“Lasciai la terra dei sogni infranti, -mi racconta l'Aruspice Zilunte .
Una terra desolante dove persone e cose
hanno contorni definiti all'inizio
ma che poi si sfumano in un’aura ovattata e perdono colore disperdendosi nella nebbia,
la terra della perenne tristezza e del vuoto,
la terra che mi toccò in amara eredità per le colpe
che inesorabilmente il tempo lega al nostro essere
a causa della vecchiaia ...
vita e morte hanno meno senso e turbano meno
quando tutto è ottenebrato dalla tristezza
nulla, neppure le fugaci illusioni della vita e i bei momenti possono scalfire l'oceano sconfinato
della tristezza e della colpa ...”
Gli stolti, coloro che seguono il rito e la forma che vivono dell’ombra vegetativa, si fidano ciecamente di ciò che il primo impostore sacro propina loro con vana scienza - prosegue Zilunte - L’accettazione cieca e collettiva di una menzogna, che avviene presso molti popoli anche ritenuti civili, porta a tre conseguenze drammatiche: quando un uomo segue fideisticamente una bugia ne accetta anche tutte le conseguenze, ovvero viene seguito il principio secondo cui una bugia non giunge mai sola.
Questa è solo apparentemente un’affermazione scontata, basti infatti pensare che se un popolo segue una falsità per tradizione non se ne può più liberare: in nome poi di una “verità” accettata ciecamente possono essere concepiti ed operati crimini di ogni sorta; la terza conseguenza, quella più grave, consiste nel fatto che una menzogna accettata collettivamente, come una religione o un’ideologia di massa per esempio, vanifica la possibilità di conoscere.