modo mio,
ho fatto lo stesso.

bandiera rossa sul Gianiicolo


Per i moderni gli Etruschi sono un popolo misterioso. Affascinano l'origine sconosciuta, la lingua non completamente interpretata, le tradizioni magico-religiose, le necropoli, le creazioni artistiche.Per gli antichi gli Etruschi avevano indubbiamente più concretezza.Per i Siracusani erano dei concorrenti temibili sul piano commerciale e su quello militare.Per i Cartaginesi erano degli alleati con cui spartirsi il controllo del Mediterraneo Occidentale.Per i Celti erano un popolo molto ricco, da depredare periodicamente.Per Alessandro Magno e per i Greci erano dei pirati che rendevano insicura la navigazione nel Tirreno e nell'Adriatico.Per i Romani erano i nemici per antonomasia, la bandiera rossa sul Gianicolo era il segno dell'avvicinarsi delle schiere etrusche.Per i Romani erano gli amici dove portare in salvo le vestali e i sacri vasi quando i Celti calavano sull'Urbe.Per i Romani erano simbolo della cultura e presso le loro città i nobili romani andavano a studiare esattamente come avrebbero fatto in seguito con Atene.Per i Romani erano i saggi in possesso dell'antica disciplina che univa il profano al divino.


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vagante


irreperibile.

come schiere di innumerevoli

esseri senzienti.

domenica 27 settembre 2009

in viaggio


La Vita è un viaggio, in ogni viaggio c'è Vita.
E' questo continuo viaggiare e nel viaggiare cercare,
sperimentare che ci rende vivi.

sapore di sale


sabato 26 settembre 2009

padri & figli

clicca sopra la foto
Narra Tito Livio che un giorno gli dèi si accanirono contro Roma, mandando contro la città non solo una pestilenza ma anche un’inondazione del Tevere che contribuì a complicare la vita degli abitanti della città.Nonostante gli “umani provvedimenti”, “l’aiuto divino” e l’istituzione dei “ludi scenici” con la partecipazione di danzatori e suonatori Etruschi, i giorni infausti non cessavano. Gli anziani si ricordarono che una volta, molto tempo prima, una simile sciagura fu debellata grazie all’elezione di un dittatore avvenuta con un metodo antico: la fissione del chiodo al tempio.Si sa che la superstizione è figlia dell’ignoranza e foriera di rimedi alquanto particolari: si diceva che il chiodo fosse il segno degli anni che passavano e che il conficcare chiodi al tempio era usanza di Volsini dove si potevano ancora vedere i chiodi piantati presso il tempio di Norzia . L’usanza arcaica arrivò a Roma un anno dopo la cacciata dei re, ma poiché rari erano gli scritti antichi che ne parlavano, si pensava che la cerimonia avvenisse nel tempio di Minerva poiché questa aveva inventato i numeri.In quell’anno nefasto per le sciagure che colpirono Roma, il Senato accolse il suggerimento degli anziani e ricorse all’elezione di un nuovo dittatore secondo i metodi della superstizione antica.Alle idi di settembre, infatti, seguendo l’antica legge “scritta in lettere e parole arcaiche”, il supremo magistrato, con solenne cerimonia, si recò al tempio di Giove Ottimo, nella cella dedicata a Minerva: sul lato destro del tempio fu conficcato un chiodo e fu eletto il nuovo dittatore, Lucio Manlio Imperioso.Quest’ultimo, spinto più dal desiderio di governare che di compiere un atto sacro, volendo dichiarare guerra agli Ernici, istituì una leva obbligatoria che irritò la gioventù romana. Contro di lui insorsero anche i tribuni della plebe ed alla fine, “per forza o per pudore”, Lucio Manlio Imperioso fu costretto a deporre la sua dittatura.Infatti, il dittatore fu citato in giudizio dal tribuno della plebe Marco Pomponio. L’arruolamento forzato aveva comportato notevoli disagi ai cittadini che non avevano risposto subito alla chiamata alle armi: non solo furono multati, ma anche fustigati e imprigionati. L’Imperioso, odioso e spietato per carattere e con quel soprannome così “insopportabile per una città libera”, fu ritenuto colpevole anche di aver bandito il proprio figlio, innocente, dalla casa di famiglia, dal foro e dagli amici, di averlo costretto ai lavori più servili, condannandolo al carcere e all’ergastolo affinché imparasse chi fosse il padre e si ricordasse di essere figlio di un dittatore.Il figlio, “mal sopportando d’essere anche lui motivo d’odio e d’incriminazione per il padre”, si recò un giorno a casa del tribuno Pomponio. Armato di coltello minacciò il tribuno facendosi promettere, pena la morte immediata, di non tenere mai l’assemblea della plebe per accusare e condannare il dittatore.La plebe “non vide di mal occhio che un figlio avesse osato tanto per il padre”, tanto che a Lucio Manlio Imperioso venne risparmiata l’umiliazione di difendersi pubblicamente di fronte a Roma intera; e al figlio fu concessa la carica di tribuno militare presso le legioni, carica che ottenne per voto dei generali, nonostante non avesse nessun merito perchè vissuto sempre “lontano dall’umano consorzio”.

scorpions - still loving you .( ti amo ancora )


canto feticista


Il culo è il centro caldo del mondo.
Tutti gli esseri viventi per accoppiarsi utilizzano il culo
come riferimento e l'uomo non è da meno.

12

Il culo è inoltre il club migliore del mondo, altro che Rotary Club, perché:
Entrano solo membri selezionati I coglioni stanno fuori
Gli stronzi vengono espulsi senza mai fare ritorno

13

Che vi serva una puntura
o una supposta – ghigna Calune -
sempre in culo la prenderete

14

Senza culo sareste
anche tutti incredibilmente sfortunati
conclude il Larth .

fusti in azione


Quel che si chiama ancora "amore" - afferma Chiubie -
non è altro che il feticismo legato a una merce particolare:
la merce umana.

Prendetene e godetene tutti.
Questo è il mio grande,inesauribile
Uccello.

Rischi e pericoli


Se sei un frequentatore di discoteche, pensi che le frecce della tua macchina abbiano un ritmo irresistibile e sei privo di pollice opponibile, c'è la possibilità che tu possa riconoscerti in una o più frasi e persino offenderti.

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Ovviamente, tutto questo è possibile soltanto se è presente il membro del branco in grado di leggere. Se non fate parte del primo gruppo, esiste la possibilità che questo canto distrugga ogni ipotetica speranza voi riserviate nelle generazioni future.


Insomma, leggete ciò che segue
a vostro rischio
e pericolo.

Amore invenduto


il grande Lucumone Etrusco ,
Pursyna
disse e predisse
che l'uomo romanizzato
sarebbe morto
seppellito dai propri rifiuti.
Ciononostante
entriamo allegramente

dentro il terzo millennio
trascinandoci il peso di milioni
di cose rotte,
invendute,

vuoti a perdere,
gioielli consumati
troppo in fretta.


Non sono soltanto gli oggetti

a subire questa sorte,
ma anche le idee,
il pensiero,
le arti e la musica tra queste.
Ogni attività dell'ingegno umano
dovrebbe sempre "servire" a qualcosa
(compreso rispondere
all'eterna richiesta di Bellezza e Piacere)
e consumare interamente
la propria essenza
nell'arco del ciclo "servile"
per il quale viene prodotta.
Senza residui, senza scorie.

venerdì 25 settembre 2009

come ho perso la guerra



Autore
Filippo Bologna
Titolo
Come ho perso la guerra
Edizione
Fandango, Roma, 2009 , pag. 280, cop.fle., dim. 15x21x1,8 cm , Isbn 978-88-6044-114-0
Lettore
Flo Bertelli, 2009
Classe
narrativa italiana

Il castello

Bisogna che lo dica subito così non ci penso più. Vivo in un castello. O meglio, ci vivevo. Con i merli, la torre che svetta superba sui tetti rossi, i piccioni, le mura e tutti i requisiti minimi che deve avere un castello per essere tale. Vivere in un castello vuol dire vivere una condizione di eterno anacronismo, che non può essere sanato con nessun condono temporale, e che non poteva non produrre qualche — seppur minimo spostamento della mia psiche rispetto agli assi cartesiani della storia. Nascere in un luogo morto, venire alla luce al buio, aprire gli occhi al chiuso; svegliarsi in un sepolcro, ecco cosa significa vivere in un castello. Niente di magico, niente di principesco, nelle facce accigliate degli antenati che ti scrutano dai loro ritratti fuligginosi. Ed essere l'unico maschio. L'ultimo rampollo depositario di un cognome, di una storia, di una tradizione. Il germoglio più tenero in punta di ramo, quello più esposto al rischio delle gelate, basta una brinata d'aprile e addio raccolto. Contiamo su di te perché si perpetui la razza, ammoniscono severi gli avi mentre attraverso a passo svelto i corridoi bui, infilando gallerie di ritratti bisunti a capo basso, per evitare gli sguardi inquisitori del parentame. Mi raccomando! T'insegue la voce della carne della tua carne da una stanza all'altra: Ricorda che hai in mano il nostro avvenire. Altro che in mano, nelle gonadi ce l'ho il vostro avvenire. No, non contate su di me.
Ma come si fa a costruire un castello nel Novecento? Nel secolo della velocità, delle masse, della guerra totale, dell'uomo sulla luna e del grande balzo in avanti? Solo un necrofilo - o un reazionario — potrebbe concepire un edificio già morto agli albori del secolo più moderno della storia. Perché un castello non è solo un edificio ma è anche un concetto. Un concetto tramontato da secoli, sprofondato nei recessi della storia assieme alla ridicola società cavalleresca che abitava le sue stanze. Provate per un attimo a uscire dalla grettezza dei vostri condomini, dallo squallore delle vostre palazzine, dalla pretenziosità delle vostre villette, e immaginate di abitarci voi, in un castello. Non c'è niente di romantico, niente di favoloso, levatevelo dalla testa. È come abitare nel bozzolo essiccato di una crisalide. È una cosa orribile. Eppure è sublime. E non c'è affatto contraddizione, perché non si può che provare orrore ed estasi per le forme morenti. Se siete un pittore di nature morte sapete di cosa parlo.
Io ho fatto il massimo, ve lo giuro, il massimo del minimo d'accordo, ma pur sempre il massimo di quello che si poteva fare. Converrete con me che non mi si poteva certo chiedere di essere un uomo moderno. "Sei un uomo ottocentesco!" mi rinfacciavano le fidanzate lasciandomi (anche quando le lasciavo io). Sfido io. E mi è andata bene. Potevo a ragione essere un uomo trecentesco, o peggio ancora, duecentesco. Sono un passatista all'avanguardia, un conservatore progressista, un retrivo alla moda. Dai, alla fine poteva andare peggio.
Quello che ancora non mi capacito, è cosa passasse nella testa del mio bisnonno Terenzio quando decise che piuttosto si sarebbe rovinato, ma avrebbe costruito un castello. Fu lui che dette inizio a tutto e fece deragliare il treno del tempo dai binari. E quando ebbe l'illusione di aver fermato quel treno innalzando il castello contro il volere della storia, fra tutti fu forse il passeggero più a disagio. Perché una casa non è di chi la edifica ma di chi viene dopo, e la abita per generazioni. Nonostante fosse stato Terenzio a volere quella casa, a volerla con una determinazione febbrile che lo consumò e al tempo stesso lo tenne in vita.
Per costruire quel castello vennero muratori, carpentieri e artigiani da ogni dove, vennero scalpellini da Rapolano, pittori da Siena e decoratori da Orvieto. Vennero architetti da Roma e giardinieri da Firenze. Si lavorò per anni. Venti, trenta. Forse più. Si lavorò finché non finirono i soldi e il mio bisnonno non ebbe dilapidato tutta la sua immensa fortuna. I creditori più impazienti dovettero pazientare, per l'antico rispetto, o timore, fate voi, per la nostra famiglia e per quell'omone fiero che frustava i contadini. E tutti vennero pagati, fino all'ultimo centesimo. Finché i conti non furono saldati e i soldi finiti. Con l'ultima moneta si pagò l'ultimo artigiano. Restava un conto in banca asciutto e un castello eretto. Solo allora il bisnonno Terenzio, che era già morto da quando era morto Fede, si sentì davvero libero di morire. Il risultato giudicatelo voi, non voglio essere io a discuterne. L'architettura è un fatto. Anzi, è un oggetto. E gli oggetti non si discutono. Esistono o non esistono. Ci sono o non ci sono. Il castello è lì, sotto gli occhi di tutti. C'è.
Sì, c'è, ma prima non c'era... dicono molti con un sorrisino carico di malizia. La questione è spinosa e nondimeno oziosa. E ha tolto il sonno a più di una persona, che poi sarei io.
Perché i paesani tutti, ovvero contadini, artigiani, commercianti, professionisti e feudatari da quattro ettari che vivono da queste parti, e anche i parenti, più o meno stretti, il castello non l'hanno mai digerito. Ci ho pensato su parecchio, ho elaborato teorie assai complesse, anche troppo, perché in fin dei conti era piuttosto semplice.
Invidia.

venere scorpionica


(clicca sopra la foto )

Un'incredibile resistenza si ritrova
nell'Essenza dello Scorpione.
Un'inaccettabile e torbida sensualità
ai limiti dell'umana comprensione.
Aggressività irresistibile
e freddezza da predatore
che attende nell'ombra.
Combustione.
Lasciatevi andare alle vostre pulsioni
Zitti e ascoltate.
Venite a scoprire cosa vi riserva il fato.
Atomica fissione.

problema de tu mente

http://www.youtube.com/watch?v=_rTq6lDtCsU

farsi amare


Il mezzo migliore
per farsi amare è di amare ;
essere amati è il mezzo
per vedere seguiti
i propri esempi,
ascoltate le proprie parole,
efficaci i propri consigli,
credute le proprie affermazioni,
adottate le proprie credenze
Però….
Immagina le meraviglie
che conosceremmo,
se credessimo nelle cose
in cui non crediamo

Lucretia Borchia


Odio che mi si chieda di spiegare come “funziona” il film,il blog, internet, cosa avevo in mente, e così via. Dal momento che si muove su un livello non-verbale, l’ambiguità è inevitabile. Ma è l’ambiguità di ogni arte, di un bel pezzo musicale o di un dipinto.

”Spiegarli” non ha senso, ha solo un superficiale significato “culturale”
buono per i critici e gli insegnanti
che devono guadagnarsi da vivere.

percettibilità


la percezione
è tanto immaginaria, quanto l’immaginazione è basata
sulla percezione.

25


Quasi tutto ci può fornire lo spunto
per inventare una realtà. Il nostro mondo
è immaginazione e fantasia.

Woman in life


Più dei tramonti,
più del volo di un uccello,
la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita

canto di Proserpina


Un altro aspetto delle comunità virtuali è quello per cui quando le informazioni sono digitalizzate,
collegate e trasmesse in rete si può creare una priorità del circuito di distribuzione dell’informazione
rispetto sull’informazione stessa.


36

Il passaggio dalla società dello spettacolo a una società delle telecomunicazioni, che fonda la sua economia sulla diffusione interattiva della merce-informazione, ha tra le sue caratteristiche il fatto che sia il prodotto che il messaggio non sono una specifica esclusiva di chi ha la proprietà del mezzo, ma vengono forniti dall’utente stesso.


37

In questa società basata sulla simulazione di spazi virtuali (dentro i quali si svolgono il lavoro e le transazioni quotidiane, oltre che le attività ludiche e creative) la merce si trasforma sulla base delle informazioni che vengono fornite dall’utente, delle tracce lasciate dal suo passaggio e della sua presenza in tempo reale negli spazi virtuali.


38

Inoltre il valore stesso della merce aumenta proporzionalmente al numero di utenti che vi si collegano, di modo che l’utente non è più soltanto un soggetto che fa uso degli spazi virtuali, ma è contemporaneamente un oggetto-merce nei confronti di ogni altro utente connesso in rete.

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Questi elementi possono produrre delle libertà notevoli nel campo della comunicazione sociale,
così come possono, a seconda degli scopi,
trasformarsi in trappole per controllare e limitare le libertà individuali.

40


Quando l’utente diventa merce,
il rischio è che la strategia del capitale si adoperi per controllarne l’identità
in modo che sia facilmente vendibile.

giovedì 24 settembre 2009

altrove


In altre zone di questo universo

(è facile da realizzare)

Esiste tutto ciò che io non riesco ancora ad immaginare

The Windmills of your Mind


armanda bertolina sancasciani - people


Armanda Donatella Bertolina Sancasciani nasce il 7 Gennaio del 1950 a Torino ,lo stesso giorno 100 anni dopo di S.Bernadette da Lourdes.

Cresciuta nel capoluogo piemontese, sin dall'età adolescenziale si mette alla ricerca di una propria identità che ben presto la porterà a conoscere aspetti inusuali del mondo. Capisce ben presto che per andare alla ricerca della verità, non solamente fisica, metafisica, sociale o artistico, deve accumulare una serie di esperienze in grado di creargli un bagaglio culturale, capace di aprirgli la strada futura per ogni sua ricerca e sperimentazione.

Misteriosa è la vita di questa donna, che si è sempre mossa con passo svelto e silenzioso tra le vie di una città come in mezzo ai campi della campagna, protagonista spesso di importanti eventi mondani, ha sondato con occhio attento e curioso, molto spesso ironico, ogni possibile aspetto della natura umana, traendone linfa vitale per la sua intera esistenza. Durante la sua vita ha intrapreso innumerevoli quanto mai a volte singolari mestieri: ballerina, modella, cartomante, colf, disegnatrice, pittrice, segretaria, fotografa, ecc. In ogni lavoro ha sempre messo impegno, amore e dedizione, cercando di sviscerarne i contenuti, modificandoli al suo estro creativo personale, lasciando un impronta per quanto indelebile del suo passaggio.

Personaggio eccentrico e poliedrico è quello che nasce da tutte queste esperienze, personaggio talmente cosmopolita da rendere vana ogni teoria sulla globalizzazione, in quanto lei stessa è diventata l'idea globalizzante (totale) per eccellenza. Da tutto questo non poteva che nascere un idea evanescente, impalpabile, ma talmente presente e non quantificabile come la sabbia fine di un deserto.

Una personalità così ampia che sembra sempre uguale, ma come ogni deserto che si rispetta ha al suo interno sterminate lunghezze per meditare con la calma necessaria e microcosmi dove si avverano i più miracolosi esempi di vita. In questi ultimi anni la sua inesauribile sperimentazione, si è affinata maggiormente attraverso l’installazione e la fotografia. Ma è soprattutto in quest’ultima dove ha raggiunto gli esiti più alti, riportando la fotografia stessa a dei livelli di primordialità tali, da ribaltare ogni regola del fotografare. Per Armanda fotografare diventa un esigenza interiore immediata, istantanea come il momento in cui in un semplice scatto, si ferma il tempo di azione dell’immagine che diventa fotografia. Volutamente si dimentica anche delle più elementare nozioni, la luce, i chiaroscuri, i contrasti, l’inquadratura non sono mai attentamente studiati, ma frutto della più disparata casualità, lasciando all’incertezza il compito di esprimere ciò che in questo mix di sana incoscienza si è creato. Gli esiti in più di un caso sono sconvolgenti, il fotografare diventa un esperienza unica, la creazione “pura”. Qualsiasi concetto filosofico, ogni regola canonica del fotografare o più in generale del fare Arte, viene rimessa in discussione, lasciando che l’immagine si esprima da sola e che diventi “Arte” per una serie di coincidenze. Per quanto inaspettata, sono presenti tutti i germi per una vera rivoluzione artistica, perché è il concetto di base che viene scardinato lasciando che il “tutto” sia manifestazione del creato. Nelle sue fotografie l’Arte è insita nella quotidianità, nell’essere normale, anche banale, ma con dietro celata tutta la complessità di un mondo, che non sarà mai completamente svelato.

Conoscere l’opera di Armanda Bertolina è come intraprendere un viaggio appassionante tra i meandri più misteriosi della natura umana, un viaggio che si concluderà ad una meta dagli esiti incommensurabili.


giù le mani


Cari avventori vi segnalo il dibattito sul Ritalin, lo psicofarmaco utilizzato nel disturbo da deficit di attenzione e iperattività nei bambini (ADHD), che si sta svolgendo sul blog KidZone. Quello che penso io sulla somministrazione disinvolta di psicofarmaci ai bambini probabilmente qualcuno di voi lo sa già.Per quanto mi riguarda anche per il Ritalin come per il Prozac: giù le mani dai bambini, che non vuol dire negare aprioristicamente l'utilizzabilità di un farmaco, significa resistere alla tentazione di medicalizzare ciò che può essere, in moltissimi casi, affrontato efficacemente con strategie terapeutiche di tipo psicologico e comportamentale. Il nostro stesso Istituto Superiore di Sanità raccomanda che il metilfenidato (Ritalin) è lo strumento farmacologico di un piano multimodale di trattamento per bambini con forme gravi e invalidanti di ADHD.Quello che strenuamente si tenta di scongiurare è l'uso "allegro" di una pasticca per bambini "difficili".

cos'è magia ?



E’ la genialità della fantasia :
intuizione, colpo d'occhioe velocità di esecuzione! ...
Follia!

vitale follia


"nuda vita"
cioè soggettività
prive di qualsiasi diritto
rinchiuse in campi di detenzione
per il fatto di essere
dove non dovrebbero essere e
dunque di burlar la ley.

Non hanno commesso nessun delitto,
ma devono essere controllati
preventivamente dal potere sopranazionale.
Possono anche finire
nel circuito psichiatrico
per essere ricodificati
all'ordine logico
di un altro organismo sopranazionale
chiamato DSMIV.
E poi trattati con psicofarmaci
e inseriti in corridoi istituzionali dicontrollo.


Tutti questi sistemi
violano l'habeas corpus
e si presentano su scala planetaria
come il grande internamento
dei vagabondi
così ben descritto da
Foucault
in
Nascita della follia.

moriture salutant


Sono morto per la prima volta correndo un giorno nel bosco.
Incrociai un tafano che si avvinghiò
al mio bicipite destro.

Lo uccisi con la mano sinistra.
Cadde roteando lentamente,
mostrandomi un cadavere perfettamente umano.

compulsivo accumulo


Il compulsive hoarding è un disturbo ossessivo compulsivo che costringe chi ne è vittima ad accumulare senza freni un grande quantitativo di oggetti, anche quando la loro conservazione impedisce e/o riduce sensibilmente la possibilità fisica di girare per casa. Con il termine disposofobia si intende la complementare paura di gettar via le cose. Provate un po’ a guardare queste abitazioni di disposofobici o a dare un’occhiata a questo breve video di un uomo che riprende con la telecamera l’appartamento di sua madre, accumulatrice compulsiva. Bene, secondo la rivista Wired, oggi è possibile assistere alla declinazione digitale di questi comportamenti patologici, con la differenza che il campo dove si gioca la battaglia non è l’appartamento di residenza, ma il proprio pc. Gli accumulatori digitali compulsivi downloadano tutto il downloadabile (dvd, cd, e-book, musica, programmi televisivi, fumetti), posseggono ogni episodio di qualsiasi serie, ogni traccia audio di qualsiasi discografia, conservano tutte le e-mail inviate e ricevute da anni, non buttano nel cestino mai un documento, hanno una colonnina di preferiti lunga come un’autostrada, scaricano tutti i film possibili e immaginabili anche se sanno perfettamente che non li vedranno mai. Il confine fra normale passione collezionistica e patologia è evidentemente molto complesso da tracciare.Se la vita digitale del nostro soggetto è un inferno, fatto di ricerche di file persi in un mare magnum di byte, possiamo farci venire il dubbio.

old warrior


Se sono insicuro
So di rischiare
Solo le mie insicurezze

mercoledì 23 settembre 2009

ballata per Adelina - richard claydemann


voca bollario progi gioioso


Vocabolario
Le parole dei mondi più grandi
Autore:
Igor Sibaldi
Editore:
Anima Edizioni
Data pubblicazione: Ottobre 2009
Tipo: Libro
Pagine: 340
Formato: 15x21
Categorie:
Saggi e racconti, Alla scoperta dell'anima
disponibilità: Ottobre 2009
Prezzo € 20,00
Avvertimi quando disponibile
Dettagli
Il modo più semplice di cambiare il mondo è scoprire il vero senso delle parole con cui ne parli. Ciò vale sia per il mondo concreto, sia – ancor di più – per l’Aldilà: per le dimensioni della mente, dell’anima, dei desideri e delle possibilità ancora da sco-prire. In questo Vocabolario, appassionante come un romanzo, ogni parola diventa come la lampada di Aladino: sprigiona novità, rivelazioni, poteri
«Tutto ciò che sappiamo può essere superato, se ne abbiamo il coraggio»: su questo principio, Igor Sibaldi fonda la sua nuova psicologia, in cui il meraviglioso, il prodi-gioso non viene escluso come «non-scientifico», e diventa invece il principale crite-rio per la scoperta e l’analisi della nostra realtà quotidiana.
Di questa nuova psicolo-gia, Sibaldi dà nel Vocabolario l’esposizione più completa, le chiavi del sistema

guantanamera


http://youtube.com/watch?v=Jm1anurhbeg

il mio canto è di un verde chiaro
e di un rosso incendiario.
il mio canto è un cervo ferito
che salta nel monte desolato