lunedì 1 marzo 2010

enigatica



Uno è la Verità
Due il silenzio che ne consegue.
Tre sono le gocce d'acqua che servono a Sognare.

Quattro è tutto il resto.
Cinque la necessaria continuazione.
Sei è l'uomo libero.

Sette la magia o semplicemente l'illusione.

Otto sono il sole e la luna,
e le loro eclissi.

Nove è Sherazade che racconta al sultano la favola di Sherazade che racconta al sultano la favola di Sherazade che racconta.

Dieci è l'arte di finire, ma questa è una storia che non può morire e neppure con un trucco semplicemente svanire.

terzo da sinistra al centro

SONO MORTO.
OGGI E' UN GIORNO
DI   SPARI.

l'Aruspice Donas



 Per spiegarmi cos'è l'infinito l'Aruspice Donas mi dice che c'è un arciere che,
postosi ai confini dei mondo, scaglia una freccia: il dardo prosegue la corsa verso l'infinito. Potrà sbattere contro qualche roccia, contro qualche montagna. Ma a quel punto l'arciere potrà sempre scagliare una nuova freccia verso l'infinito. E' così che la freccia corre. Ma soprattutto - continua Donas -
 è così che l'arciere agisce: quando la freccia si ferma, magari si rompe, prende una nuova freccia, carica l'arco e tira. Per sempre. E l'infinito non è tanto quello che non si raggiunge, ma la ripetizione del gesto, il rito che ogni giorno l'arciere compie per amore del tiro con l'arco. Cosa importa il resto? Cosa importa se il tiro non ha bersaglio definito? L'arciere cerca di mantenere sempre teso l'arco, non si lascia andare. Può darsi che il tempo tenda ad allentare la corda, ma un buon arciere cambia freccia, non l'arco.

daimon


Qualcuno esalta l'uguaglianza,
un diavolo nero danza in cattedrale,
il bene, il male,
un battesimo, un funerale.

marzeggiante

 si comincia col sale,
si finisce col vento;
non è un lamento,
1
solo amara constatazione:
ogni costellazione ha il suo tormento
e un mito dal quale prende nome.