sabato 24 ottobre 2009

vita Sconosciuta dello Straniero


Quando ho bisogno di bere voglio veramente un caffè. Esco e mi infilo nel primo bar per farmi servire a un tavolino. Far finta di osservare gli avventori del primo mattino.. sbirciare il giornale. Entrai nel bar della piazza dello sconosciuto paese.. accanto a me seduti in molti tra cui una giovane donna. Lei mi guardò negli occhi. Io non guardo le donne.. ci poso gli occhi sopra.. li poso inconsapevolmente e.. la musica mi avvolge. Sento che a volte il velluto delle iridi delle femmine mi attraversano la pelle. È una sensazione che fa bene al muscolo dell’identità. Sono un uomo.. le donne immaginano.. esisto. Ma subito il loro sguardo si ritrae. Lei continuava a guardarmi dritto. Io provai a distogliere lo sguardo.. ad accarezzarmi le punte dei piedi con la vista e ad incespicare nel mento del vicino di tavolino. Ma mi sentii incatenato al suo guardare.. tutto era fermo.. nessuno danzava.. se non lei.. la musica che proveniva era una nenia dolcissima.. di quell’infanzia che ci portiamo nel cuore in forma di fiore. Lei mi guardava.. e io.. in quel pulviscolo di secondo che ti cambia la vita.. la guardai. Cosa vide l’uomo che aveva guardato troppo?.. mi chiesi. Non sapevo che avrei avuto la risposta. Vidi una donna che aveva incatenato il mio guardare. Mi tese il braccio:
“Crede che finirà il caffè entro un ora o le servirà tutta la mattinata?” .. sorrise tintinnando “sa.. la vita è molto breve per passarla a braccetto con un caffè”.. aggiunse.
“Sono straniero”.. dissi e mi sentii ridicolo.
“Lo immaginavo.. non che lo sembri a prima vista.. ma si nota dal suo sguardo. Gli italiani non guardano così le donne”.
“Mi scusi.. non volevo importunarla.. ma è che.. ho sentito una musica e sono rimasto incatenato e.. tutto il resto aveva incominciato a non avere importanza”.
“Non mi ha importunata. E’ molto bello essere guardata così..”
“Così come.. scusi ?”
“Così.. ecco.. lei non sveste con lo sguardo.. ma neanche giudica o osserva. Lei si posa. Ha uno sguardo di farfalla”.
Meraviglioso quando le donne ti leggono nel pensiero. Non che a me capiti normalmente..anzi.. tutto il contrario. Ma so che esistono.. questa sconosciuta.. poi. Il mio guardare si posò senza volerlo sul seno. È una parte del femminile che sempre invidio.. la rotondità.. la morbidezza.. quella fragranza femminile pronta per essere spremuta.
“Venga con me.. le va ?”
Ho letto molti romanzi da ragazzo. So dalle storie che esistono queste situazioni inframondo.. in cui una donna ti dice: Vuoi venire con me? A me non era mai capitato. È come sapere che sì.. da qualche parte nello spazio ci saranno altre forme di vita.. però se incontri un extraterrestre.. beh.. è un’altra storia. Tacqui e la seguii.
Mi ritrovai improvvisamente in una stanza di un monolocale di un paese con la finestra sulla strada statale. Fuori voci del mattino. Vidi una tenda azzurra.. così non ero mai entrato a casa di nessuno. Ora ero dentro. Ero dentro in tutti i sensi. Io ero già nudo. Quando mi ero spogliato.. quando lei aveva cominciato a spogliarsi.. non lo so. Non ricordo.
Vidi il seno.. due cupole e un ventre che era quello che forse.. se fossi il tipo che sogna le donne.. potevo aver sognato. Aveva ancora la gonna.
“Vieni”.. sentii la mia voce.. un eco lontana. Lei si tolse la gonna.
Così conobbi il piacere.. come due serpenti che si accoppiano.. Chi era lei? Una sconosciuta che non mi aveva lasciato finire il caffè.. l’indovina che aveva letto il mio sguardo e che mi ha aperto la via del piacere.. e fatto chiudere il cerchio magico.

andrè feriante - flamenco


una donna un uomo


Dove chissà
Un uomo e una donna
non si sono mai visti.
Vivono ben lontani
l’uno dall’altro
in diverse città.
Un giorno leggono
la stessa pagina
in uno stesso libro
nel medesimo tempo
e medesimo tempo
del primo minuto
della loro ultima ora
esattamente.

Proserpina rapita

Sguardo di mito.
Proserpina e Plutone si incontrarono nella Città della Gioia. Proserpina coglieva fiori con fare noncurante, fiore tra i fiori avrebbe detto il poeta. Plutone invece, re dell'Ade, stanco dell'oscurità del suo regno (erano 15 secoli che aveva saldato tutte le bollette insolute ma l'Enel non ne voleva sapere di togliere i piombini dal contatore) aveva deciso di vedere come funzionavano le cose in quella città di cui si favoleggiava nel suo regno con alterni accenti (chi ne magnificava le inarrivabili bellezze, chi ne stigmatizzava la rilassatezza dei costumi).
Un rapimento mistico e sensuale li incatenò. Consumarono un pantagruelico pasto a base di membra umane a due passi dalle Terme Stazionarie (mitico luogo dove schiere di dannati per l'appunto stazionavano attendendo che un mutevole capriccio degli Dei li riconducesse alle loro destinazioni), e quindi attraversarono lo Stige e si trovarono in un mondo incantato, un eterno campo di fragole dove nulla è reale, una curiosità spaziale dove il pianeta Terra era blu e non è che ci si potesse fare gran che, e trascorsero un giorno perfetto bevendo Sangria nel parco.
Altre bonarie divinità un po' più timide di loro, li guardavano forse senza capire... O capivano benissimo ma dovevano darsi un contegno... La Città della Gioia girava vorticosamente intorno a loro, o erano i loro sensi che non rispondevano più ai comandi della ragione? Mentre il cocchio delle bonarie divinità li trasbordava da un punto all'altro della Città della Gioia, Proserpina e Plutone trovavano molto più interessante rimirarsi l'un con l'altro, Plutone scoprendo in Proserpina un animo da eterna fanciulla e Proserpina scoprendo in Plutone dietro la sua boccaccesca maschera un romantico temperamento da poeta.
Ma, ahimè, col calare delle tenebre l'intero Olimpo corse alla ricerca di Proserpina per strapparla da quello che, insensatamente, veniva considerato uno spregevole ratto. Invano la giovinetta cercò di spiegare che aveva fornito il suo pieno consenso, ma Giove obiettò che ella non aveva compilato l'apposito formulario e che per nessun motivo egli poteva soprassedere a questo vizio di forma Da allora a Plutone e Proserpina resta, a cura del Dio Clinios Rocciosos e del Dio Vodafonius, solo l'ingestione di una magica pozione che induce in entrambi una trance medianica in cui credono di rivedersi, ma purtroppo è solo una perfida illusione.
Ma, come un antico mito sostiene, in virtù di chicchi di melograno che opportunamente Plutone fece scivolare nella crema catalana di Proserpina, ella passerà d'ora in poi sei mesi all'anno nel regno di Plutone ..
. oh, Vescovo, sono solo silloggismi.....

cremare o risorgere?


dal web
Spargere le ceneri di un defunto o conservare l'urna in un luogo diverso dal cimitero può mettere a repentaglio la salvezza dell'anima. Così scrive il vescovo di Pitigliano, Sovana e Orbetello in una lettera ai parroci della diocesi del Grossetano. "La Chiesa permette la cremazione se tale scelta non mette in dubbio la fede nella resurrezione. Avvalersi della facoltà di spargere le ceneri, di conservare l'urna in un luogo diverso dal cimitero o prassi simili è comunemente considerata segno di una scelta compiuta per ragioni contrarie alla fede cristiana e pertanto comporta la privazione delle esequie ecclesiastiche". Sembra certamente risibile la concezione che questo vescovo ha del proprio dio che, da, me non credente, viene immaginato onnipotente……. Mi fa tenerezza questo dio fermo li a recuperare tutti i pezzettini, poniamo di Giovanni, poi metterli insieme ordinatamente, cenere di carpo,di metacarpo ecc. …….che fatica!!!! e finalmente la resurrezione del corpo (e se dio stanco e distratto dalle mille richieste che a lui salgono dalla terra, avesse attaccato il dito di un altro a Giovanni?! In effetti, la risurrezione risulta molto più difficile in caso di cremazione. Ciò in quanto si devono rimettere insieme nel giusto ordine tutte le particelle corporee, che peraltro sono bruciate, andando contro il secondo principio della termodinamica. Al punto che solo un miracolo potrebbe realizzarla….. sempre più difficile…… povero dio del vescovo di Pitigliano, Sovana e Orbetello Se Cristo fosse stato cremato, secondo la tesi del vescovo, ci sarebbero voluti ben più di tre giorni per farlo risorgere. E probabilmente il risultato non sarebbe stato soddisfacente. D'altra parte, osserva qualcuno, nel caso di cremazione l'ascensione al cielo è molto più agevole, bastando un semplice colpo di vento alle ceneri.
I pro e contro della teologia...

cavalca l'intuito


Hai mai sentito o letto qualcosa su Einstein e sulle sue metodologie di pensiero e di ricerca?Anche se no, probabilmente ti sarà nota la fama di geniaccio di quello che è stato senza dubbio uno dei più grandi geni dell’umanità.In barba all’idea comune del ricercatore scientifico serio, triste e noioso, Albert Einstein viceversa era un personaggio multiforme e originale.Così come originali erano i metodi di pensiero da lui praticati (che poi è ciò che interessa noi: probabilmente non diventeremo come lui, ma avvicinarsi anche di poco sarebbe un bel successo!).Per esempio, sapevate che la teoria della relatività, da lui elaborata a livello di formulazione matematica, è nata sotto forma di un’immagine?In essa, lui cavalcava un raggio di luce (che andava alla velocità della luce) e si chiedeva “ma se io ora avessi uno specchio, vedrei il mio volto riflesso”?La risposta della teoria classica sarebbe stato un secco no… ma a lui qualcosa non tornava…Einstein, oltre che un grande fisico e scienziato, era anche (direi soprattutto, anzi) un intuitivo. Una delle sue tecniche preferite era la “tecnica del sasso”.Prima rifletteva per un po’ su una certa questione, relativamente alla quale desiderava avere una risposta o comunque un’intuizione.Poi si rilassava, entrando nel naturale stato del dormiveglia.Solo che lo faceva con in mano un sasso… il quale inevitabilmente sarebbe caduto in terra una volta che i suoi muscoli si fossero rilassati…Risultato?Il suo sogno, la sua intuizione relativa all’argomento su cui stava pensando era ora a portata di mano (mi si scusi il gioco di parole).E se pensiamo che la teoria della relatività, con tutte le derivazioni scientifiche e concettuali che ne sono derivate, provengono proprio da un evento del genere, viene spontaneo dirsi che non si tratta poi di una cosa così banale e infantile…E che, anzi, dovremmo coltivare la nostra intuitività, sia come capacità di cogliere i segnali che ci circondano sia come pensiero creativo.Un ottimo modo per stimolare l’intuitività è il relax, che guarda caso porta proprio allo stato di dormiveglia o comunque di rilassamento diffuso tipico delle onde alfa (uno dei tipi di onde cerebrali che emana il nostro cervello).La pratica costante del relax fisico e mentale conduce a un costante aumento dell’intuito (e questo è solo uno dei vari benefici).