Il Lucumone chiede a Larthia : “Sei tu dunque colei per cui Arnth ha perso ragione e senno? Eppure non sei più bella di tante altre fanciulle.” Lei risponde, “Taci. Dici questo perché tu non sei Arnth !” Se ti fosse donata la vista di Arnth ammireresti i due mondi con un solo sguardo. Tu sei cosciente, mentre Arnth ha trasceso se stesso. In Amore esser desti è il peggiore dei tradimenti. Più l’uomo è desto, più all’Amore è cieco; esser desti, in Amore, è peggio che assopirsi.".
martedì 24 novembre 2009
Welthur Racnei
Welthur Racnei mi ricorda
che il giorno del giudizio
Cristo si darà malato
per non sputare in viso
a chi si è rassegnato
a chi mai si è ribellato.
che il giorno del giudizio
Cristo si darà malato
per non sputare in viso
a chi si è rassegnato
a chi mai si è ribellato.
Bona dea
Sotto l'appellativo Bona Dea, che ha un significato generale, di Grande Madre, si venerava una antica divinità indigena laziale, di cui era vietato pronunciare il nome.
La vera identità della dea traspare attraverso i vari miti che circondano la sua storia, così come ci vengono tramandati dagli autori antichi, oppure attraverso la tipologia del culto che veniva celebrato. Purtroppo la Bona Dea non trova una chiara caratterizzazione nemmeno esaminando le fonti antiche; in linea generale la versione più accreditata del mito la vuole moglie o figlia di Fauno (Ella è conosciuta anche con il nome di Fauna), secondo la versione riportata da Lattanzio : una moglie molto abile in tutte le arti domestiche e molto pudica, al punto di non uscire dalla propria camera e di non vedere altro uomo che suo marito. Un giorno però trovò una brocca di vino, la bevve e si ubriacò. Suo marito la castigò a tal punto con verghe di mirto che ne morì. Questo spiega l'esclusione del mirto dal suo tempio.
Un'altra maniera per conoscere la dea è riscontrabile nella tipologia del culto a lei dedicato. La descrizione del culto ci mostra una divinità che opera pro populo, quindi, per la salute di tutta Roma. Quali rappresentanti al femminile dello stato, le donne dell’aristocrazia erano preposte alla celebrazione del culto, un culto che veniva svolto strettamente in privato escludendo qualunque figura maschile, compresi gli animali. La stanza della festa veniva decorata con fiori e tralci freschi di vite. Bona rappresenta tutte le cose buone della natura. Nella sua festa si simulano i misteri della vegetazione. Veniva servito del vino ma veniva chiamato "latte" (per scongiurare l'ira di Fauno) e l'orcio coperto doveva assomigliare ad un contenitore del miele.
Un'altra maniera per conoscere la dea è riscontrabile nella tipologia del culto a lei dedicato. La descrizione del culto ci mostra una divinità che opera pro populo, quindi, per la salute di tutta Roma. Quali rappresentanti al femminile dello stato, le donne dell’aristocrazia erano preposte alla celebrazione del culto, un culto che veniva svolto strettamente in privato escludendo qualunque figura maschile, compresi gli animali. La stanza della festa veniva decorata con fiori e tralci freschi di vite. Bona rappresenta tutte le cose buone della natura. Nella sua festa si simulano i misteri della vegetazione. Veniva servito del vino ma veniva chiamato "latte" (per scongiurare l'ira di Fauno) e l'orcio coperto doveva assomigliare ad un contenitore del miele.
A proposito delle celebrazioni esclusivamente femminili: quando nel 62 a.C. Publio Clodio si travestì da donna, per partecipare segretamente al culto che si celebrava nella casa di Giulio Cesare, seguì una grave crisi politica, dovuta a questa profanazione.
A Roma tempio della Bona Dea si trovava sotto l'Aventino e qui in un Bosco sacro le donne e le ragazze celebravano ogni anno i misteri della Bona Dea nei primi di dicembre. In essi, come sopra detto, gli uomini erano esclusi. Ercole, escluso egli stesso, aveva istituito, per vendetta, presso il suo Altare, posto poco lontano da quello della dea, cerimonie dove le donne non potevano partecipare.
vai !
Quando si è determinati,
l'impossibile non esiste:
allora si possono muovere cielo e terra.
Ma quando l'uomo è privo di coraggio,
non può persuadersene.
Muovere cielo e terra senza sforzo
è una semplice questione di concentrazione
nello
Il Reparto Operativo dei carabinieri che si occupa del recupero dei beni archeologici, ha effettuato, nei mesi scorsi un importantissimo intervento che ha permesso lo straordinario recupero di un'antica tomba, risalente al III millennio a.C., appartenuta ad un guerriero preistorico e l'individuazione, nel contempo, dell'area dove, un tempo, doveva sorgere un'antica necropoli completamente sconosciuta al mondo scientifico.
Il rinvenimento è avvenuto durante uno dei controlli periodici delle aree archeologiche e del paesaggio, effettuato in collaborazione con il Reparto Elicotteri di Pratica di Mare e con i funzionari della Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio.
Lo scheletro è stato battezzato Nello ed è stato ritrovato nel tratto di una spiaggia del litorale del basso Lazio, Nettuno. Era sepolto a 10 metri dalla riva, in una fenditura del terreno ed aveva una punta di freccia nel costato. Attorno, Nello aveva vasellame di varia natura, forse il corredo funerario. Il vasellame è composto da sei vasetti in ceramica.
Ovviamente, vista l'eccezionalità della scoperta, la Soprintendenza sta già pensando ad effettuare degli scavi nei dintorni per accertare l'esistenza della necropoli Eneolitica. Da notare che i resti di Nello sono straordinariamente ben conservati.
giorno del giudizio
la notte si estende
come un sucidio universale;
consegna i corpi nudi
a un immenso
a un immenso
obitorio di marmo.
I morti
non si preoccupano più di nascondersi;
- questo col pene tumefatto,marcio.
quello con la verruca sul naso, le due donne
dai grossi ventri flaccidi, i seni penduli;
un giovane
coi testicoli tagliati;
una fila di vecchi calvi, raggrinziti,
le bocche sdentate aperte in una smorfia di avidità;
e sopra
una grande luna fumante
come una patata lessa
appena sbucciata
dalla mani ossute e nodose
dell'ultima vecchia.
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