martedì 24 novembre 2009

Bona dea



Sotto l'appellativo Bona Dea, che ha un significato generale, di Grande Madre, si venerava una antica divinità indigena laziale, di cui era vietato pronunciare il nome.

La vera identità della dea traspare attraverso i vari miti che circondano la sua storia, così come ci vengono tramandati dagli autori antichi, oppure attraverso la tipologia del culto che veniva celebrato. Purtroppo la Bona Dea non trova una chiara caratterizzazione nemmeno esaminando le fonti antiche; in linea generale la versione più accreditata del mito la vuole moglie o figlia di Fauno (Ella è conosciuta anche con il nome di Fauna), secondo la versione riportata da Lattanzio : una moglie molto abile in tutte le arti domestiche e molto pudica, al punto di non uscire dalla propria camera e di non vedere altro uomo che suo marito. Un giorno però trovò una brocca di vino, la bevve e si ubriacò. Suo marito la castigò a tal punto con verghe di mirto che ne morì. Questo spiega l'esclusione del mirto dal suo tempio.

Un'altra maniera per conoscere la dea è riscontrabile nella tipologia del culto a lei dedicato. La descrizione del culto ci mostra una divinità che opera pro populo, quindi, per la salute di tutta Roma. Quali rappresentanti al femminile dello stato, le donne dell’aristocrazia erano preposte alla celebrazione del culto, un culto che veniva svolto strettamente in privato escludendo qualunque figura maschile, compresi gli animali. La stanza della festa veniva decorata con fiori e tralci freschi di vite. Bona rappresenta tutte le cose buone della natura. Nella sua festa si simulano i misteri della vegetazione. Veniva servito del vino ma veniva chiamato "latte" (per scongiurare l'ira di Fauno) e l'orcio coperto doveva assomigliare ad un contenitore del miele.


A proposito delle celebrazioni esclusivamente femminili: quando nel 62 a.C. Publio Clodio si travestì da donna, per partecipare segretamente al culto che si celebrava nella casa di Giulio Cesare, seguì una grave crisi politica, dovuta a questa profanazione.
A Roma tempio della Bona Dea si trovava sotto l'Aventino e qui in un Bosco sacro le donne e le ragazze celebravano ogni anno i misteri della Bona Dea nei primi di dicembre. In essi, come sopra detto, gli uomini erano esclusi. Ercole, escluso egli stesso, aveva istituito, per vendetta, presso il suo Altare, posto poco lontano da quello della dea, cerimonie dove le donne non potevano partecipare.

Nessun commento:

Posta un commento